Tagli ai costi della politica, valorizzazione del mare e della cultura al centro del programma. Attacchi al commissario Croce e al presidente Crocetta, colpevoli di non aver mutato le situazioni di crisi di Comune e Regione. Per farlo, secondo il candidato di Sel alle primarie del 14 aprile, è necessario portare avanti una candidatura dal basso
"Il 7 marzo 1947, a Messina, davanti alla Prefettura, ci fu una manifestazione di lavoratori alla quale parteciparono anche tante donne, uno dei primi scioperi del secondo dopoguerra. Le forze armate risposero sparando sulla folla e uccidendo quattro persone. Uno dei quattro si chiamava Biagio Pellegrino, un manovale di 34 anni, padre di quattro figli. In tasca gli trovarono un pezzetto di pane. Sono qui per raccontare ai miei concittadini che Biagio Pellegrino non è morto invano".
Inizia da questa storia, Giuseppe Ramires, per spiegare i motivi che lo hanno spinto a candidarsi con Sel alle primarie del centrosinistra. Primarie che, tra dubbi, rinvii e disaccordi, dovrebbero comunque svolgersi il 14 aprile. "Ancora oggi – spiega – la nostra città un senso a quella morte non l'ha dato. Io voglio dare un contributo in questa direzione ed è per questo che, da uomo di scuola, abbraccio la battaglia politica. Sono stato chiamato da amici e credo sia arrivato il tempo di amare la nostra città più di tutto".
Docente di Italiano e Latino al liceo Emilio Ainis di Messina, Ramires è giornalista pubblicista dal 1984, ha diretto le tv locali Teletime e Telespazio ed è stato direttore del settimanale politico “l'isola”. Dal 2008 è presidente e direttore artistico dell'Associazione Musicale “Vincenzo Bellini” di Messina, uno dei più antichi sodalizi musicali siciliani, che ogni anno organizza un'importante stagione concertistica. Dal 2003 sino al 2012 è stato anche vicepresidente dell'Accademia Filarmonica di Messina. E' stato diverse volte candidato alle elezioni amministrative sia nelle file dei Democratici di Sinistra che di Rifondazione Comunista. Dal 2006 al 2008 è stato consigliere d'amministrazione dell'ATM di Messina.
Il candidato di Sel sostiene con forza l'idea delle primarie e non ha parole dolci verso chi, queste primarie, voleva evitarle. "Insieme agli altri amici che sono in competizione – afferma – stiamo dando un'importante testimonianza per ribadire che è possibile creare una candidatura dal basso, senza sopportare alcuna imposizione esterna. Nessuno di noi è più bravo dell'altro. Siamo tutti amanti della nostra città e vogliamo dare un contributo da guida di questo territorio. Qualcuno ha detto che invece c'è chi è più bravo degli altri e questo non è un buon metodo. Le regole sono state fatte e vanno accettate. Il 14 si vota e uno di noi rappresenterà il centrosinistra alle prossime elezioni del 9 e 10 giugno. E' giusto così. Solo la buona politica può farci risorgere, non certo una gestione commissariale. Non mi pare che l'attuale commissario stia dando grande esempio di virtù perché è troppo semplice eseguire tagli, dire che siamo al default. Bisogna scindere e valutare chi in questa città ha fatto bene e chi invece ha fatto molto male e dovrebbe ritirarsi".
Ramires entra poi nel merito del suo programma: "La prima cosa che farò da sindaco sarà tagliare del 50 % lo stipendio del sindaco, degli assessori, spero anche dei consiglieri comunali, perché noi dobbiamo dare l'esempio da buoni padri di famiglia. Non possiamo chiedere ai cittadini sacrifici immensi senza dare il buon esempio. La buona politica può venire da chiunque. Certo, il centrodestra che ha governato questa città non sembra avere le carte in regola. E' possibile che cambi ma i segni non vanno in questa direzione. Non si può confondere il centrosinistra col centrodestra. Bisogna giudicare chi ha operato e chi ha guardato gli altri distruggere la nostra città, tutti i comparti lavorativi, costringendola ad una crisi profonda che sembra irrecuperabile. E' mancato il dialogo col governo nazionale che ha smantellato le ferrovie, il dialogo col governo regionale che impedisce alle associazioni serie, come la mia, di operare onestamente perché, insediati da sei mesi, non si degnano ancora di fare una lettera per dirci cosa dobbiamo fare per chiedere i contributi e continuare a far suonare i nostri musicisti, a deliziare i nostri concittadini con concerti e spettacoli. Ancora oggi, con questo presidente, siamo trattati come se fossimo cittadini di serie B. Se Crocetta vuole dare segni di cambiamento deve mutare il suo atteggiamento".
"I miei alunni – parla da insegnante – studiando le cause della rivoluzione francese, mi hanno detto che sono molto simili alla nostra attuale situazione. I nobili rubavano alla povera gente, non pagavano le tasse, come oggi in Italia. Siamo una città povera, dicono. Lo siamo, ma vediamo sfrecciare tantissime macchine di lusso, quindi tanto poveri non siamo. C'è un reddito che proviene probabilmente da mancate dichiarazioni. I messinesi non devono più farsi passare come carri armati sulle loro teste le volontà che nascono nei salotti di questa città, con le logge massoniche".
Due i punti principali al centro del discorso di Ramires, nell'ottica della rinascita della città: il mare e la cultura. "Messina è una città di mare però spesso non ci possiamo arrivare perché sono state create delle barriere e quando ci arriviamo è il degrado. L'esempio emblematico è la zona falcata che rappresenta la distruzione di una delle parti più belle del mondo. I greci si sono fermati subito davanti alla falce, noi invece cosa ne abbiamo fatto? E quello che abbiamo fatto non l'abbiamo saputo neanche mantenere perché i cantieri sono praticamente chiusi e qualcuno pensa di poter fare una bella colata di cemento. Un po' di cemento ci può anche stare, un poco però. Perché dobbiamo progettare qualcosa di serio: il più grande acquario del mondo, il grande museo del terremoto del 1908. In qualunque città del mondo, Messina è ricordata per quel terremoto. Ma a Messina stessa no. Nelle nostre biblioteche, abbiamo materiali incredibili per fare una cosa che attirerebbe chiunque da tutto il mondo, come hanno fatto a San Francisco, il cui museo è visitato da milioni di persone ogni anno. A Messina spendiamo soldi in pubblicazioni inutili per il centenario, quando invece avremmo potuto fare il libro bianco dei morti del terremoto. Chi erano questi messinesi che sono morti? Quella è la nostra storia. Anche quel comitato è stato gestito così come qualcuno vorrebbe gestire queste elezioni, calando decisioni dall'alto e senza guardare i curricula".
"La cultura, la musica, la letteratura, la poesia, l'arte – prosegue Ramires -. Messina è un fiorire continuo di artisti ma il Comune tratta tutti con disprezzo. Bisogna chiedere l'elemosina, quando invece una città dovrebbe promuovere la propria arte e farla diventare produttiva. Il teatro Vittorio Emanuele è stato rovinato dalla politica che ha pensato di costruire stipendi. Ora ci sono i debiti, come al Comune, dove per anni si è assunto quando non si poteva assumere. Io ho fatto per due anni il consigliere d'amministrazione dell'Atm. Una volta ho fatto un'ispezione nelle officine e ho rischiato la pelle. Da allora le cose sono anche peggiorate. Una situazione che ha dei responsabili, dovremmo fare una class action contro i colpevoli, perché non lo siamo tutti".
Quand'è che i messinesi potranno finalmente avere una speranza? "Io dico che accadrà – conclude – quando chi guiderà la nostra città avrà rigore, onestà intellettuale e saprà ascoltare. Non si deve concedere spazio a chi pensa di fare affari in proprio sulla nostra pelle, com'è invece successo col sistema clientelare che ancora oggi è in vigore".
(Marco Ipsale)
SINCERAMENTE..CI SIAMO ROTTI LE SCATOLE DI CHIACCHIERE E SPERANZE…NON DITE PIU’ NULLA…FATECI VEDERE FATTI.
LE STELLE..LE OPERE CHE SI POTREBBERO FARE O NON FARE..I POLITICI CORROTTI O NON…BASTA ADESSO CON LE POESIE.
LA GENTE E’ ARRIVATA ALLO STREMO, E’ EMERGENZA, E QUANDO SEI AL PRONTO SOCCORSO E TI STA PER MORIRE UNO FRA LE MANI, NON PUOI FARE FILOSOFIA.
“I messinesi non devono più farsi passare come carri armati sulle loro teste le volontà che nascono nei salotti di questa città, con le logge massoniche”
Questo è il punto, ma su questo i poteri forti di questa città ci marciano da sempre perché sanno che il messinese è generalmente ignorante, opportunista e saltafossi.
Devo dire che la Sinistra MEssinese mi ha proprio convinto…..voterò 5stelle!!!!
COME SIETE ACCATTIVANTI CON LE VOSTRE INNUMEREVOLI PROPOSTE.
NON C’E’ NULLA CHE FA UNA PIEGA, OTTIME IDEE MA PARAGONARCI
A S. FRANCISCO MI SEMBRA LUNGIMIRANTE ! E POI COME HA GIA’
SOTTOLINEATO QUALCUNO NON CI TEDIATE OLTREMODO CON
TUTTI QUESTI VENTAGLI DI PROPOSTE AMBIZIOSE CHE SARANNO
DIFFICILMENTE ATTUATE PER LA SITUAZIONE DI INDEBITAMENTO
IN CUI CI TROVIAMO.
E VAI CI VOLEVA PROPIO UN ALTRA CANDIDATURA A SINDACO ORMAI O PERSO IL CONTO MA SECONDO VOI CREDETE CHE I MESSINESI SONO VERAMENTE BABBI O BUDDACI QUESTE CANDIDATURE SONO SOLO X DIVEDERE IL VOTO E POI USCIRETE TUTTI ALLO SCOPERTO PER APPOGGIARE UN SINDACO DI DX E SX E POI TUTTI QUESTI FUTURI SINDACI NON ANNO NEANCHE I VOTI X FARSI ELEGERE AL CAPO CONDOMINO E ALLORA BASTA BASTA BASTA SE NO CANDIDO ANCHE IL MIO GATTO E PRENDERA PIU VOTI DI VOI MA FINITELA AD OGNUNO DI VOI LO SA CHI CE DIETRO POVERA MIA MESSINA IN CHE MANI SIAMO
ma i valori della resistenza non tirano più’.leggiti bene quello che è veramente accaduto nel 1947 alla prefettura.
Non 5stelle, ma Renato Accorinti. Lui è l’unica vera alternativa con proposte serie, ragionate e concrete.