Arte & gastronomia, ma anche danza, teatro e altre forme di creatività il 19 ottobre, data in cui - nel 1882 - nacque a Reggio il grande pittore e scultore
REGGIO CALABRIA – Si pensa, si sogna e si agisce secondo quel che si beve e si mangia: è una sostanziale citazione di Ludwig Feuerbach («L’uomo è ciò che mangia»)il claim della seconda edizione dell’immaginifica Cena futurista, fissata per il prossimo 19 ottobre grazie all’inventiva dello “chef legalitario” Filippo Cogliandro e dell’artista Elisabetta “Elmar” Marcianò. E alla passione, all’entusiasmo con cui tanti partner hanno aderito all’iniziativa, animandola di contenuti nuovi.
Data non casuale
L’iniziativa si svolgerà il 19 ottobre non per scelta arbitraria, ma perché il 19 ottobre del 1882 nasceva a Reggio Calabria il pittore e scultore Umberto Boccioni, uno dei maggiori esponenti del Futurismo, corrente artistico-letteraria che incarnò peraltro mille altre cose, abbracciando praticamente tutte le forme d’arte e d’espressione, anche se in tanti tendono a ricordarla soprattutto per il “mito” della velocità.
Questa mattina la presentazione, in conferenza stampa a Palazzo San Giorgio: coi già citati Cogliandro e Marcianò l’assessore comunale a Bilancio e Attività produttive Irene Calabrò; Marisa Cagliostro, presidente dell’associazione Ulysses; Vincenzo Maria Romeo, del Lions club “Città del Mediterraneo”. A moderare i lavori, il direttore di Radio Touring Pasquale Zumbo; pr dell’evento, Patrizia Sorrentino.
E più di uno dei partecipanti ha rammentato le radici reggine di Boccioni, ma anche come il grande artista ne fosse orgoglioso: non solo parlava spesso della sua città con altri esponenti del Futurismo, ma aveva in serbo di donare a Reggio almeno una sua opera. Solo che, ha chiosato Marisa Cagliostro, «non fece in tempo» a causa della sua precoce dipartita.
Mix d’arti
La Cena futurista coniuga gastronomia e arte; ma anche danza, teatro e molte altre forme artistiche e d’espressione umana, così come il Futurismo fece a suo tempo. Un tempo che peraltro in qualche modo torna, ha evidenziato la Cagliostro, visto che a parte gli anni Dieci e gli anni Venti del Novecento già intorno al 1960 si ebbe una nuova “folata” futurista: «Potrebbe essere, questo, l’avvio del “terzo” Futurismo in Italia».
Ed ecco che L’A Cena d’arte (altra denominazione della cena “futurista”, dove L’A sta appunto per la sigla-brand de L’Accademia, il ristorante di chef Filippo Cogliandro) sarà una vera e propria cena d’arte-spettacolo.
Da un lato, piatti avveniristici e dalla denominazione a dir poco estrosa.
Nelle acque di ogni mare, in cui il movimento dinamico della seppia ricorderà il dinamismo elogiato dal Futurismo ma anche quello di una Reggio «che cresce, ma cresce “a scatti”», chiosa Cogliandro; Ricercatore d’adrenalina, ispirato alla figura del ciclista nel suo “scatto”; Scampato al deserto, e qui il pensiero va agli scampi ma in realtà la breve descrizione cita la preferenza tributata dai futuristi al riso anziché alla pasta, considerata “colpevole” d’appesantire il corpo, ma anche la mente; Manifesto virile, in cui un ruolo-chiave lo gioca la carne dell’agnello; Amplesso primitivo, un post-dessert in cui emerge la cipolla in un “ruolo gastronomico” inedito.
Un gioco accorto di contaminazioni culinarie – che terranno in grandissima attenzione le materie prime locali – ma anche fotografiche, alla luce del fotomontaggio-icona del progetto in cui, selfie impossibile, un Filippo Cogliandro sorridente abbraccia un fierissimo Boccioni.
SaSull’altro versante, approfondimenti e performances artistiche d’ogni tipo.
Ed ecco gli UltraSpettacoli (gli Esquilibrismi di Lorenzo Praticò; Nel mondo delle illusioni, con la ballerina Samuela Piccolo e la cantante Dominga Costantino; Le note che pensano, con interventi musicali d’avanguardia a cura del Claps vocal group; In mostra il Futurismo, a cura dell’esperto d’arte Salvatore Timpano, coordinatore del Parco artistico-culturale AiParc “Umberto Boccioni”) e l’UltraArte (le opere di Achille Perilli per la prima volta a Reggio Calabria in esclusiva, Uroboro di Ms-Dos, La luce dentro gli alberi di Angela Pellicanò, Petali propulsivi di Paolo Infortuna, la Perfomance ultra figurativa di Marco Orlandi, l’Ultra itinerario con la scoperta di alcuni luoghi futuristi a cura dell’associazione Ulysses), più che futuristi come da legenda.
Quel Boccioni che ci teniamo stretto
Sotto il profilo artistico, a buona ragione «elogiamo la genialità italiana, e del Sud in particolare. Del resto – ha rilevato Elisabetta Marcianò –, Boccioni firmò un manifesto rivolto ai pittori del Meridione, riconoscendo loro una potenza creativa superiore a quella altrui. Un motivo in più per “tenerci stretto” Umberto Boccioni. E lo stesso Filippo Tommaso Marinetti soleva ripetere che il Futurismo non era un movimento solo artistico-culturale ma anche “movimento di vita”: i risultati sono stati il coinvolgimento in breve tempo di tutte le forme artistico-espressive in tutti i Paesi…».
Evidentemente, non mancano profili squisitamente reggini anche su questo versante. «Stamattina, siamo stati auditi in Commissione consiliare Cultura: come abbiamo detto in quella sede, vogliamo iniziare oggi un percorso per la città, che finisca il 19 ottobre con la cena ma che abbia almeno una settimana di “respiro” – così “Elmar” -, dando voce agli imprenditori di questa città e anche agli artisti, visto che tante città hanno costruito immense fortune sul talento d’artisti vivi e di quelli che non ci sono più. E poi, imprenditori e artisti sono accomunati dal rischio, dal coraggio e dalla lungimiranza. Al punto che secondo noi è arrivato il momento di creare un gruppo di lavoro in cui imprenditori e artisti possano operare insieme e creare “visioni”, in maniera tale da portare qui flussi turistici che, facendo perno su arte e impresa, possono sicuramente arrivare».
Il Tour futurista
Tra i capisaldi del più ampio “percorso” che condurrà alla Cena futurista, il Tour futurista (I luoghi del futurismo). E ci saranno tra questi la Biblioteca comunale “Pietro De Nava”, la Pinacoteca civica, il Palazzo della Cultura “Pasquino Crupi”, la lapide commemorativa del luogo – in piazza Duomo – che vide la nascita di Umberto Boccioni, l’ex Teatro “Siracusa” in cui, nel 1933, lo stesso Marinetti venne a commemorare il grande artista reggino, morto a soli 34 anni il 17 agosto del 1916.
Il tutto, per molti versi, epigono della significativa mostra Umberto Boccioni. Un percorso curata da Marisa Cagliostro che, a partire dall’8 febbraio dello scorso anno, fu ospitata al MarRc nel contesto del progetto “Luoghi del contemporaneo” e, successivamente, alla Pinacoteca civica.
E nella Pinacoteca di Reggio Calabria dopo il lungo stop causa pandemia, l’esposizione boccioniana è tornata visitabile e lo sarà certamente fino al 31 ottobre, anche se si sta verificando la possibilità di una proroga in modo che gli alunni delle scuole possano visitarla. Rafforzando così anche visivamente l’inscindibile legame tra Reggio e Boccioni.