Il Nursind insiste sulle "carenze strutturali" dopo l'episodio al Policlinico
In video dichiarazioni di Massimo Latella, segretario aziendale Nursind
MESSINA – Dopo l’aggressione a un infermiere del Policlinico di Messina, interviene la sigla sindacale del Nursind, con il segretario aziendale Massimo Latella. I familiari di una paziente hanno colpito anche al volto l’operatore sanitario, procurandogli una contusione allo zigomo e al setto nasale e danni alla retina. Così si pronuncia l’organizzazione che rappresenta gli infermieri: “Il personale è allo stremo e ci sono gravi carenze strutturali. Servono misure urgenti e basta denunciare la carenza di personale. Bisgogna agire. L’assessorato regionale della Salute e la direzione aziendale devono urgentemente dar vita a misure concrete come il potenziamento dell’organico, il posto fisso di polizia h24, la consegna di sistemi di sicurezza, il posizionamento di apposita cartellonistica anti aggressione. E ancora: la consegna d’interfoni e l’utilizzo di percorsi veloci per i codici bianchi e verdi a carattere prettamente mono specialistico. Il tutto richiesto e proposto da Nursind già da tempo, con la piena accessibilità dei dati clinici del paziente per gli infermieri”.
“Il pronto soccorso è diventato un ammortizzatore sociale”
“Il personale medico e infermieristico del pronto soccorso è sottoposto a un carico di lavoro insostenibile – scrive il sindacato – Nonostante l’impegno straordinario e la dedizione profusa, le criticità strutturali e organizzative compromettono gravemente l’efficienza del servizio. Il pronto soccorso è divenuto, di fatto, un ammortizzatore sociale. Registriamo un afflusso costante di utenti per problematiche non urgenti, spesso gestibili dal medico di famiglia o prevenibili mediante adeguati percorsi di assistenza primaria. Tale situazione crea un sovraccarico ulteriormente il sistema, dilatando i tempi d’attesa e aumentando il rischio di tensioni”.
In questo contesto, il Nursind evidenzia un ulteriore aspetto critico: “Nonostante gli inviti del personale di sorveglianza, i familiari continuano a sostare imperterriti nella saletta pazienti antistante l’accettazione di triage, in barba a tutti gli inviti ricevuti. Solo l’immediato intervento da parte delle guardie giurate spesso evita il peggio”.