Intanto la cordata lombarda guidata da Cazzaniga si ritira definitivamente, delusa dagli armatori e dal Sindaco Buzzanca
Nuova lettera dei club organizzati di Messina, che hanno scritto al presidente della Figc Giancarlo Abete e a quello della Lnd Carlo Tavecchio per spiegare i motivi del loro -no- all’ammissione dell’Fc Messina, e al Sindaco della città per chiedere di trovare una soluzione diversa anche se economicamente di -minor prestigio-.
«Alla vigilia della decisione che comunque vada vedrà umiliata la comunità messinese, dobbiamo a tutti il perché del rifiuto della tifoseria e della cittadinanza di Messina a seguire le sorti del FC Messina della famiglia Franza. Lo facciamo ponendo domande e riflessioni», si legge nella missiva.
La prima parte è diretta ai rappresentanti del calcio nazionale: «Perché dott.Abete e dott.Tavecchio ammettere a qualsiasi torneo, anche dilettantistico, una società e la sua proprietà che ha goduto e male impiegato già cospicui finanziamenti negli anni di A e B, un riammissione in A, con ricorso al Consiglio di Stato, per mancato pagamento tributi, che peraltro ha ingenerato cause di risarcimento economico e costretto la città a mobilitarsi, ottenuto somme dal -paracadute- per la retrocessione in B ed a fronte ha ricambiato con due retrocessioni in un anno (record!) procedimenti ed indagini per comportamenti non cristallini, bruciato milioni di euro anche degli sportivi (leggi decine di migliaia di abbonamenti) con una gestione illusoria che si conclude con una rinuncia alla serie B ed un monte debiti tale da non pagare dipendenti e fornitori chiedendo una soluzione da sconto pre-fallimentare».
La seconda invece al primo cittadino Giuseppe Buzzanca: «Perché dott.Buzzanca non trovare soluzioni magari meno di -prestigio- economico ma con sole motivazioni calcistiche, soluzioni dove il cuore di una tifoseria (non clienti), che tutti riconoscono calda ma leale e corretta, come anche in occasione della sciagurata rinuncia alla B dei Franza ha dimostrato evitando qualsiasi forma di manifestazione violenta, si ritrovi umilmente e con unità a seguire una bandiera simbolo di una città, cosa che oramai nessuno pensa di riconoscere al Messina targato Franza. Il tutto magari operando disgiuntamente e/o con un collegamento indiretto con il calcio per tutto quello riguarda la soluzione stadi».
Infine le conclusioni: «Perché Signori tutti, i valori dello sport, la fede in una maglia, l’immagine di una città devono essere affidati ad una famiglia che con le decisioni assunte e le dichiarazioni fatte ha disprezzato tutto e tutti, litigato con Istituzioni locali e Lega Calcio, svenduto una categoria di prestigio guadagnata con il partecipato sacrificio dei tifosi con anni e km di passione peraltro a seguito della precedente cancellazione (gestione Massimino). Ribadiamo, no ai Franza e sì ad una soluzione oggi o tra un anno che faccia riferimento ad imprenditori, professionisti, uomini che hanno a cuore le sorti di una comunità e non soli propri esclusivi interessi».
Intanto si ritira definitivamente il gruppo milanese guidato dall’imprenditore Gian Mario Cazzaniga. Il legale Carmelo Santoro ha rivelato apertamente di essere rimasto deluso dall’atteggiamento dei Franza, con i quali era stato trovato un accordo di massima, ma che poi hanno fatto perdere le tracce. Alla base di questo comportamento ci sarebbe però l’ostilità del Sindaco Buzzanca, che avrebbe convinto gli armatori a perseguire un differente progetto di salvataggio. Il tutto, nonostante la credibilità dell’operazione che i lombardi avevano ipotizzato sia stata confermata dal fatto che lo stesso FC Messina sta adesso proponendo una cessione del ramo d’azienda anche agli altri soggetti con cui è in contatto.
Ma Buzzanca avrebbe ostacolato anche la nascità da zero di una nuova società del gruppo Cazzaniga.