Stagione di caccia alle porte, la Provincia chiamata a dare risposte ai 45 dipendenti della società. Possibile nuovo affidamento provvisorio, chiesto dai sindacati. Ma è sul futuro che restano le più importanti preoccupazioni
Resta alta la tensione alla Provincia di Messina sulla vicenda Multiservizi. Da tre giorni i lavoratori presidiano palazzo dei Leoni: non vogliono più sentire promesse, adesso chiedono i fatti. Quarantacinque lavoratori si ritrovano senza stipendio, mentre il servizio di vigilanza venatoria sul territorio provinciale, nonostante la stagione di caccia alle porte (inizierà il 29 agosto), resta scoperto. Così restando le cose, la nostra provincia sarebbe l’unica in tutta la Sicilia a ritrovarsi in questa condizione. In due anni i dipendenti hanno sentito di tutto: diverse ipotesi annunciate, proposte, possibili soluzioni. Tutte cadute nel vuoto. Adesso l’amministrazione provinciale, così come il consiglio, ha un dovere: dire la verità. Se ci sono le condizioni (come pare ci siano) per garantire un’occupazione a questi padri di famiglia, si proceda subito compiendo tutti i passi necessari. Altrimenti non si alimentino più speranze e sospetti. Ne tantomeno si forzi la mano imboccando strade, sotto pressioni politiche, che si rivelano poi senza uscita.
Lo scontro di ieri in aula tra maggioranza e consiglio ha dimostrato la pochezza della politica attuale, impegnata a battagliare per la titolarità di un merito non ancora raggiunto piuttosto che concentrarsi sulle risposte da dare alla gente. In casi come questi, bisognerebbe fare fronte comune e non cercare di portare acqua al proprio mulino, se il mulino non gira. Presente e futuro si intrecciano in possibili soluzioni: nessuna delle quali sembra però convincere fino in fondo. Il presente, come detto, dice che entro il prossimo 29 agosto occorre coprire il servizio. L’unica pista percorribile è una sistema tampone come quello adottato lo scorso anno: un affidamento diretto, quasi trimestrale, che permetta agli addetti di lavorare e alla Provincia di non subire l’affronto di dover consegnare la vigilanza venatoria al solo corpo dei vigili provinciali: 33 agenti complessivi che devono già occuparsi di svariate mansioni. Per la costituzione della nuova società il rischio è quello che i tempi siano troppo lunghi e quindi si arrivi alla piena gestione del servizio alla nuova società soltanto il prossimo anno. Secondo i segretari di Fai Cisl, Calogero Cipriano, Flai Cgil, Giovanni Mastroeni e Uila Uil, Salvatore Orlando, che seguono da vicino la vicenda, per quest’anno non si può che affidarsi ad un nuovo intervento eccezionale. Anche perché il rischio è quello di perdere il finanziamento regionale che copre il 70% del progetto presentato dagli enti proponenti. Ma restano troppi punti interrogativi sul restante 30%, oggi così anche per il domani. «E’ assurdo – commentano i segretari di Fai, Flai e Uila – che in un momento di crisi del lavoro vi siano i fondi per impiegare 45 persone ma la Provincia non trova il modo per poterli avviare. Abbiamo formulato un’ulteriore richiesta delle organizzazioni sindacali per la stipula immediata di un protocollo d'intesa tra amministrazione provinciale e sindacato che garantisca l'utilizzo dei 45 lavoratori nello svolgimento del servizio».
Intanto oggi il consiglio ha deciso di discutere in aula la problematica della Multiservizi, portando all’ordine del giorno la delibera di costituzione per la nuova società. Ma l’ipotesi Newco non sembra ancora convincere totalmente sul fronte della continuità occupazionale. In questo momento i lavoratori stanno incontrando Ricevuto e Bisignano.