Il direttore scientifico dell'Irccs replica alla Uil, che ha presentato un esposto su un presunto conflitto di interessi
“Non c’è nessun legame fra l’app regionale ‘Sicilia SiCura’ e il progetto di telemedicina dell’Irccs. E men che mai l’app risulta sviluppata nell’ambito del progetto ‘TeleCovid Sicilia’. Si tratta di due attività distinte e separate che ricadono l’una nel settore sanitario, l’altra facoltativamente nell’ambito turistico e con un apparato ed una competenza adeguati ad affrontare le migliaia di visitatori e ospiti attesi in Sicilia, da parte della Regione. App totalmente diversa per funzioni e caratteristiche è, di contro, quella inserita nel progetto di telemedicina dell’Irccs, che costituisce lo strumento di collegamento tra dispositivo clinico e la centrale di monitoraggio, così da facilitare il lavoro dei medici e degli operatori, l’interoperabilità di tutti i device e l’istantanea e diretta lettura dei dati che vengono memorizzati contestualmente nella cartella elettronica, valore aggiunto della sorveglianza strumentale”.
Il direttore scientifico dell’Irccs Bonino Pulejo, Placido Bramanti, ed il direttore generale Vincenzo Barone replicano alla Uil, che ha presentato un esposto in Procura, alla Corte dei Conti, all’Anac e al presidente della Regione, su un presunto conflitto di interessi.
Bramanti e Barone dicono che l’accordo con la Regione non prevede alcun finanziamento (a parte l’acquisizione di ulteriori dispositivi domiciliari, per persone colpite dal virus, acquistati sulla base delle stime della curva epidemiologica), è stato firmato sulla scorta dell’esperienza maturata dall’Irccs nel campo della telemedicina e riguarderà solo il tempo necessario ad affrontare la pandemia.
I progetti di telemedicina finanziati dal Ministero
L’esperienza acquisita riguarda soprattutto due progetti. La teleneuroriabilitazione, finanziata dal Ministero della Salute, un progetto che vede impegnati 16 Irccs italiani, coordinati dall’Irccs Bonino Pulejo, che a cinque anni dall’avvio ha permesso di portare a casa dei pazienti la riabilitazione. Questa unione di Irccs è diventata una delle Reti nazionali del Ministero della Salute.
Poi il progetto macchina-dipendenti, relativo a pazienti più gravi, che dipendono per la loro stessa sopravvivenza da dispositivi medici: progetto questo che consente di gestire questa particolare tipologia di pazienti gravi, in ambienti non ospedalieri, addirittura nelle abitazioni allo scopo adeguate. Per questo modello italiano, sono stati assegnati cinque anni fa 790mila euro, di cui il 70% già erogato e la rimanente a saldo una volta completato il progetto, per l’acquisto delle tecnologie più avanzate e per lo sviluppo di un ‘ospedale casa’, obiettivo ambizioso ma che sta portando i suoi risultati.