La Procura conferma il quadro accusatorio che ha portato all'arresto dell'ex liquidatore e di altre 4 persone tra dirigenti e fornitori della ex partecipata. L'inchiesta complessiva sui conti della società però è ancora aperta.
C’è un primo punto fermo nell’ampio lavoro che la Procura di Messina conduce su Messinambiente, l’utility che si occupa di raccolta e spazzamento in città. Il Pm Stefania La Rosa, che ha lavorato al caso sotto il coordinamento dell’aggiunto Sebastiano Ardita, ha inviato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari alle cinque persone andate ai domiciliari lo scorso novembre con l’accusa di corruzione. E cioè l’ex liquidatore Armando Di Maria, l’ex responsabile amministrativo Antonino Inferrera, gli imprenditori Marcello Di Vincenzo e Francesco Gentiluomo, infine il broker assicurativo barcellonese di 43 anni. Per loro adesso gli accertamenti sono giunti al capolinea e il quadro non è mutato.
Gli inquirenti hanno cristallizzato le accuse ipotizzate lo scorso anno, e si preparano adesso a chiedere il rinvio a giudizio di tutti quanti, salvo novità che emergeranno in questo secondo passaggio preliminare. I difensori degli indagati, infatti, hanno adesso qualche settimana per decidere se depositare memorie o chiedere di essere sentiti. Impegnati gli avvocati Giuseppe Carrabba, Danilo Di Salvo, Carlo Autru, Tommaso Calderone, Giuseppe Di Pietro e Francesco Forganni. Qualcuno ha deciso di dire la propria anche prima della conclusione dell’inchiesta, come Inferrera che ha chiesto di essere ascoltato qualche tempo addietro.
L’indagine si è concentrata sugli affidamenti alle imprese private, effettuate bypassando le procedure ad evidenza pubblica -secondo la Procura- malgrado la utility è ormai da quasi un decennio partecipata al 100% dal pubblico.
Anche i rapporti con gli imprenditori che si erano aggiudicati i servizi erano a tutto vantaggio di Inferrera, ipotizzano gli investigatori, visto che ognuno di loro ha a sua volta liquidato somme all’ex braccio destro del liquidatore, sotto forma di forniture per consulenze. In un caso, invece, uno degli imprenditori che hanno ottenuto gli affidamenti compare in una terza società di cui fa parte lo stesso Inferrera.
Il lavoro della magistratura messinese sul caso Messinambiente, però, è tutt’altro che concluso. Carabinieri del Nucleo Investigativo, Polizia Giudiziaria della Polizia ed anche gli agenti dell’Antimafia sono a lavoro sul complesso dossier che riassume gli ultimi anni di gestione della società. Sotto la lente le forniture di mezzi e carburanti, i rapporti coi dipendenti, la gestione dei contenziosi e le consulenze. Poi, soprattutto, la complessa vicenda che riguarda la piattaforma di Pace.
(Alessandra Serio)
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