Il Comune ha bisogno di fare cassa e per far quadrare i conti sindaco ed assessori hanno deciso di inserire nel piano di alienazione due “gioielli di famiglia”, prima ritenuti intoccabili, ed un terreno
Il cartello VENDESI sarà affisso (nuovamente) anche sull’ ex Macello di via Santa Cecilia e sull’ Ex Istituto di Veterinaria in via Don Blasco, entrambi di proprietà del Comune. Con la delibera che ha emendato la prima versione del bilancio di previsione 2017 (vedi qui), la giunta Accorinti ha infatti dato mandato al Dipartimento Patrimonio di predisporre un atto per l’integrazione del piano di alienazione approvato dal Consiglio Comunale nel 2015, inserendo nell’elenco i due immobili appena citati ed anche il terreno in Via Dina e Clarenza, inizialmente esclusi dai beni in vendita.
Secondo le indicazioni dell’assessore Vincenzo Cuzzola, che ha la delega al patrimonio, il provvedimento dovrà arrivare sulla scrivania del Collegio dei revisori dei conti velocemente in modo da farlo approdare in Consiglio Comunale insieme al bilancio di previsione 2017.
Il sindaco Renato Accorinti ed i suoi assessori dunque invertono decisamente la rotta e mettono sul mercato i due gioielli di famiglia, fino ad oggi considerati intoccabili (erano stati tolti dal piano elaborato dall’amministrazione Buzzanca) perché simbolo di quei beni comuni che questa giunta diceva di voler valorizzare e restituire alla collettività. Nel 2015, l’ex assessore alla cultura Tonino Perna aveva addirittura pensato di trasformare l’ex Macello in un centro internazionale di teatro e drammaturgia contemporanea (vedi qui), salvo poi lasciare quell’immobile in totale abbandono, come più volte denunciato dalla X Commissione consiliare di Palazzo Zanca (vedi qui).
Adesso – di fronte all’esigenza per il Comune di fare cassa – l’idea di recupero dell’immobile comunale di via Santa Cecilia è stata definitivamente accantonata. E chissà cosa ne penserà il Movimento Cambiamo Messina dal Basso, che considera la valorizzazione dei beni comuni un principio cardine della buona politica, quella che vola alto; non pensa al “dio” denaro, ma dona ai cittadini spazi da usufruire senza gli steccati della proprietà privata.
In attesa di vedere se ci saranno reazioni sull’inversione a U della giunta Accorinti sul piano di alienazione comunale, andiamo a vedere le modiche apportate alla proposta di bilancio di previsione 2017-2019 con gli emendamenti approvati dall’esecutivo giovedì scorso.
Come riportato nelle relazione allegata al provvedimento (vedi versione integrale in DOWNLOAD) numerosi sono gli elementi di integrazione e rettifica. Ecco le modifiche principali:
È stata innanzitutto inserita la quota annuale di recupero del disavanzo straordinario ex Dlgs. n. 118/11 in ciascuna annualità del bilancio per Euro 3,2 milioni annui. Sono stati inoltre adeguati gli stanziamenti di entrata e spesa alle previsioni formulate nel Piano di riequilibrio, tenuto conto sia degli indirizzi dettati dall'amministrazione con le deliberazioni della Giunta comunale n. 641/2016 e n. 25/2017 e sia delle comunicazioni dell'Avvocatura indicanti le intervenute riduzioni delle esigenze di accantonamento, rispetto alle più prudenti previsioni del piano di riequilibrio, per debiti potenziali e debiti relativi a contenziosi in corso (rigo 2, 3 e 4 del piano); parimenti si è provveduto a ridurre il fondo rischi di cui al rigo 1 del Piano per 17.000.000 (Euro – 2.833.333,33 annui a partire dal 2018). Tale ultima operazione è stata condotta per due ordini di ragioni: a) quanto a Euro 3.000.000 per l’accantonamento originariamente previsto e non più dovuto finalizzato a garantire parziale copertura dal rischio di un riconoscimento del Fondo di rotazione ex art. 243-ter per un importo inferiore a quello previsto nel Piano pluriennale di riequilibrio; b) Quanto a Euro 14.000.000 quale accantonamento originariamente previsto e non più dovuto finalizzato a garantire adeguata copertura per contenzioso Messinambiente/Ato; Tra le misure di cui alla Deliberazione di Giunta Municipale n. 257/17 è indicato il ricorso alla procedura del Piano concordatario in continuità aziendale di Messinambiente, per effetto della quale sono stati espunti dal Piano pluriennale di riequilibrio gli impieghi originariamente destinati a Messinambiente.
La bozza di bilancio di previsione 2017-2019 emendata prevede l’integrale ripiano, entro l’annualità 2019, dei disallineamenti del Piano di riequilibrio maturati nel triennio 2014-2016 e accertati con il monitoraggio interno elaborato dall’Ente. Complessivamente, infatti, si prevede l’integrale ripiano delle passività del Piano di riequilibrio relative all’annualità 2015 nell’esercizio 2017 per Euro 7.450.818,01, e il ripiano elle passività del Piano di riequilibrio relative all’annualità 2016 per Euro 3.125.327,24 nel 2017, per Euro 75.186,04 nel 2018 e per Euro 1.600.256,64 nel 2019.
Un’altra importante modifica rispetto al bilancio di previsione 2017-2019 approvato alla fine di dicembre riguarda il sensibile incremento degli accantonamenti annualmente previsti per il Fondo crediti di dubbia esigibilità, che si assesta intorno a 16,5 milioni circa annui (apprezzato al 70% nel il 2017 per Euro 11.494.168,82, al 85% nel 2018 per Euro 14.033.049,80, e al 100% nel 2019 per Euro 16.566.303,49).
Inoltre, rispetto al bilancio di previsione 2017-2019 approvato in Giunta il 30 dicembre 2016 risultano altresì modificate le previsioni del Piano triennale del Fabbisogno del Personale 2017/2019 e del Piano annuale delle assunzioni depositato presso i Servizi finanziari (eventualmente aggiornato, ove necessario) con il parere dello scrivente e l'istruttoria del Dipartimento Risorse umane.
Infine – come abbiamo visto in precedenza – è stata inserita un’integrazione del Piano delle dismissioni del patrimonio disponibile previsto nel Piano pluriennale di riequilibrio. Quest’ultimo è certamente l’aspetto politicamente più importante della manovra bis relativa al previsionale 2017.
Danila La Torre
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