Gabriele Sandri, un anno dopo. Cosa è cambiato?

Gabriele Sandri, un anno dopo. Cosa è cambiato?

Gabriele Sandri, un anno dopo. Cosa è cambiato?

giovedì 13 Novembre 2008 - 01:31

La famiglia chiede ancora giustizia, ma l'udienza preliminare per l'agente che sparò è stata spostata al prossimo anno. Intanto le curve d'Europa si uniscono in un coro unico

E’ passato più di un anno dal quell’undici novembre 2007 in cui venne ucciso il tifoso della Lazio Gabriele Sandri nell’area di servizio di Badia al Pino, vicino Arezzo. Precisamente è passato un anno e due giorni. Ma cosa è cambiato in questo frangente di tempo? Poco o nulla. La famiglia e gli amici del giovane supporter biancoceleste ucciso, invocano ancora giustizia per una morte triste, troppo triste. Quel giorno Gabriele fu fulminato sul sedile posteriore di una Renault Megane, probabilmente mentre dormiva, lasciando un magone enorme tra coloro che lo amavano ma anche in tutte le curve italiane e d’Europa, che in tutti questi mesi hanno manifestato il loro punto di vista con striscioni e appelli ripetuti.

Ma purtroppo è troppo, troppo poco per cambiare le cose. Di frequente i provvedimenti presi continuano ad essere a discapito delle tifoserie, condannate a pagare anche se a morire è un ragazzo che definiscono -uno di loro-. In realtà, servirebbe il confronto e non repressione a 360 gradi. Servirebbe magari anche che la politica cominciasse a capire che quello degli ultras è un fenomeno sociale, pur se a volte si manifesta in forme violente, sicuramente da stigmatizzare. Un modo di manifestare il proprio disagio da parte di certe fasce di ragazzi, a volte solo una fede viscerale o il rintracciamento di certi valori assenti in una società dominata dal materialismo. Ovviamente tiriamo fuori da questo discorso delinquenti puri e strumentalizzatori politici. Parliamo di ultras, vera mentalità ultras.

Ma tornando all’anniversario della morte di -Gabbo-, proprio alcuni esponenti politici hanno assunto posizioni forti rispetto all’elemento più importante della vicenda: la condanna o meno per il poliziotto che sparò uccidendolo, Luigi Spaccarotella. I due deputati del Pdl, Claudio Barbaro e Paola Frassinetti ad esempio, hanno chiesto espressamente al ministro dell’Interno perchè contro Spaccarotella non sia stato preso alcun provvedimento disciplinare di sospensione, nonostante quanto avvenuto. Dopo l’episodio infatti, l’agente non è più tornato alla Polstrada di Battifolle presso cui era in servizio quel maledetto giorno, ma è stato trasferito prima negli uffici della Polfer di Firenze e da pochi giorni nel reparto logistico di Firenze. Parole secche e critiche sono arrivate anche dal capo della polizia Antonio Manganelli, che parlando al centro tecnico di Coverciano della Federcalcio ha definito ‘avventato’ il gesto del poliziotto commentando: -Non si usa la pistola per sedare una rissa-. Perfino il sindaco di Roma Gianni Alemanno si è sbilanciato: -Il tifo non può trasformarsi in qualcosa di tragico – ha rivelato – bisogna mantenere un impegno per questo ragazzo. Anche davanti a una divisa e a un poliziotto-. Mentre i consiglieri del Pdl del Comune di Roma, Federico Guidi e Luca Gramazio, hanno avviato l’iter amministrativo per intitolare una via della Capitale a -Gabbo-.

Ma dalle parole bisogna passare ai fatti. I tempi della giustizia come sempre si allungano. L’udienza preliminare del processo a Luigi Spaccarotella si terrà infatti a metà gennaio, il 16 precisamente. Saltata il 25 settembre per una mancata notifica ad uno dei difensori, l’avvocato Renzo, peraltro revocato dal poliziotto imputato, che ha deciso di affidarsi all’avvocato fiorentino Federico Bagattini, che affiancherà il confermato Francesco Molino. I difensori con tutta probabilità ribadiranno la richiesta di rito abbreviato condizionato all’audizione incrociata dei periti balistici e a un sopralluogo nell’area di servizio che non aveva potuto essere discussa il 25 settembre, quando proprio l’ormai vecchio legale Renzo, fece saltare tutto eccependo la nullità per un difetto di notifica. Sul processo rimane intanto pure l’incognita del Gup che terrà l’udienza, visto che è probabile il ritorno dell’attuale giudice Simone Salcerini alla sezione civile del Tribunale di Arezzo. Quello che è certo invece, è che serve celerità, efficienza, concretezza. Soprattutto per evitare che si usino due pesi e due misure. Perché se è vero che non sempre gli ultras si comportano in modo -corretto-, al tempo stesso è vero che vengono processati e diffidati per molto meno di un colpo di pistola.

Ma non vogliamo assolutamente sostituirci a chi deve giudicare. In questo spazio ci limitiamo a riportare un coro unanime che continua a ricordare un dj che amava la vita e la sua passione: la Lazio. Un’onda che va da internet, sulle strade con la fiaccolata organizzata in sua memoria, nel libro ’11 novembre 2007. L’uccisione di Gabriele Sandri. Una giornata buia della Repubblica’, che ha venduto più di diecimila copie nel primo mese di vendita (pubblicato a settembre). Un’onda che trascina tutti quelli che per un momento, in questo anno, si sono sentiti anche solo per un istante Gabriele Sandri e hanno avvertito l’esigenza di gridare forte e chiedere perché? Rispondendosi ‘non mollare’, fallo per l’onore di Gabriele.

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