Per Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl la decisione della Regione di bloccare l’accorpamento della Camera di Messina al blocco formato da Catania, Ragusa, Siracusa, rischi a mettere a repentaglio il futuro di tutti i dipendenti
Occupazione ad oltranza. Questa la linea unitaria adottata nel pomeriggio da FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, a seguito della decisione del presidente della Regione, Rosario Crocetta, di stoppare l’accorpamento della Camera di Commercio di Messina al blocco di Catania-Ragusa-Siracusa. “E’ una scelta insensata e scellerata. Così facendo – scrivono le organizzazioni sindacali – l’ente di piazza Cavallotti, che conta 69 mila imprese iscritte e non 80 mila (così come previsto dalla legge) non potrà accedere al fondo perequativo Si tratta di circa un milione di euro, per ogni Ente camerale, che viene dato da Unioncamere, e che per le Camere di commercio siciliane costituisce la sopravvivenza. Ricordiamo, infatti, che gli Enti camerali in Sicilia fungono anche da enti previdenziali per i propri pensionati: con la progressiva riduzione del diritto camerale annuale voluta dal Governo Renzi e la perdita del fondo perequativo è praticamente impossibile sostenersi e pagare le pensioni ai dipendenti in quiescenza. Ecco perché la volontà espressa dalla Regione ha messo in subbuglio tutto il personale”.
A rischio, secondo quanto sostenuto dai sindacati, non saranno solo le pensioni, ma anche, in un futuro più immediato, gli stipendi: “Se è vero che entro il 28 febbraio Messina non procederà all’accorpamento, già a partire dal mese di giungo i lavoratori potrebbero non avere il loro stipendio. Ed ecco che alle già numerose famiglie in difficoltà di questa città, se ne aggiungeranno delle altre, vittime di uno scontro imprenditoriale e politico che farà solo morti e feriti”.
Per le organizzazioni sindacali, l’unione con le Camere di Catania, Siracusa e Ragusa, sta creando le basi per un suo rilancio. “Purtroppo – scrivono FP CGIL, CISL FP e UIL FPL – non esistono più le condizioni per stare da soli, non abbiamo le potenzialità economiche per farlo e solo chi vive quotidianamente la vita dell’Ente camerale può saperlo. Fin quando non avremo risposte il presidio non verrà smobilitato”.