Calabrò e i ricorsi: "Nel Pd messinese regole da ripristinare"

Calabrò e i ricorsi: “Nel Pd messinese regole da ripristinare”

Marco Olivieri

Calabrò e i ricorsi: “Nel Pd messinese regole da ripristinare”

giovedì 30 Gennaio 2025 - 11:56

Il capogruppo Dem a Palazzo Zanca spiega le ragioni del suo rifiuto di partecipare al congresso provinciale. E avrebbe voluto primarie aperte in Sicilia

MESSINA – Felice Calabrò, capogruppo del Partito democratico a Palazzo Zanca, qual è la situazione del Pd messinese? Lei intanto si è fatto promotore di una serie di ricorsi sul tema delle regole…

“Siamo in attesa delle decisioni della commissione regionale di garanzia sui tre ricorsi che io e il collega Giuseppe Vitarelli abbiamo presentato in relazione alla violazione di alcune regole fondamentali”.

Quali?

“Noi abbiamo sostenuto che il tesseramento cartaceo del 2023 non è stato fatto nel rispetto dello statuto e del regolamento del Pd. Abbiamo chiesto senza successo che le 97 tessere cartacee del 2023 non venissero ammesse al congresso. Abbiamo ritenuto che, nel momento in cui un partito ha celebrato il congresso nell’ottobre 2024, doveva essere consentito di partecipare anche agli iscritti dello stesso anno. Altra cosa sarebbe stato fare il congresso entro il 18 aprile 2024, come si era previsto in precedenza. E allora sarebbe stato giusto farlo sulla base degli iscritti al 31 dicembre 2023. Tuttavia, nel momento in cui è stato portato il termine fino all’ottobre 2024, non aveva più senso non far votare chi ha preso la tessera in quell’anno. Una cosa fuori da ogni regola. Io mi tessero a un partito nel 2024, viene fatto il congresso nello stesso anno e devo sottostare a decisioni prese da tesserati del 2023. Mi pare che siamo fuori dal mondo. Però rimaniamo fiduciosi, data la bontà delle nostre ragioni”.

Che giudizio politico esprime sull’attuale Pd in generale?

“Un giudizio positivo perché il Partito democratico, a differenza degli altri partiti, è vivo. Discute al suo interno, anche scontrandosi. E dà voce a chi democraticamente vuole partecipare all’associazione. Il partito è un’associazione”.

Perché lei non ha preso posizione nella contesa per la segreteria provinciale tra Hyerace e Russo?

“Mi sento coerente nelle mie scelte. Nel momento in cui metto in dubbio la validità di un congresso, non sarei coerente se partecipassi”,

Ma se il congresso, con Hyerace segretario provinciale, in base ai ricorsi, fosse dichiarato non valido, non sarebbe un disastro per il Pd messinese?

“No. Si farebbe un nuovo congresso, applicando delle regole che sono già state stabilite”.

Ma la priorità del Pd messinese non dovrebbe essere tornare a radicarsi nel territorio?

“Certo, per ora siamo eccessivamente bloccati sulla burocrazia. Ma io i ricorsi li ho fatti nel 2024 e sono ancora in attesa. E non so per quale motivo… Non può essermi addebitato questo ritardo. Certo, ritengo che il Pd, come ogni partito, debba tornare tra la gente. I partiti sono l’organo intermedio tra istituzioni e cittadinanza”.

Una funzione che si è persa nella crisi della politica…

“Esatto. Il Partito democratico deve avere un ruolo importante in quest’ambito. Non si sente mai parlare di Forza Italia o Fratelli d’Italia, o di altri, in materia di congressi e di lotte interne. Solo del Pd si parla in questi termini perché è ancora un partito vivo. E deve ripartire dalla sua storia, recuperandola”.

A livello regionale il Partito democratico ha deciso di non fare le primarie aperte ai simpatizzanti per la scelta del nuovo segretario regionale. E non mancano le conflittualità…

“Io sono firmatario di una serie di note in disaccordo con la segreteria regionale uscente, quella di Anthony Barbagallo. Una parte di noi ritiene che il Partito democratico in Sicilia, come è avvenuto con quello nazionale, per scegliere il proprio segretario, non la linea politica e la gestione del partito, avrebbe dovuto rivolgersi all’intera collettività. Ai simpatizzanti che non intendono prendere la tessera. E non solo agli iscritti, come è avvenuto con la scelta della segretaria Elly Schlein. L’attuale segretaria ha perso le primarie di circolo. Tra gli iscritti ha vinto Stefano Bonaccini, con quasi il 70 per cento. Schlein è diventata segretaria nazionale grazie al voto della collettività simpatizzante, arrivando intorno al 59 per cento”.

Il suo segretario regionale ideale? E, se si rivotasse al congresso tra Hyerace e Russo chi voterebbe come segretario provinciale?

“Non farò nomi. Faccio un identikit: una donna o un uomo che abbia la passione della politica e che torni davvero in mezzo alla gente per capire i problemi reali delle persone. Una figura che non stia dentro il palazzo ma che ascolti chi vive i disagi quotidiani per poi mettere questi problemi nel campo della politica”.

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Un commento

  1. COGITO ERGO SUM 30 Gennaio 2025 13:00

    Solo per dire, come appartenente al corpo elettorale che , pur prendendo atto di questa diatriba, (che anzi desta in me un senso di viva ed acuta nausea) non la condivido e mi riservo, pertanto, la decisione o meno di votare qualsivoglia candidato/a alle prossime elezioni, sia Comunali, che Regionali o Nazionali in maniera perfettamente autonoma da ogni (anche minima) indicazione di voto da parte dei “caporioni” locali o dai loro lacchè di turno. Lo scrivo, perchè adesso, la misura è davvero colma ed e’ ora di dire BASTA.

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