Dalla settimana che parte il 22 ottobre sarà possibile accedere ai locali dal martedì al giovedì dalle 9.30 alle 12.30 e nei pomeriggi di martedì e giovedì dalle 15 alle 16.45. Buono il bilancio di visite nel primo mese dopo il trasferimento al palacultura
Forse è ancora poco, ma è già un buon passo avanti. Da lunedì 22 ottobre, l’archivio storico comunale e la biblioteca Tommaso Cannizzaro saranno accessibili al pubblico anche il mercoledì mattina e nei pomeriggi (ma fino alle 16.45) di martedì e giovedì.
Restano così scoperte, oltre al week end, le giornate di lunedì e venerdì. E che i visitatori abbiano voglia di consultare il patrimonio librario comunale, lo dimostra anche l’elevato numero di visite che l’archivio e la biblioteca hanno registrato nel primo mese di apertura, dopo il trasferimento al palacultura. Finalmente locali idonei per un patrimonio negato alla città per troppo tempo.
L’Archivio Storico comunale nacque il 29 marzo 1935 e dalle 551 opere del 1952 è passato, alla fine del 1960, a 2.369 catalogazioni, ed oggi conserva oltre 14 mila volumi riguardanti la città, con copie risalenti al cinquecento e seicento; un’interessante emeroteca con oltre 1.600 testate; alcuni giornali risalenti al 1815 ed un’importante collezione di antiche stampe con oltre 420 esemplari, foto e cartoline d’epoca.
La Biblioteca, intitolata al poeta Tommaso Cannizzaro, prese corpo dal fondo che lo stesso poeta lasciò in eredità a Messina, alla sua morte avvenuta nel 1921. Originariamente era formata da 5.000 volumi a carattere prevalentemente filosofico, storico folkloristico, etnografico e di storia delle regioni, arricchito dall’epistolario che il Cannizzaro tenne in particolar con lo scrittore francese Victor Hugò, con il pittore Mistral e con Giuseppe Pitrè, studioso delle tradizioni popolari siciliane. Oggi sono a disposizione del pubblico oltre 37 mila volumi.
9 ore e mezza alla settimana non mi sembra ancora un decente risultato. Inoltre bisognerebbe documentare giornalisticamente se ci sono adeguate postazioni per la consultazione, ovvero abbastanza tavoli, sedie, lampade per la lettura, e quanto duri la ricerca di un libro. Poi se si pensa che il patrimonio librario sicuramente sarà stato aggiornato poco e niente negli ultimi decenni, siamo ancora lontani anni luce da una vera e propria “biblioteca comunale”.
Le poche voci levatesi quest’ultimo anno, testimoniano che il tema di una diffusione della cultura in città è lontano dalle agende politiche, sia istituzionali che non.