Un incontro fra i 5 Ambiti territoriali ottimali programmato per oggi pomeriggio alla Regione, ma in odor di rinvio, potrebbe fare un po' di chiarezza
L’inferno dei rifiuti, in Calabria, sta diventando la “guerra” dei rifiuti. L’ennesima guerra tra poveri, come testimonia la minacciata occupazione della discarica di Lamezia Terme da parte dei sindaci del Catanzarese. Forse – ma dubitarne è lecito – farà un po’ di chiarezza l’incontro programmato per oggi pomeriggio alla Regione coi rappresentanti di tutti gli Ato (Ambiti territoriali ottimali). Che però, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe essere rinviata di alcuni giorni.
Flashback
È il 3 marzo scorso: la discarica di Columbra è strapiena, l’intero sistema sta saltando e i Comuni del Crotonese chiedono di poter conferire i propri rifiuti in altre province. E intanto, il sindaco della città pitagorica Vincenzo Voce chiede all’assessore regionale all’Ambiente Sergio De Caprio e agli altri Ato 10 milioni di euro di royalties per l’immondizia conferita da un anno e mezzo in qua. Nel frattempo, in località Passovecchio divampano enormi roghi d’immondizia lasciata in strada.
A Cosenza, ancòra all’inizio di questo mese la Commissione consiliare “Ambiente” ha chiesto un’attenzione molto più alta sul frequente abbandono d’immondizia per le strade della città: le aree dove questo fenomeno accade di continuo «dovranno essere censite e riportate su un’apposita mappa informatizzata», suonava la proposta.
A Reggio Calabria, invece, la situazione è nota e la pazienza dei cittadini è allo stremo da lunghi mesi: praticamente ogni giorno le pile di sacchetti della spazzatura arrivano fino al cielo, le problematiche con lo smaltimento e l’efficienza a singhiozzo della raccolta fanno il paio con un’inciviltà pur sempre minoritaria ma che purtroppo “lascia il segno”, malgrado i 90 verbali elevati solo nel primo bimestre del 2021. In questa chiave, l’assessore all’Ambiente Paolo Brunetti ha annunciato la rivisitazione del “porta a porta” ed ecostazioni modulari per il conferimento (le prime due sono state presentate giusto ieri) munite di cassonetti smart, la cui apertura sarà azionata col proprio cellulare o mediante chiavi elettroniche: i rifiuti non differenziati conferiti daranno diritto a premialità. Peraltro, negli ultimi 15 giorni diverse zone della città sono state liberate dalle macrodiscariche; secondo alcune previsioni, per fine marzo l’intero territorio potrebbe essere nuovamente sgombro, salvo intoppi.
Vibo Valentia, pur in forte recupero sulla raccolta differenziata, è piagata da migliaia di pneumatici e decine di tonnellate di scarti d’ogni tipo trasportati a bordo di camion e poi abbandonati all’ex Mattatoio e nelle aree circostanti, ma all’orizzonte ha la consegna a tutti i vibonesi di mastelli per l’indifferenziata dotati di microchip: l’intero sistema sarà monitorato, mentre gli stessi cittadini tramite app potranno verificare già sul loro cellulare la collocazione dei rifiuti.
La “guerra tra poveri”
Naturalmente, i gravi problemi relativi a conferimenti e impianti diventano problemi ambientali, d’igiene e d’ordine pubblico. E viceversa.
Solo martedì, il 23 marzo scorso, il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo faceva la voce grossa: «Se il dipartimento Ambiente della Regione Calabria non revoca entro questa sera il dispositivo con cui autorizza le altre province calabresi a conferire i rifiuti nella discarica di Lamezia Terme domani, io e gli altri sindaci dell’Ato di Catanzaro occuperemo l’impianto per impedire l’ennesimo smacco nei confronti dell’unico Ambito territoriale che ha fatto le cose a dovere per rendersi autonomo ed efficiente». Stando agli amministratori del Catanzarese, proprio i rifiuti di quell’Ambito territoriale ottimale sarebbero sistematicamente accolti per ultimi giusto nell’impianto di Lamezia Terme, sempre in provincia di Catanzaro. E si dicono pronti a tutto, pur di non veder “saltare il banco” per colpe che non avvertono proprie: in pratica, l’ennesima “guerra tra poveri”, si diceva.
In extremis, tuttavia, l’ultimatum lanciato due giorni fa è diventato un penultimatum proprio in ragione della riunione tecnopolitica che dovrebbe tenersi alle 15 alla Cittadella regionale.
Però la discarica lametina svolge in realtà lo stesso ruolo precedentemente toccato all’omologo impianto – privato ma aperto al pubblico – di Crotone: chi vuol fermare la gara e “portarsi il pallone a casa”, forse, dovrebbe rendersi conto che il regolamento non si può cambiare durante la partita.
Tra l’altro, se il ragionamento restasse questo, il territorio metropolitano Reggio Calabria potrebbe contestare le soluzioni fantasiose e d’emergenza cui finora ha dovuto ricorrere per gli scarti, inviati sistematicamente ora in Sicilia, ora in Puglia, in un caso persino in Emilia Romagna, nel corso dell’ultima settimana conferiti in parte proprio a Lamezia Terme e in parte a Cassano Jonio. Mentre resta sullo sfondo il tema delle royalties dovute e mai incassate per l’utilizzo dell’unico termovalorizzatore dell’intera regione – quello di Gioia Tauro – da parte di tutti gli altri quattro Ato, con momenti d’alta tensione all’inizio del febbraio scorso, quando il sindaco gioiese Aldo Alessio giunse a bloccare i conferimenti all’inceneritore per protestare contro il divieto di scaricare gli scarti gioiese, con la ricaduta di avere le strade di Gioia piene di rifiuti.
La rabbia rimane tanta, perché secondo gli animatori dell’Ato catanzarese solo i Comuni di quest’area si sarebbero dati da fare dopo il varo dell’ultimo Piano regionale rifiuti, mentre le Amministrazioni degli altri Ambiti territoriali ottimali sarebbero rimasti inerti. Peraltro, addebiti dello stesso tipo vengono mossi alla stessa Regione: in teoria,altrimenti, si starebbe parlando di nulla, visto che la frase-chiave dell’assessore regionale all’Ambiente Sergio De Caprio “Capitano Ultimo” era stata «prioritario chiudere le discariche di Lamezia Terme, Melicuccà e Motta San Giovanni».
Invece, adottato il nuovo Piano regionale rifiuti con delibera di Giunta del 2 novembre 2020, da allora non sembrano assolutamente stati compiuti i necessari “passi da gigante” per arrivare all’obiettivo ambizioso «discariche zero in due anni» allora esternato. Anzi: solo alla fine del febbraio scorso, per la discarica lametina di località Stretto la Regione ha revocato il piano per la realizzazione della terza vasca…