La crisi nera del Teatro Vittorio Emanuele. Fiorino: «Pronto a dimettermi»

La crisi nera del Teatro Vittorio Emanuele. Fiorino: «Pronto a dimettermi»

Danila La Torre

La crisi nera del Teatro Vittorio Emanuele. Fiorino: «Pronto a dimettermi»

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giovedì 19 Ottobre 2017 - 12:04

Per sopravvivere , il Teatro di Messina ha un bisogno disperato di risorse economiche, ma i fondi Furs sono al momento congelati. In più il Cda è lacerato da divisioni interne

Bilancio approvato e stagione artistica deliberata, ma il destino del Teatro Vittorio Emanuele resta appeso ad un filo. L’ente è in grave affanno economico: i debiti ammontano ad un milione di euro, già due esercizi sono stati chiusi in disavanzo per 380mila euro e i fondi Furs sono a rischio. Senza le risorse del fondo unico per lo spettacolo, pari a 530 mila euro annuali, il sipario del teatro cittadino rischia di calare per sempre.

Il presidente Luciano Fiorino non ha alcuna intenzione di nascondere la polvere sotto il tappeto e stamattina ha convocato d’urgenza una conferenza stampa per fare chiarezza su quanto sta accadendo al Vittorio Emanuele, annunciando peraltro di essere pronto a rimettere il mandato.

«Siamo in una fase estremamente complicata per l’ente, il Cda è spaccato e c’è la necessità che chi ha la rappresentanza politica di questo ente si prenda le proprie responsabilità. Sono pronto a rimettere il mandato. Per me ci sono due passaggi fondamentali: l’avvio della stagione artistica, senza la quale la nave rischia di affondare, e la procedura di equiparazione del personale. Siamo riusciti con grande fatica ad approvare la stagione teatrale e adesso metterò tutto il mio impegno per procedere all’equiparazione del personale. Ma questa barca – continua Fiorino in uno sfogo onesto e amaro davanti alla stampa, agli artisti e ai dipendenti del teatro – ha bisogno di essere governata e non lo possono fare solo il Collegio dei revisori dei conti ed il presidente. Tutti devono prendersi le proprie responsabilità».

Da mesi il Cda è lacerato da divisioni interne, con l’ex commissario Jervolino, già presidente dei revisori dei conti ed oggi componente del Consiglio d’amministrazione, che – come spiegato dal presidente – continua a disertare le sedute, causando impasse ai lavori, e a mettersi di traverso su alcune questioni. Non ha presenziato nemmeno alla seduta dedicata all’approvazione del bilancio (che ha fatto registrare il voto favorevole ma con riserva anche della consigliera Mariangela Pizzo). Massima sintonia ci sarebbe invece con il sovrintendente Bernava, in queste ore a Palermo per incontrare Crocetta e tentare di sbloccare una situazione difficilissima dal punto di vista finanziario.

Per sopravvivere , Il Teatro di Messina ha un bisogno disperato di risorse economiche: i fondi Furs sono al momento congelati, perché Jervolino ha segnalato alcune anomalie alla Regione in merito al rapporto percentuale tra il personale amministrativo ed il personale artistico, che dovrebbe essere pari al 35%. Il paradosso è infatti che al Vittorio Emanuele ci sono 58 dipendenti (tra amministrativi e tecnici) ma non ci sono orchestrali né attori. Da Palermo sono stati inviati due ispettori, uno dei quali si è nel frattempo dimesso, e si attende la relazione finale per capire se le somme del fondo unico arriveranno in riva allo Stretto o se l’ente resterà a bocca asciutta, dovendo in tal caso rinunciare ad oltre mezzo milione di euro. Questa seconda eventualità sarebbe ovviamente una circostanza nefasta per il teatro cittadino, che si troverebbe impossibilitato a dare copertura ai debiti. Da qui l’appello di Fiorino, un po’ vago per la verità, alla «rappresentanza politica della città» affinché si attivi per salvare l’ente: «Un teatro chiuso a chi può servire?» si è domandato il presidente che nel corso della conferenza stampa ha anche commentato: «Siamo l’ente teatrale meno aiutato dalla regione».

Durante l’incontro che si è tenuto nella sala Sinopoli, accanto a Fiorino c’era anche il presidente del Collegio dei revisori dei conti Giuseppe Cacciola, avvilito e sconsolato tanto quanto il presidente: «Ci stiamo trascinando in un barca in cui entra acqua con facilità».

In questo clima da crisi nera, il prossimo 24 ottobre verrà presentata la stagione artistica deliberata proprio stamattina: «Saranno i direttori artistici ad illustrarla e a loro – ha detto Fiorino – vanno i miei più sentiti ringraziamenti per come si sono prodigati in questo fase così complicata»

La campagna abbonamenti partirà subito dopo la presentazione e dal teatro si aspettano una risposta da parte della città. Senza troppi giri di parole Fiorino ha lanciato un messaggio chiaro e diretto: «Servono soldini e ci appelliamo anche alla responsabilità dei cittadini»

Danila La Torre

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