Completati gli interventi esterni, si attende la collocazione del forno. Realizzati anche gli impianti elettrico, idrico e anti incendio. Una possibile soluzione alla cronica mancanza di spazi per nuove sepolture
«Mi ritengo soddisfatta di quanto fatto con i miei collaboratori. Essere riusciti a ricavare oltre 25 mila nuovi posti per sepolture non è cosa da poco». Parla così l’assessore all’arredo urbano, Elvira Amata, nel giorno in cui rassegnerà ufficialmente le dimissioni all’ormai quasi ex-sindaco Giuseppe Buzzanca. La rappresentate di giunta, che correrà alla conquista di un seggio all’Ars sotto il vessillo di “Grande Sud”, traccia un bilancio di quanto fatto nel corso di questi anni di mandato amministrativo, soprattutto con riferimento alle politiche cimiteriali. Messo definitivamente in soffitta il project financing proposto dall’Ati con a capo l’Alfano Spa,che non ha esitato a presentare ricorso contro palazzo Zanca (vedi correlato), gli uffici prima diretti dal dirigente Attilio Camaioni (ora in pensione, sostituito dall’architetto Maria Canale), hanno disposto una serie di progetti di ampliamento dei cimiteri, ricavando 11.300 posti a Castanea; 3.900 a Faro superiore; 2.900 a San Paolo Briga; 2.256 al Monumentale, (376 tumuli familiari); 3.320 alla Piramide (sempre Monumentale); 459 nei restanti suburbani. Nonostante gli spazi recuperati, la mancanza di aree in cui realizzare nuovi tumuli o celle per sepolture, rimane evidente. Una soluzione, tuttavia, potrebbe giungere grazie al completamento dei lavori dell’impianto di cremazione che, secondo quanto dichiarato dalla stessa rappresentante di Grande Sud, dovrebbero terminare nei tempi previsti: ovvero fine 2012 inizio 2013. «I progettisti – afferma l’Amata – mi hanno riferito che i lavori sono giunti al 70%. Molto dipenderà dalle operazioni di sistemazione del forno. La parte esterna è completa e sono stati effettuati tutti gli impianti (idrico, elettrico, anti incendio)». L’iter progettuale è stato completato nel 2010, ma prima dell’avvio “pratico” è stato necessario attendere tutte le autorizzazioni. Il crematorio, secondo in Sicilia dopo quello di Palermo, si aggiungerà ai 50 presenti sul territorio italiano dove la pratica della cremazione rimane, tuttavia, poco utilizzata Soprattutto nelle regioni meridionali, dove alla carenze di strutture adeguate, si somma una resistenza ideologica non facile da “abbattere”. L'ara crematoria si articolerà in due “step”: un seminterrato, con ampio porticato destinato al raccoglimento e all’accoglienza, sul quale si affacceranno una cappella per le funzioni, un cinerario comune e un’ala con le nicchie cinerarie; un primo livello composto da locali tecnici e di gestione della cremazione. All’aspetto strutturale, si somma, poi, quello relativo alla gestione dell’impianto, per il quale sarà necessario predisporre un bando di affidamento. La struttura, che ricordiamo essere stata realizzata con somme del Comune, verrà disciplinata dall’apposito Regolamento comunale di polizia mortuaria e dei servizi funerari della città di Messina”, in sostituzione di quello attualmente in vigore datato 1920, che in una parte pone paletti ben precisi anche con riferimento alla pratica della cremazione. Il documento, predisposto dall’assessore Amata, dovrà essere sottoposto al vaglio del civico consesso (vedi correlato).
Per quanto ritenga la figura dell’Assessore Amata, un’ennesima pedina dello scacchiere politico opportunista della Regione Sicilia, il Suo progetto e l’attuale messa in opera dell’impianto di cremazione a Messina, è un balzo in avanti nella società civile dei nostri tempi.
I paletti ideologici che ostacolano tale pratica, sono dovuti alla scarsa conoscenza dei processi di deterioramento organico dei corpi.
Allora, per quanto crudo possa essere il messaggio, bisogna rivolgere ai cittadini Messinesi la seguente domanda:
A FINE PERCORSO TERRENO, VUOI CHE SIANO I VERMI A SMALTIRE IL CORPO IN TEMPI MEDIO LUNGHI, OPPURE CHE IL NATURALE FUOCO, IN TEMPI BREVISSIMI E NELLA MASSIMA IGIENE, DIA ALLA TERRA QUANTO PRESTATO ?
Parola di Gatto.
finalmente anche a Messina una bella novità….. sempre se tutto va in porto!!!!!
sono a Bergamo da tanti anni e qui la cremazione ha risolto tanti problemi di spazio e igiene.
certo è che noi del sud non siamo proprio dell’idea dela cremazione, però come si dice polvere eri e polvere diverrai….
sono un impiegato nel settore cimiteriale vi posso garantire che, secondo me, è la soluzione migliore.
saluti, pino.
Mi domando una cosa di cui i cittadini forse non sono stati pienamente informati o ,per lo meno, non hanno ancora realizzato pienamente.. ma ci rendiamo conto che hanno costruito un crematorio in pieno centro cittadino???? in una città poco rispettosa dell’ambiente è una vera tragedia considerando l’elevato tasso di diossina che questo impianto comporterà con serie ripercussioni per la gente- visto che tutta l’area attorno al cimitero è abitata, sono presenti almeno 4 scuole, 1 mercato, e anche dei terreni ancora coltivati nella zona della palmara. Una follia costruirlo nel monumentale e sicuramente, quando scoppierà la bomba verrà posto sotto sequestro e chiuso. è possibile sapere se il regolamento prevede l’obbligo della bara di “cartone ” o “ecosostenibile” perchè chi non lo sapesse, viene bruciato tutto- bare comprese- e, queste tradizionali, presentano particolari componenti chimici altamente inquinanti – con rilascio di diossina ed altri componenti a quantità elevata- infatti, i paesi dove la pratica cremazione è altamente diffusa- giappone ad es.- impongono l’uso di bare non trattate . Cosa si sa ad oggi su questo tempostretto?Avete qualche informazione?
Trovo l’ironia del titolo assolutamente squallida e fuori luogo
Non è che qualche “talpa” magari lo userà la domenica … per cuocere il castrato con le patatine?
E speriamo che vada a buon fine questa porzione di civiltà. La città e l’intera provincia ne hanno decisamente bisogno.
Ma perché, a proposito di carenza di loculi cimiteriali, non chiedete all’ass.Amata (prima che diventi ex….) e all’Arch. Maria Canale, notizie sull’ampliamento del cimitero di Larderia (crematorio compreso….)
….per una migliore e corretta informazione
Auspicavo la realizzazione di un crematorio da moltissimi anni. Ho sempre sostenuto con amici e parenti che la conservazione dei defunti entro le bare di zinco fosse una pratica poco civile e che dal punto di vista igienico-sanitario poneva problemi di varia natura. La cremazione si sta sempre più diffondendo nel mondo e credo che anche in Italia si dovrebbero costruire più crematori. Oltremodo si risolve il problema di reperire aree sempre più vaste.
Naturalmente è anche questione di cultura: molte persone non tollerano che un corpo sia ridotto in cenere e preferiscono che questo si liquefaccia, lasciando ossa ed indumenti, rilasciando miasmi insopportabili, allorchè avvenga il non raro fenomeno dell’eccessivo rigonfiamento della bara di zinco che in qualche caso è anche esplosa. E saranno drasticamente ridotte le bare in deposito che sono in attesa di una collocazione.
Forse cinicamente, ora sono più tranquillo che alla mia dipartita non lascerò che il tempo corrompa il mio corpo.