Le indiscrezioni sull'interrogatorio del tecnico scorta. E le parole del papà di Kevin sul video
E’ con questa frase che Antonio Massa è passato da testimone a indagato per la strage di Brandizzo. Il tecnico scorta che seguiva i cinque operai a lavoro, la sera della tragedia costata la vita anche al messinese Kevin Laganà, avrebbe ammesso subito ai magistrati la sua responsabilità. Lo svela il Corriere della Sera, che parla di un interrogatorio drammatico, risalente al 31 agosto scorso, con il tecnico visibilmente sotto choc, che altri testimoni raccontano ancora oggi provato, in grado di dormire solo con aiuti.
Il video della strage
L’uomo è stato sospeso dalle qualifiche professionali, gli sono state congelate le abilitazioni, Rfi lo ha messo in contatto con uno psicologo di supporto, come da procedura. La prova schiacciante che non c’era stato l’ok ai lavori comunque gli investigatori ce l’avevano già: lo hanno sentito nelle registrazioni delle telefonate tra sala operativa e tecnico scorta, quelle drammatiche telefonate che hanno documentato praticamente in diretta la strage. Lo hanno visto e sentito nel video che il giovanissimo messinese aveva registrato col proprio cellulare, acquisito agli atti dell’inchiesta.
Il papà: “Quelle immagini uno strazio”
Un video che per il fratello Antonino è quello che permette a Kevin di “farsi auto giustizia”. Per papà Massimo però quelle immagini “non dovevano uscire così”. Il padre del ventiduenne lotta ancora con lo strazio per l’orrenda e ingiusta fine di suo figlio, e attende ancora di poter riabbracciare quel che resta di lui, poi dargli l’estremo saluto. Le operazioni scientifiche legate ai corpi dei cinque tecnici, però, non sono state ancora completate e la Procura di Ivrea non ha ancora concesso l’ok alla restituzione ai familiari.