L’import-export italiano marittimo che transita per il canale di Suez vale oltre 150 miliardi di euro e l’attuale situazione spinge a dirottare le navi in altri porti
Gioia Tauro – Dopo la direttiva Europea che prevede la tassazione dei porti comunitari a partire da quest’anno che rischia di affossare alcuni porti, come quello di Gioia Tauro ce n’è uno ben più concreto per lo scalo calabrese, l’escalation della guerra in Medio Oriente che ha coinvolto il Canale di Suez. L’import-export italiano marittimo che transita per il canale di Suez vale oltre 150 miliardi di euro e l’attuale situazione spinge a dirottare le navi in altri porti e questo implica robusti ritardi nel carico e scarico anche da e per il porto di Gioia Tauro, tra i principali scali nazionali per container e carichi energetici. A lanciare l’allarme è il presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, l’ammiraglio Andrea Agostinelli, il quale sottolinea come gli attacchi dei ribelli Houthi e i bombardamenti anglo-americani stanno costringendo numerose compagnie a scegliere altre rotte, ben più lunghe con inevitabili rincari per i consumatori finali. Tutto questo ha già determinato già una leggera flessione, però lo stesso Agostinelli è fiducioso perché quello di Gioia Tauro è un porto modernissimo capace di ormeggiare le navi portacontenitori più grandi del mondo, ed ha due armatori terminalisti che credono nel porto di Gioia Tauro, che investono nel porto.