Il Tribunale scagiona "Re Artù" Di Napoli e altri 13 di aver truccato alcune partite del Messina tra il 2015 e il 2016
MESSINA – Nessuna responsabilità, le presunte “combine” a margine dei campionati di calcio del Messina tra il 2015 e il 2016 non c’erano, e se anche ci sono stati, i sospettati non c’entrano. Così i giudici, alla fine del processo di primo grado sul così detto caso del Calcio Scommesse. Associazione, falso e truffa i reati contestati a tante stelle del calcio di quegli anni e altri soggetti: Arturo Di Napoli, E. N., il commercialista Pietro Gugliotta, Ivan Giuseppe Palmisciano, Fabio Russo, Giuseppe Messina, Alessandro Costa, Giovanni Panarello, Andrea De Pasquale, Stefano Addario, Daniele Frabotta, Andrea De Vito, Cosimo D’Eboli, Gianluca Grassadonia.
Per tutti il verdetto del Tribunale (presidente Grimaldi) è di assoluzione piena: tutti scagionati per non aver commesso il fatto. L’Accusa aveva invocato condanne per tutti.
L’indagine, che aveva portato ad una richiesta di arresto per Di Napoli, era nata dalle intercettazioni effettuate dagli investigatori durante gli accertamenti su un altro filone. intercettazioni telefoniche che hanno fatto sospettare in particolare di sei patite. Dietro ci sarebbero state almeno tre combine, secondo la Procura, che ipotizza l’esistenza di una vera e propria organizzazione che gestiva le partite truccate, e che coinvolgeva anche Arturo di Napoli, per questo l’inchiesta era stata denominata Re Artù.
Agli atti dell’inchiesta anche la segnalazione della giustizia sportiva, le dichiarazioni dell’ex presidente Natale Stracuzzi e i verbali del book maker siracusano, Fabio Lanzafame.
Nel processo sono impegnati gli avvocati Salvatore Silvestro, Rosa Guglielmo, Marcello Greco, Bonaventura Candido e Maria Americanelli.
“Dopo sei anni un Tribunale ha finalmente sancito che il mio assistito, stimato professionista nei cui confronti era stata addirittura avanzata richiesta di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, non ha commesso alcun reato – commenta l’avvocato Candido, difensore di Panarello.
“La sua innocenza (ed a anche di tutti gli altri imputati) era evidente sin dall’avvio di questo procedimento ma nonostante ciò gli imputati hanno dovuto subire la pena di un processo che, peraltro, si è risolto sulla base delle stesse prove che erano già disponibili nel fascicolo delle indagini. Siamo certamente soddisfatti ma questo non basta a ristorare il patimento subito dall’imputato”.
Felicitazioni. A testa alta. Bella notizia, cosi’ il ricordo del tempo che fu ridiventa un dolce ricordo. Auguri Arturo.