Poste Italiane “ mon amour- ( prima puntata) .
Gli italiani amano le poste , lo dimostra la fiducia incondizionata con cui acquistano i “servizi “ loro offerti. Le poste naturalmente ricambiano ( a modo loro ) comunicando con i loro clienti in modo semplice e diretto come nel depliant informativo sui buoni fruttiferi postali dove è raffigurato uno sceriffo del selvaggio west che sentenzia sorridendo tra i suoi baffoni :
– I Buoni vincono sempre “.
Tutto è specificato nell’amabile depliant : i BFP ( buoni postali fruttiferi) sono affidabili perché emessi dalla Cassa depositi e prestiti e garantiti dallo Stato, sicuri perché garantiscono sempre il capitale investito e gli interessi maturati, economici perché esenti da commissioni .
Già proprio tutto specificato tranne il rendimento, che distratti !
Andando però sul sito www.posteitaliane.it si comprende il perché “lo sceriffo- abbia dimenticato di precisare quanto rendano i nostri “ Buoni-.
Prendiamo ad esempio il BFP e paragoniamolo con il BOT ( buono ordinario del tesoro).
Il rendimento lordo annuo del primo è del 2,4% contro il 3,97% del titolo di stato.
Persino al netto delle commissioni di sottoscrizione che gravano sul BOT e al netto dell’aliquota del 12,5 % uguale per tutti e due, il Buono Postale rende il 2,1% contro il 3,08 del BOT.
Inoltre se confrontiamo BFP di durata massima venti anni con il BTP ( buono del tesoro poliennale) della medesima scadenza la differenza è ancora più marcata: le poste offrono il 2,63% netto annuo contro il 4,09% netto del Tesoro.
Niente paura però, per vincere la gara dei rendimenti le Poste hanno lanciato una “ novità assoluta-:
i BFP PREMIA che garantiscono un rendimento annuo lordo dell’1% che può variare, dal secondo anno in poi, al variare dell’indice azionario Dow Jones EuroStoxx 50.
Naturalmente il BFP PREMIA, altro non è che l’ennesimo titolo “ strutturato “ poco trasparente e altamente redditizio per chi lo vende.
Ritengo però che il problema “ spinoso- dei titoli strutturati e del connivente mercato che li alimenta meriti una riflessione a parte.
Rimando dunque i lettori ad un’altra puntata di Poste Italiane “ mon amour-.