Il referente del Comitato “Amici di Franco Scoglio”, che preme per l’intitolazione del San Filippo, ha ricordato un aneddoto legato ad una delle partite storiche del calcio biancoscudato, con il Celeste assiepato da oltre 25mila spettatori
21 agosto 1985, trent’anni fa. Prima partita ufficiale della stagione, in Coppa Italia. A Messina arriva la Roma che solo poco più di un anno prima, il 30 maggio 1984, aveva perso ai rigori la finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool.
Quel giorno il Messina scese in campo con Nieri, Napoli, Cei, Papis (85’ Dominissini), Rossi, Bellopede, Venditelli, Orati, Schillaci, Catalano Caccia. La Roma rispondeva con Tancredi, Lucci (23’ Petitti), Oddi, Gerolin, Nela, Righetti, Conti, Ancelotti, Tovalieri, Giannini, Di Carlo (46’ Graziani), mentre l’allenatore era Sven Goran Eriksson. L’arbitro era Magni di Bergamo e la rete della vittoria fu siglata da Orati al 32’.
Allora come oggi il Messina militava in terza serie e la Roma ovviamente in serie A. Tempi di un altro calcio, quelli in cui la categoria aveva lo storico nome di serie C1 e non quello anonimo di Lega Pro, quelli in cui il Celeste era stipato con oltre 25mila spettatori, con le scale tutte occupate dai tifosi in barba ad ogni norma di sicurezza. Qualche anno dopo, quello stadio fu omologato per la metà dei posti, 12mila, prima di lasciare spazio nel 2004 al San Filippo. La prima partita di campionato, in serie A, nel nuovo stadio, è stata guarda caso proprio Messina – Roma e, guarda caso, ancora una vittoria di misura del Messina, pur se molto più spettacolare: 4-3.
Oggi è tempo di aree di pre filtraggio intorno allo stadio, di tornelli, tessere del tifoso e documenti d’identità per l’acquisto di biglietti e abbonamenti. Ecco perché gli stadi sono sempre più vuoti in tutta Italia ed ecco perché i tremila paganti del San Filippo, di inizio stagione, sono un segno di rinascita dopo una stagione disastrosa.
Di quel Messina-Roma di trent’anni fa si è parlato nel corso dell’ultima seduta dell’VIII commissione consiliare, dedicata all’intitolazione dello stadio all’allenatore di quel Messina, Franco Scoglio (VEDI QUI). Diversi consiglieri hanno ricordato di essere stati tra quei 25mila e della necessità di recarsi allo stadio, anzi al “campo”, molte ore prima rispetto all’inizio della partita.
Sponsor di quella squadra era la Italvest, azienda di Niki Patti, che di recente ha ricoperto il ruolo di vice presidente nel Messina dei Lo Monaco, ed è il referente del Comitato “Amici di Franco Scoglio”, primo proponente per l’intitolazione dello stadio. “La società rappresentata dai Massimino – ha ricordato Patti – era piuttosto assente nella conduzione ed io, da sponsor, mi occupavo di molti aspetti extracalcistici. Il giorno prima della partita contro la Roma, la squadra era in ritiro a Monforte San Giorgio e alcuni giocatori non volevano scendere in campo dopo aver litigato con Massimino sul premio partita. Verso le 3 del mattino, io e Franco Scoglio ci siamo inventati un’operazione pilatesca, abbiamo detto a Caccia e Bellopede che Scoglio aveva in tasca assegni per 10 milioni di lire, che sarebbero stati dati dopo la partita. Poi il Messina vinse con gol di Orati e il lunedì sera abbiamo dovuto invitare i capitani in un ristorante sul rettilineo di Granatari per dire che gli assegni non esistevano…”.
Messina e Roma finirono in testa a pari punti nel girone eliminatorio e furono qualificate agli ottavi di finale, dove poi il Messina fu eliminato dal Torino, vicecampione d’Italia in carica, con un doppio 2-0 all’andata e al ritorno. Andò meglio in campionato, dove la squadra di Scoglio chiuse al primo posto e fu promossa in serie B. Quella Coppa Italia, invece, fu vinta proprio dalla Roma.
Patti ha voluto infine ricordare anche i rapporti tra Scoglio e Schillaci. “Il professore si metteva davanti alla lavagna e parlava di gabbie, frecce, aggressione degli spazi… Una volta Schillaci gli disse: ‘mister, ma io non ho capito niente’. E Scoglio gli rispose: ‘non importa, Totò, gioca come sai’. Del resto lui aveva un talento tale da non aver bisogno di nulla”.
(Marco Ipsale)
Ma è tanto difficile intestare un campo ad un illustre? Messina è proprio strana, così come Scoglio anche per attori come Mollica o prima ancora Celi, questa strana città non è riuscita a dare al loro figli illustri la giusta collocazione (se non una misera intestazione a Celi della statale 114) ma chi lo sa? Celi era un attore no un camionista! VERGOGNA MESSINA
Ma è tanto difficile intestare un campo ad un illustre? Messina è proprio strana, così come Scoglio anche per attori come Mollica o prima ancora Celi, questa strana città non è riuscita a dare al loro figli illustri la giusta collocazione (se non una misera intestazione a Celi della statale 114) ma chi lo sa? Celi era un attore no un camionista! VERGOGNA MESSINA
Nieri, Napoli, Cei, Papis, Rossi, Bellopede, Venditelli, Orati, Schillaci, Catalano, Caccia
GLADIATORI!
Nieri, Napoli, Cei, Papis, Rossi, Bellopede, Venditelli, Orati, Schillaci, Catalano, Caccia
GLADIATORI!