I Franza non mollano e cercano il -jolly-. Ma la partita per la D è ancora aperta

I Franza non mollano e cercano il -jolly-. Ma la partita per la D è ancora aperta

Redazione

I Franza non mollano e cercano il -jolly-. Ma la partita per la D è ancora aperta

venerdì 08 Agosto 2008 - 08:54

I piani degli armatori per riottenere l'affiliazione ed evitare il fallimento, in barba alla tifoseria. Ma Rodi e Carabellò sono ancora in corsa

Progetti ambiziosi, l’addio al calcio, la domanda d’iscrizione in B, poi ritirata. La richiesta per la D per meriti sportivi, l’annuncio che non metteranno mai più un piede in uno stadio, poi la -fiducia- per la richiesta di ammissione in quinta serie.

Si muove lanciando colpi, una volta su, una volta giù, la famiglia Franza, quasi come volesse liberarsi di colpo del F.c.Messina e di tutti i debiti accumulati. Non c’è, non ci può essere altro tipo di legame, visto che la tifoseria non ha più voglia di sentirne parlare e a quanto pare il sentimento è reciproco. Solo un mero interesse economico continua a muovere le strategie degli armatori, che nonostante le frasi di rito come -il patrimonio sportivo viene messo a disposizione di altri operatori-, ha come unico scopo quello di -uscire pulita- da questa vicenda.

Non è facile entrare in merito alle dinamiche che hanno determinato la volontà del gruppo di lasciare lo sport(dovrebbero cedere anche il 30% delle azioni dell’Igea Virtus), se non basarsi su quelle di natura finanziaria. Su altre questioni è difficile entrare, né tantomento abbiamo la volontà di farlo visto che ci sta pensando la magistratura, che eventualmente rintraccerà eventuali responsabilità. Ma l’atteggiamento, quello si fa riflettere e non poco.

Si parla di futuro, ma a quanto pare il futuro potrebbe passare dal passato. I Franza infatti, nonostante la situazione debitoria, sembrano al momento i favoriti per ottenere l’ok della federazione per l’Interregionale. Hanno dalla loro parte i meriti sportivi e stanno cercando in tutti i modi di trovare un uomo di fiducia che possa curare gli aspetti tecnici della gestione societaria, facendo da presidente, mettendoci la faccia. In tal senso, dopo l’interessamento all’epoca del Lodo Petrucci (come noi stessi avevamo scritto in esclusiva, vedi articolo correlato), sembra essere tornato a farsi sotto l’imprenditore Franco Proto, ex patron dell’Altletico Catania, che negli ultimi giorni si sarebbe incontrato con i Franza. In più starebbe continuando senza sosta il lavoro dell’avvocato Mattia Grassani, per cercare di ottenere le liberatorie dai calciatori e puntare all’iscrizione. Ma in questo momento l’offerta di risarcimento fissata al 30% delle cifre dovute non convincerebbe alcuni degli interessati.

Un altro tassello è quello legato agli stadi. Il botta e risposta tra il Sindaco Giuseppe Buzzanca e il F.c.Messina non ha cambiato di molto la situazione rispetto alla scelta della squadra che potrebbe essere ammessa alla prossima serie D, ma senza dubbio è servita a ribadire che sugli impianti sportivi la famiglia Franza ha il coltello dalla parte del manico e può sfruttarli anche nella competizione per avere l’ok dalla Figc per la nuova affiliazione. Secondo i Franza le ultime mosse della politica, del consiglio comunale e della commissione allo sport, così come la richiesta del primo cittadino di consegnare le chiavi del San Filippo e del Celeste, sarebbe -originata da spinte emotive, simili alla ritorsione della piazza nei confronti di una società colpevole di non aver voluto continuare ad investire in solitudine e senza alcun supporto-. Dimenticando però che allo stesso modo, la proposta dell’amministrazione comunale per la convenzione, fu dettata da pressioni ambientali della tifoseria, a sua volta influenzata dalle dichiarazioni degli stessi rappresentanti del club, che attraverso diversi interventi parlavano di esigenza della gestione degli stadi per proporre una squadra competitiva. La serie era la massima del panorama calcistico e la credibilità dell’allora e non più attuale presidenza era ampissima e quasi tutti remavano verso la stessa parte, quella della rada S.Francesco.

Oggi la situazione è alquanto cambiata e non certo per colpa esclusiva della politica, che è risultata assente in quanto la città commissariata. La questione comunque non è chiusa, perché il Sindaco aveva preannunciato che comunque questa richiesta serviva a «verificare la possibilità di perfezionare bonariamente e dunque consensualmente la restituzione delle strutture, evitando così alla Città di Messina ed anche alla società calcistica un contenzioso che altrimenti non potrà che essere subito avviato». E che quindi probabilmente verrà avviato. Molto ovviamente dipenderà a questo punto dalla decisione della Federazione.

Intanto arriva la risposta di Giuseppe Rodi, che dapprima ha confermato fiducia a Buzzanca per la risoluzione della questione e poi, forse un pò provocatoriamente, ha chiesto la concessione del San Filippo per la disputa di un’amichevole per beneficenza. Una bella mossa, che servirà a dimostrare quantomeno se -l’interesse collettivo- di cui hanno scritto i Franza, verrà tenuto veramente in considerazione. Al momento nessuna posizione presa invece daGiovanni Carabellò, che qualche giorno fa, al pari di Rodi, aveva fatto richiesta formale per la concessione degli stadi in caso di accoglimento della domanda per la partecipazione alla D. Intanto entrambi i soggetti continuano a lavorare, Carabellò per reperire altre forze imprenditoriali, Rodi su questo fronte (attende ancora la risposta definitiva da Gianmario Cazzaniga) e su quello dei ricorsi, avendone già avanzato un primo al Coni per la non ammissione al Lodo Petrucci.

Tornando ai Franza, gli ultimi passi fanno profondamente capire quali siano le intenzioni reali del gruppo. E’vero che hanno rinunciato all’iscrizione in B per 3,5 milioni di euro ed oggi potrebbero spendere all’incirca la stessa cifra per -rientrare- dalla Lnd, ma in mezzo ci sono anche tanti e tanti soldini di stipendi che verranno risparmiati, soprattutto per i tesserati della prima squadra, ma anche per il settore giovanile e forse anche per altri dipendenti che lavoravano con la società e che ancora rimangono legati al club, non essendo lo stesso fallito. Fallimento: l’obiettivo potrebbe essere proprio evitarlo, cercando di riportare nel giro di qualche anno il bilancio a pareggio. In fondo sembrerebbe che molti dei debiti siano a lunga scadenza (come quello con l’erario), mentre i crediti no (come quello con il Comune). In più le spese da supportare non sarebbero quelle di un campionato di serie B. Forse deriva da questo l’ottimismo di Vincenzo Franza? L’unica risposta certa è che non si sposa con quello dei tifosi.

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