Il Tar del Lazio allarga le graduatorie in attesa della Corte Costituzionale

Il Tar del Lazio allarga le graduatorie in attesa della Corte Costituzionale

Emma De Maria

Il Tar del Lazio allarga le graduatorie in attesa della Corte Costituzionale

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venerdì 11 Gennaio 2013 - 20:49

Secondo il Tribunale amministrativo “I posti ci sono e dovranno essere occupati anche laddove i concorrenti non abbiano raggiunto la soglia minima richiesta dal test di ingresso'' mentre sono circa 200 i ricorrenti riammessi dal Tar di Firenze.

Tornano sotto la lente di ingrandimento del Tar del Lazio le modalità di formazione delle graduatorie d’ingresso per l’accesso ai corsi di laurea a numero chiuso delle università italiane.
E mentre nei prossimi giorni si attende la pronuncia da parte della Corte Costituzionale, in merito alla legittimità della contesta modalità di ingresso, il Tar del Lazio ha già deciso ed ha riammesso con “riserva” decine di studenti universitari esclusi per non aver raggiunto il punteggio minimo richiesto dal concorso di ammissione.

Secondo il Tribunale amministrativo sussistono, nei casi sottoposti ad esame, i presupposti per un’ammissione con riserva degli studenti ricorrenti; ammissione motivata da ”illogicità nella previsione di un punteggio minimo applicabile, una circostanza che ha impedito lo scorrimento della graduatoria, in presenza di posti vacanti, derivante dal mancato ed integrale riempimento della stessa in seguito ad esito di prova selettiva”.
Una scelta, quella del giudice amministrativo, accolta con favore dal comitato “No Numero Chiuso” il quale da tempo sollecita la creazione di una graduatoria nazionale unica attraverso cui cancellare le così dette “graduatorie aggregate” tra singole università ed innalzare i punteggi minimi necessari per l’accesso ai corsi di laurea.
“La pronuncia del Tar del Lazio sancisce inequivocabilmente la fine del numero chiuso in Italia – commenta Michele Orezzi coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari – oggi è stato compiuto un’importante passo in avanti per la nascita di un’università libera e senza ostacoli di accesso.
Diviene adesso fondamentale ridisegnare un modello di ingresso libero per l’accesso agli atenei italiani – prosegue Orezzi – un modello che non infranga i sogni di una vita ai nastri di partenza”.

Analoga soddisfazione è stata espressa dai legali dei ricorrenti, gli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia oppositori del decreto ministeriale che inchioda a 10.173 il numero degli studenti iscrivibili a livello nazionale: ”I Tar italiani – spiegano i patrocinatori dei ricorsi – stanno dimostrando grande sensibilità ed attenzione nei confronti di un tema così delicato con il Tar di Campobasso che congela l’intero iter concorsuale e con i Tar di Abruzzo, Marche e Sardegna che, riammettendo molti degli esclusi dalle graduatorie nazionali, hanno di fatto permesso a tanti studenti italiani emigrati all’estero di poter rientrare in Italia”.
Una significativa spallata al numero chiuso arriva anche dal Tar Firenze che ha riammesso circa 200 ricorrenti presso l’Ateneo di Pisa e dalle università di L’Aquila e Cosenza dove,per l’accesso al corso di laurea in Scienze della formazione, decade il numero chiuso.
Dal Tar Lazio arriva poi l’ulteriore conferma: “I posti ci sono e dovranno essere occupati anche laddove i concorrenti non abbiano raggiunto la soglia minima richiesta dal test di ingresso”.

La scelta dei Tar italiani appare univoca e coesa e si incanala verso la definitiva abolizione dei test di ingresso, salvo il diverso parere della Corte Costituzionale.
Emma De Maria

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