Calabria. Sanità, Cotticelli a Non è l'Arena di La7: "Non mi riconosco in quella intervista"

Calabria. Sanità, Cotticelli a Non è l’Arena di La7: “Non mi riconosco in quella intervista”

Dario Rondinella

Calabria. Sanità, Cotticelli a Non è l’Arena di La7: “Non mi riconosco in quella intervista”

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lunedì 09 Novembre 2020 - 08:52

Cotticelli: "Non ho raggiunto i risultati che avrei voluto ma ho dato tutta la mia onestà e il mio sacrificio per la Calabria"

“Non mi riconosco in quella intervista e neanche la mia famiglia mi ha riconosciuto. Non so cosa sia successo, sto cercando di capire con un medico se ho avuto un malore o qualche altra cosa. Quella intervista (Titolo V – Rai 3) è stata preceduta da una serie di attacchi, giunti per via mediatica e via istituzionale.

Ed è la conclusione logica di un attacco di delegittimazione nei confronti di una persona, che tocca degli interessi. E quando tocchi degli interessi in Calabria devi essere eliminato” Sono le parole dell’ex commissario alla sanità calabrese, Saverio Cotticelli, ospite, ieri sera, a “Non è l’arena” su La7.

Nel corso dell’intervista poi, Cotticelli, riporta anche un episodio che ha visto protagonista anche Nicola Gratteri: “Aver mandato un generale dei Carabinieri in Calabria è un messaggio forte che è arrivato in quella terra. Sono andato a trovare Gratteri.

A lui ho chiesto un consiglio su come portare a termine questo compito. Gratteri mi ha risposto: “Se vuole sopravvivere, deve fare quello che faccio io, mangiare in ufficio, fare una vita monacale e lavorare giorno e notte”. E così ho fatto. Ho trovato alloggio nella caserma dei Carabinieri. Non sono mai andato a mangiare un pizza, non ho frequentato nessuno”

Per quanto riguarda il Piano anticovid per fronteggiare la nuova ondata, Cotticelli spiega che “c’era e prevedeva la riorganizzazione ospedaliera e territoriale. Insieme al Dipartimento della Salute a giugno abbiamo elaborato e mandato il progetto per l’approvazione per il potenziamento ospedaliero.

La fase attuativa viene demandata al commissario Arcuri che a fine ottobre delega le aziende sanitarie della Regione come soggetti attuatori per l’esecuzione dei lavori”. A giugno dunque nell’ambito della collaborazione con la Regione, siccome non era stato realizzato un ‘programma operativo covid’ che disciplinasse tutte le operazioni (tamponi,approvvigionamento) ho presentato al Ministero della Salute un quesito e la risposta è arrivata a fine ottobre. Risposta che leggo quel pomeriggio, durante l’intervista”.

Voglio precisare – a parlare è sempre Cotticelli – che la struttura commissariale non ha segreteria, siamo io e la dottoressa Crocco, la famosa Maria Crocco. Ci hanno tolto anche i dattilografi mentre ora, il mio successore ha 2 sub commissari e 25 persone a sua completa disposizione (per oltre 3 milioni di euro). Mettono a disposizione del commissario anche il Dipartimento della Salute della Regione… una cosa eccezionale”.

“Ma la parte dell’intervista più rilevante è nella posizione in cui si è trovato -come spiega:” in una riunione che si sarebbe tenuta lo scorso 9 ottobre, molto pesante. L’attività del commissario viene valutata dal tavolo di monitoraggio e dal comitato di verifica dei LEA che due volte l’anno, verificano l’attività del commissario. Poi il commissario relaziona al Presidente del Consiglio”. Giletti lo incalza dicendogli: “mi hanno detto che volevano accollarle una cifra enorme di buco appartenente al bilancio 2014”. E Cotticelli conferma: “questa estate, l’azienda Mater Domini guidata proprio dal dottor Zuccatelli, tira fuori un debito risalente al 2014 e mai riportato negli anni precedenti nei bilanci delle aziende, e nessuno se n’era mai accorto, ma è spuntato improvvisamente per far risultare la gestione commissariale di Cotticelli fallimentare”.

Ciò si riferiva al fallimento della Fondazione Campanella, per metterlo in difficoltà. Cotticelli sottolinea di aver informato la Guardia di Finanza, e a chi lo accusa di non essere andato dallo stesso procuratore Nicola Gratteri, risponde: “l’ho fatto”.

“Chiedo scusa ai calabresi ma loro devono sapere che ho le mani e il cuore pulito. Chiedo scusa ai sindacati ai quali mi sono appoggiato troppo tardi. Non ho raggiunto i risultati che avrei voluto ma ho dato tutta la mia onestà e il mio sacrificio per la Calabria”.

2 commenti

  1. Invece di tacere parla! VERGOGNA

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  2. era drogato a sua insaputa e meno male che lo hanno fatto generale dei carabinieri,se fosse stato lucido lo facevano papa

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