Convince il live d’apertura del Biondini Trio sulla scala musicale creata dal locrese Senocrito. Prima nazionale al restaurato Museo archeologico jonico
LOCRI – Dalla frenesia incontenibile e Song For Bilbao alla dolcezza struggente di If I Could ovvero di The Road To You passando per le geometrie – inconsuetamente note pure al grande pubblico – di brani come Have You Heard? e Lone Jack, davvero non ha minimamente tradito le aspettative l’atteso concerto jazz in “prima” nazionale ieri sera a Locri.
Debutto delle metro-iniziative per il mezzo secolo dei Bronzi
Col live del Biondini Trio (Luciano Biondini, fisarmonica; Luca Bulgarelli, contrabbasso; Fabrizio Sferra, batteria), omaggio al “modo locrio” – scala musicale creata molti secoli fa dal filosofo e musicista locrese Senocrito – nella musica del chitarrista, compositore e jazzstar Pat Metheny, s’è aperto nella città jonica il cartellone delle iniziative celebrative per i 50 anni dal ritrovamento dei Bronzi di Riace allestite dalla Città metropolitana di Reggio Calabria.
Come evidenziato dal consigliere metropolitano alla Cultura Filippo Quartuccio, a rappresentare Palazzo Alvaro insieme al neoconsigliere delegato Rudi Lizzi, «questo programma d’eventi inizia in una terra che promana una bellezza e una cultura incredibili. Peraltro, come Città metropolitana di Reggio Calabria siamo molto felici di cominciare proprio da qui, perché questo è un altro tassello di un processo complessivo che ha visto la MetroCity candidare la Locride a Capitale italiana della Cultura 2025. Questo, per innescare nuovi elementi a carattere culturale, ma anche per fare innovazione e far sì che sul territorio possano nascere nuove imprese culturali e turistiche che si occupino di diffondere la bellezza incomparabili di quest’area. Uno splendido progetto musicale presentato qui a Locri in “prima” nazionale – ha rimarcato tra l’altro lo stesso Quartuccio –: la presenza di un folto pubblico, poi, ci dimostra che oltretutto si tratta di una scommessa vinta. E adesso però, per favore, che nessuno dica più che siamo reggiocentrici…».
“Prima” nazionale e primo show insieme per un trio inedito
Va anche detto che questo atteso concerto jazz – direttore artistico, Tommaso Marletta – promosso da Noma World (prima artefice, Alessandra Laganà) nel contesto della Terza edizione del Locrian Department / Festival della Scala musicale locrese, ha rappresentato al contempo molte altre cose di pregio.
Intanto, il primo concerto in assoluto insieme, dopo mesi di studio e perfezionamento di questo nuovo progetto, per Biondini, Bulgarelli e Sferra. In realtà, Bulgarelli – ben noto al pubblico calabrese e di tutt’Italia anche per il longevo legame musicale con lo chansonnier crotonese Sergio Cammariere: otto gli album incisi insieme – e Sferra suonano stabilmente insieme in un altro trio: quello capitanato dal grande pianista Danilo Rea, i Doctor 3. Per non parlare dei molti premi vinti da Biondini o delle ulteriori, stratosferiche collaborazioni – da Toots Thielemans a Bob Mintzer, da Stefano Bollani a John Abercrombie – proprio del contrabbassista Bulgarelli…
La “prima volta” del Museo archeologico riaperto dopo il restauro
Questo duplice omaggio a Metheny e al “modo locrio” ha poi segnato anche lo start delle iniziative estive 2022 al Parco e al Museo archeologico di Locri (direttrice, Elena Trunfio); ma pure l’assoluto debutto del Museo archeologico locrese, riaperto al pubblico tutto restaurato solo due mesi fa, come sfondo e ambientazione di spettacoli ed eventi culturali.
Considerando il grande tecnicismo musicale incarnato dal “modo locrio” e il frangente che, pur popolarissimo nel Pianeta Jazz, ovviamente Pat Metheny e le sue formidabili invenzioni in note non vantano la popolarità delle rockstar, ci si sarebbe potuti attendere un’integrazione parlata, di spiegazione della valenza del concerto e, forse, d’accompagnamento all’ascolto per “riconoscere” l’utilizzo del modo locrio e superlocrio nei brani eseguiti.
Al tempo stesso, come sempre, la musica d’alto livello ha saputo essere più eloquente di mille discorsi; come pure lo era la tangibile emozione del debutto per questa nuova formazione di pur espertissimi musicisti. Che, on stage, per forza di cose ha visto proprio il fisarmonicista e bandleader Luciano Biondini fare “la parte del leone” con accorati, ispirati assoli nel contesto delle composizioni di Metheny fortemente reinventate e rielaborate dal trio, come del resto è tipico del jazz.