Ue: approvata la direttiva sulla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali

Ue: approvata la direttiva sulla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali

Ue: approvata la direttiva sulla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali

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martedì 26 Ottobre 2010 - 16:17

Entro due anni gli Stati membri dovranno adeguarsi alle nuove regole. Pagamenti entro 30 giorni o al massimo entro 60 in casi eccezionali da parte della PA

Un passo in più è stato fatto per combattere la piaga del ritardo dei pagamenti nelle transazioni commerciali, pratica diffusa in gran parte del mondo moderno e a cui l’UE non fa eccezione.

Il Parlamento europeo il 20 ottobre u.s. ha approvato in via definitiva, a larghissima maggioranza, la direttiva sulla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, con lo scopo di combattere tali ritardi, per assicurare il funzionamento del mercato interno e promuovere la competitività delle imprese, in particolare le pmi.

Si pensi che in Europa il fenomeno è all’origine di un fallimento su quattro e, secondo le stime, della perdita di 450.000 posti di lavoro all’anno.

Le piccole imprese sono le più esposte e vulnerabili. Questa situazione, diffusissima in Italia, costringe infatti molte aziende a ricorrere a prestiti bancari per finanziare l’attività, riducendo drasticamente le possibilità d’investimento e comportando una progressiva perdita di competitività. A questi oneri extra si aggiungono i costi delle risorse umane impegnate nel sollecito dei pagamenti, o quelli da sostenere quando si è costretti a rivolgersi ad una società di recupero crediti.

Secondo una indagine tra le imprese europee, nel 2008 le amministrazioni pubbliche hanno pagato le loro fatture, in media, dopo 65 giorni, con circa 10 giorni di ritardo rispetto al settore privato. Ma le medie nazionali sono molto diverse, e in alcuni paesi, come l’Italia, le fatture vengono saldate anche dopo più di tre mesi.

Complessivamente, nei confronti della Pubblica Amministrazione le aziende private italiane devono ancora riscuotere una somma che si aggira tra i 60 e i 70 miliardi di euro. Una situazione che non ha eguali in Europa. Lo Stato italiano, infatti, è il peggiore pagatore. I tempi di pagamento medi contrattuali arrivano a 95 giorni, mentre per quanto riguarda quelli medi effettivi, si arriva addirittura a 135. Dati ben lontani da quelli rilevati in Francia (57 giorni i tempi medi di pagamento contrattuali e 71 quelli effettivi), per non parlare del Regno Unito (30 giorni e 48 giorni) e della Germania (25 giorni e 40 giorni). (dati Intrum Justitia)

Tornando alla direttiva approvata, il testo definitivo del provvedimento comunitario è il risultato di un accordo politico raggiunto tra Consiglio dell’Unione Europea, Parlamento europeo e Commissione UE, che è stato formalizzato nell’ambito del Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio dell’Unione Europea. (COREPER I)

In particolare, la direttiva contiene le seguenti indicazioni:

• regola intanto tutte le transazioni commerciali, indipendentemente dal fatto che si tratti di transazioni tra privati o tra privati e pubblica amministrazione, ma con diversi regimi;

• nei contratti business-to-business il termine di pagamento è fissato a 60 giorni a meno che le parti non concordino espressamente un termine più lungo che non configuri comunque una clausola iniqua per il creditore (considerate circostanze quali il non rispetto della buona fede, la natura del bene o del servizio, il fatto che il debitore abbia ragioni obiettive per derogare dal periodo di pagamento). Ad es. una clausola che escluda nel caso di ritardo nei pagamenti gli interessi di mora o il versamento della quota fissa minima di risarcimento di 40 euro (prevista dall’art. 4 della proposta di direttiva per i costi affrontati dal creditore prima che gli interessi divengano esigibili) è considerata sleale;

• nei contratti tra privati e PA il termine di pagamento è fissato in 30 giorni di calendario estendibile dagli stati membri a 60 giorni di calendario in casi particolari (autorità pubbliche operanti nel campo dei servizi sanitari o che svolgano attività economiche di natura industriale o commerciale offrendo beni o servizi sul mercato);

• le imprese hanno il diritto di esigere il pagamento degli interessi di mora e di ottenere altresì un importo fisso minimo di €40 a titolo d’indennizzo dei costi di recupero del credito. Esse potranno comunque esigere anche il rimborso di tutti i costi ragionevoli incorsi a tal fine;

• il tasso di legge applicabile agli interessi di mora viene aumentato e portato ad almeno 8 punti percentuali al disopra di quello di riferimento della Banca centrale europea. Non è consentito agli enti pubblici fissare tassi inferiori per gli interessi di mora;

• per le imprese diventa più facile contestare in tribunale termini e pratiche manifestamente inique;

• viene garantita una maggiore trasparenza: gli Stati membri saranno infatti tenuti a pubblicare i tassi applicabili agli interessi di mora, rendendoli così più accessibili per le imprese;

• gli Stati membri vengono incoraggiati a redigere codici di pagamento rapido;

• gli Stati membri hanno la facoltà di mantenere o adottare leggi e regolamenti contenenti disposizioni più favorevoli ai creditori rispetto a quelle stabilite dalla direttiva.

L’accordo approvato deve ora essere formalmente adottato dal Consiglio. La nuova direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione sul Gazzetta ufficiale dell’UE. Gli Stati membri avranno poi due anni per conformarsi alle nuove regole.

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