Se ne è andato esattamente tre anni fa Carlo Pedersoli, famoso con il nome d’arte di Bud Spencer (scelto in onore dell’attore Spencer Tracy e della sua birra preferita, la Budweiser). Il famoso attore era nato il 31 ottobre 1929 a Napoli, nello stesso palazzo di Luciano De Crescenzo, insieme al quale frequentò le elementari.
Di origine benestante, nel ’40 seguì la famiglia a Roma, dove dimostrò un grande talento per lo sport. Portato per il pugilato, lo lasciò perché non gli piaceva l’idea di far male all’avversario, concentrandosi sugli sport acquatici.
Fu il primo italiano a scendere sotto il minuto netto nei 100 metri stile libero, e giocò con la nazionale di pallanuoto (insieme a diversi atleti che avrebbero vinto l’oro olimpico nel ’60) con cui si aggiudicò i giochi del mediterraneo nel ’55.
Partecipò a due edizioni dei giochi olimpici, Helsinki ’52 e Melbourne ’56, di cui raccontò in seguito le difficili trasferte (la spedizione azzurra raggiunse la Finlandia dopo un interminabile viaggio in treno e quattro anni dopo volò in Australia con un aereo naturalmente molto diverso rispetto a quelli cui oggi siamo abituati).
Dopo i giochi di Melbourne venne invitato, insieme ad altri atleti, alla Yale University. Gli assegnarono come compagno di stanza un giapponese che praticava l’astinenza da qualsiasi vizio. Appena lo incontrò Bud Spencer (che in realtà all’epoca ancora non usava il nome d’arte) accese una sigaretta, gli propose un brindisi e gli chiese dove trovare delle donne.
Al termine dell’attività sportiva, ai salotti romani preferì una vita avventurosa in Sudamerica, dove, tra l’altro, prese parte a competizioni automobilistiche ad elevato coefficiente di rischio.
La carriera nel mondo del cinema, in cui aveva già fatto fugaci apparizioni, iniziò davvero con Dio perdona… io no. Il produttore Giuseppe Colizzi aveva chiamato la moglie dell’ex atleta, Maria Amato, chiedendole tre cose riguardo al marito: se era ancora in forma, se portava la barba e se sapeva andare a cavallo; la donna rispose la verità: Bud era ingrassato moltissimo, si radeva tutti i giorni e non aveva mai montato. Bud Spencer si presentò comunque al casting, ottenendo la parte. Anche per questo, l’attore si trovò a dire: Dino De Laurentiis mi ha sempre detto che la sua vita è composta da tre ”C”: cervello, cuore e coglioni. Ecco, la mia ne ha una in più: culo.
Bud Spencer ha partecipato a più di quaranta film (e cinque serie televisive, tra cui Big Mane Detective Extralarge), tra cui abbiamo scelto cinque titoli da suggerirvi per apprezzare una volta di più le doti dell’attore:
1 Cantando dietro i paraventi (2003): pellicola profondamente diversa da quelle che lo hanno reso celebre, ambientata nella Cina imperiale e ispirata alla vera storia della piratessa Ching. Lo stesso Bud Spencer, durante un’intervista rilasciata in passato a Sportweek, definì un grande onore l’essere stato diretto da Ermanno Olmi.
2 Dio perdona… io no (1967): western che compone un’ideale trilogia insieme ai successivi I quattro dell’ave Maria e La collina degli stivali, e primo film della coppia formata con Terence Hill. C’è della casualità anche nella nascita del sodalizio; il ruolo di Cat “Doc” Stevens infatti era stato assegnato a Peter Martell, che però si infortunò a inizio riprese venendo sostituito da Terence Hill.
3 Uno sceriffo extraterreste… poco extra e molto terrestre(1979): commedia fantascientifica in cui Bud Spencer è affiancato da Cary Guffey (visto due anni prima in Incontri ravvicinati del terzo tipo). Il cattivo di turno è interpretato dall’attore tedesco Raimund Harmsfrof, già antagonista in Lo chiamavano Bulldozer. Nel 1980 uscì il sequel, intitolato Chissà perché… capitano tutte a me.
4 Bomber (1982): girato in Toscana, tra Pisa e Livorno, con alcune location in comune col precedente, e già citato, Lo chiamavano Bulldozer. Bud Spencer è un lupo di mare che si è imbarcato, anni prima, per dimenticare le delusioni dategli dal suo grande amore: lo sport, che in questa occasione è il pugilato. Spalla comica è un brillante Jerry Calà, mentre il giovane pugile allenato dal protagonista è interpretato da Stefano Mingardo, alias Mike Miller, scomparso nel 2014 a sessantacinque anni.
5 Miami Supercops (I poliziotti dell’ottava strada) (1985): quindicesimo e penultimo film della coppia Bud Spencer e Terence Hill, probabilmente immaginato in realtà come ultimo (anche se i due attori recitarono di nuovo insieme quasi dieci anni dopo in Botte di Natale). Molti appassionati interpretano infatti come una sorta di congedo dal pubblico l’amichevole stretta di mano dei due nell’ultima scena, a differenza della dinamica tipica dei loro film che vede l’uno – solitamente proprio Bud Spencer – arrabbiato o comunque contrariato verso l’altro.