A Palazzo dei Leoni riunione tra il presidente della Provincia e i 23 sindaci dei comuni inferiori a mille abitanti che rischiano di essere “falciati” dalla manovra varata dal governo. Ricevuto incaricato di chiedere un incontro con deputati regionali e nazionali prima della seduta in parlamento
Sono pronti a marciare compatti su Roma, protesta in programma domani, per dire no ai provvedimenti della manovra finanziaria varata dall’esecutivo. Loro sono i sindaci dei comuni della provincia messinese, con popolazione inferiore ai mille abitanti, (Antillo, Casalvecchio Siculo, Malfa, Tripi, Forza d’Agrò, Limina, Santa Marina Salina, Motta Camastra, Reitano, Mottad’Affermo, Alì, Malvagna, Frazzanò, Mojo Alcantara, Roccella Valdemone, Leni, Basicò, Mongiuffi Melia, Mandanici, Floresta, Condrò, Gallodoro e Roiccafiorita), che ieri hanno preso parte all’incontro tenutosi nella sala Giunta “Boris Giuliano” di Palazzo dei Leoni e voluto dal presidente della Provincia Nanni Ricevuto. A quest’ultimo, come si legge nel documento sottoscritto al termine della riunione, «è stato dato mandato di invitare la deputazione nazionale e regionale ad un incontro da tenersi prima della discussione della manovra in Parlamento e di concordare con il presidente della Regione e le associazioni dei Comuni, eventuali iniziative legislative di competenza regionale costituzionalmente garantite».
Nel corso della seduta, a cui ha preso parte anche l’assessore Michele Bisignano, sono stati analizzati i diversi punti del decreto legge che riguardano direttamente i comuni messinesi (vedi articolo correlato), e tutti i sindaci sono stati concordi nel definire la proposta illiberale e antidemocratica, In particolare, i sindaci hanno evidenziato come le misure previste anche a discapito dei comuni minori, influiscano in maniera irrilevante sulla presunta riduzione dei “costi della politica”. «Non si comprende – si legge ancora nel documento – perché, anziché penalizzare i piccoli Comuni, allocati in territori montani ed insulari, non si tenda ad eliminare tutta una serie di Enti strumentali che impropriamente svolgono funzioni attinenti agli enti locali territoriali, procedendo così d una sensibile riduzione dei costi».
I piccoli comuni, dunque, fanno squadra nella speranza di poter ottenere qualche risultato facendo un’unica “voce grossa”. A questo proposito, tra le varie ipotesi analizzate, i sindaci si dicono pronti a individuare forme di gestione associata di funzioni e servizi, nell’ottica di efficienza ed economicità. Gli amministratori comunali, trattati dai “superiori” di governo più che come primi come ultimi cittadini, faranno il possibile per individuare una strada comune che consenta di individuare soluzioni utili per scongiurare il peggio. (ELENA DE PASQUALE)
Ma mi facciano il piacere,perchè non si pagano loro le spese per mantenersi da soli? A cosa servono tre comuni a Salina? Se ne vadano in pullman a Lourdes che forse è meglio!
Nel premettere che sono d’accordo all’accorpamento dei piccoli comuni, e fisserei l’asticella a 2.000 abitanti, vorrei sapere se sindaci conoscono le leggi, e la cosa che mi stupisce maggiormente che il Presidente RICEVUTO, con un passato da parlamentare, avalli questi ignoranti. Dovete dirgli che le leggi ITALIANE in materia di Enti Locali non hanno nessun valore in SICILIA, poiché la materie è di esclusiva pertinenza della REGIONE. Ma la cosa importante è che salvino lo loro poltrona …. 2000 euro al mese fanno sempre comodo.
intanto iniziamo da voi così andate a lavorare come fanno tutti
ricevuto,comincia ha farti tassare pensione,affitti e prebende varie ed i signori sindaci vadano a lavorare