Confcommercio chiama in causa Confindustria perché faccia pressioni nei confronti dell’assessorato regionale alle Attività Produttive. Il Tribunale ha disposto che la Camera di Commercio abbia un consiglio direttivo legittimamente eletto. Il deputato regionale messinese Beppe Picciolo promette battaglia a difesa dell'ente, la presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile, convoca un tavolo tecnico
La recente decisione del Tar di Catania, che ha accolto il ricorso di Confcommercio, riapre i giochi sul futuro della Camera di Commercio nella nostra provincia. Secondo quanto disposto dai giudici amministrativi, l’ente camerale dovrà avere prestissimo un consiglio direttivo legittimamente eletto, ponendo fine al commissariamento.
“Il destino dell’Ente, a questo punto – si legge in una nota di Confcommercio, che darà seguito al percorso giudiziario intrapreso -, dipende dalla ‘vera volontà’ della politica messinese (sia locale che regionale), ma anche dal desiderio delle organizzazioni di categoria direttamente interessate a difendere l’Ente. Col ricorso al Tar, abbiamo dato un segnale inequivocabile riguardo la volontà di mantenere ‘viva’ la Camera di Commercio in una delle tre città metropolitane siciliane. A questo punto, spetta a tutte le altre associazioni, in modo particolare a Confindustria Messina, notoriamente da sempre vicina alle posizioni dell’Assessorato regionale alle Attività produttive, dare un segnale forte a chi ha deciso, nel quadro di un insostenibile disegno regionale, di sottrarre l’Ente camerale alla nostra città”.
Linea simile anche per il capogruppo all'Ars del Pdr, Beppe Picciolo: "La recente sentenza del Tar di Catania conferma che Messina deve continuare a lottare per la sua Camera di Commercio. Il patto dei democratici per le riforme è in prima linea per sostenere la titolarità in riva allo Stretto dell'Ente camerale, che non può essere immolato sull'altare di convenienze "geopolitiche" ed interessi nazionali che mortificano il nostro territorio. Io e Marcello Greco siamo – ha ricordato Picciolo – per la razionalizzazione del sistema lasciando nelle sedi di Messina, Catania e Palermo i centri gestionali, qualsiasi altra soluzione puzzerebbe di inciucio contro la terza città metropolitana dell'Isola".
Preoccupazione pure da parte della presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile, che ha trasmesso una nota al sindaco, Renato Accorinti, agli assessori della Giunta comunale, al presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, alla deputazione messinese nazionale e regionale, ai vicepresidenti del Consiglio comunale, ai capigruppo consiliari ed ai presidenti di Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Confindustria, Sada Casa e Alces. “L’appello della ConfCommercio di Messina alla politica messinese al fine d’ intervenire a difesa della Camera di Commercio non può rimanere inascoltato soprattutto a livello istituzionale – scrive la presidente Barrile. E’ impensabile, infatti, nell’ambito di un programma di ridimensionamento degli Enti camerali, che Messina, una delle tre città metropolitane della Sicilia, possa vedere soppressa la Camera di Commercio a vantaggio di altre realtà siciliane. Ritengo opportuno, pertanto, convocare con estrema sollecitudine un Tavolo Tecnico per venerdì 23 gennaio, da tenersi presso la Sala Consiliare di Palazzo Zanca alle ore 10,30 con la partecipazione delle deputazioni nazionale e regionale”.
Confesercenti, invece, punta l'attenzione in particolare sull'insediamento del Consiglio camerale, essendo stata parte attiva del precedente: "Non possiamo che auspicare – si legge in un comunicato a firma del presidente Giovanni Calabrò – la logica realizzazione della conclusione della procedura per l’insediamento dell’Organo di governo della Camera di Commercio ossia il ripristino del Consiglio Camerale. Ed anche se a tale conclusione si dovesse giungere per via giudiziaria, l’obbiettivo rimane comunque prioritario. Al contempo la Confesercenti Provinciale di Messina ritiene che sia nell’interesse dello sviluppo dell’economia messinese il raggiungimento di uno spirito unitario tra tutte le componenti che saranno chiamate a comporre il Consiglio camerale. Una intesa comune non solo tra le forze economiche, sociali, professionali ed imprenditoriali ma anche con quelle politiche ed istituzionali, al fine di rilanciare una nuova stagione di sviluppo che non può nel futuro della Città Metropolitana di Messina in alcun modo prescindere dall’esistenza della Camera di Commercio".
Ed anche la Fapi, Federazione artigiani piccole imprese, con il suo presidente Gino Sciotto, chiede tempi rapidi per le elezioni: “Messina ha bisogno di una svolta, a partire dalla Camera di Commercio che dovrà lavorare per contribuire a risollevare le sorti di un'economia ormai disastrata. Da troppo tempo ormai la Camera vive una gestione commissariale – osserva Sciotto – che sta lavorando con professionalità ma non basta. La recente sentenza del Tar di Catania conferma che Messina deve avere la sua Camera di Commercio, l’unica istituzione vicina alle esigenze delle imprese, già fortemente in crisi. Adesso auspichiamo tempi rapidi per i nuovi organi, rappresentanti delle forze sociali e produttive. Il nuovo consiglio dovrà affrontare le priorità strategiche per il nostro territorio, rivolgendo l'attenzione a tutti i settori economici della provincia. Bisogna far fronte a questa preoccupante crisi dell’imprenditoria messinese, in un quadro di sinergia tra istituzioni e associazioni di categoria”.