L'ente di via Vittorio Emanuele insieme ai sistemi della Sicilia Occidentale e Orientale per individuare le aree da destinare a Zes
La giunta regionale ha deliberato la costituzione di una cabina di regia per elaborare la proposta di istituzione delle Zone economiche speciali. Ne faranno parte rappresentanti dell'Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia orientale (Augusta e Catania), occidentale (Palermo e Trapani) e dell'Autorità Portuale di Messina.
Le Zes offrono incentivi e benefici alle aziende che vogliono investire nelle aree depresse del Paese.
Per Capitale Messina, si parte col piede giusto. "E' un buon viatico per il coinvolgimento del nostro territorio nelle istituende Zes, ma sembra rappresentare anche un segnale politico della volontà dell’esecutivo regionale di lottare per la sopravvivenza tout-court dell’Autorità Portuale messinese. In Sicilia la legge consente di costituire solo due Zes, coincidenti con le due Adsp interessanti 5.580 ettari di superficie regionale, sacrificando Messina. La soluzione auspicabile, lo abbiamo ripetuto più volte, sarebbe quella di emendare la legge 123/17 per consentire l’istituzione di una terza ZES siciliana autonoma a Messina, che va perseguito nel lungo termine, ma che in attesa del quale non si può rischiare di perdere questo “treno”. Bisogna quindi accettare ipotesi subordinate; quella più realistica è l’inclusione in altra istituenda Zes, grazie all’art. 4 comma 2 della legge, che prevede che la Zona Economica Speciale possa essere costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale, e che comprendano al proprio interno almeno un'area portuale. Si tratta in pratica di estendere la Zes di Catania o di Palermo, alle aree retroportuali del territorio messinese".