MESSINA. Utilizzare i fondi sull’imposta di soggiorno (o eventualmente i proventi delle sanzioni amministrative) per l’installazione di cartelloni informativi, insegne e itinerari che segnalino tutti i monumenti e i siti di interesse di Messina. È la richiesta presentata all’Amministrazione comunale dalla consigliera del M5s Cristina Cannistrà,.
Il potenziale turistico
La rappresentante del Civico Consesso sprona la Giunta affinché si valorizzi il più possibile il potenziale turistico della città, mai sfruttato appieno nonostante la presenza di numerose chiese, palazzi, scalinate e beni di grande valore storico, culturale e architettonico, oltre alle tante bellezze naturali e paesaggistiche.
«Quella del turismo è una tematica affrontata più volte nel corso degli ultimi anni, ma finora ci si è limitati alla teoria, senza mettere in pratica nulla che possa attrarre visitatori e convincere i tanti turisti di passaggio a soggiornare in città. Una questione annosa, ma sempre attuale, è quello dei crocieristi, che il più delle volte vagano senza una meta per le vie del centro, senza punti di riferimento » .
La tassa di soggiorno
« Al netto di progetti a lungo termine, e di una necessaria programmazione a 360° – prosegue – nell’immediato basterebbe investire i soldi sull’imposta di soggiorno, spesso utilizzati per progetti che poco hanno a che fare con la promozione turistica o per eventi “mordi e fuggi” con una ricaduta discutibile in termini di visibilità e promozione, per rendere la città più attrattiva e al passo con le altre realtà del Mezzogiorno. Un’iniziativa semplice e a poco costo, che potrebbe dare nuova linfa al turismo e all’economia cittadina, lasciando sul territorio qualcosa di tangibile » .
Il paradosso
« È paradossale, ad esempio, che i tanti turisti che ogni settimana sbarcano in porto non sappiano nemmeno cosa sia il MuMe e quali opere siano esposte, quando proprio le opere di Caravaggio e Antonello dovrebbero essere uno dei nostri principali biglietti da visita, da “sventolare” già sulla banchina del molo (e poco importa se la competenza sia regionale). Un’idea, ad esempio, potrebbe essere quella di realizzare delle gigantografie o dei totem proprio al porto, con le opere più famose esposte al museo e a corredo le informazioni per raggiungerlo » .
I beni poco valorizzati
« Naturalmente si tratta solo di un esempio: lo stesso discorso – conclude – vale per tutti i beni della città poco valorizzati e spesso ignorati dagli stessi messinesi. I fondi ci sono: solo nel 2018 la tassa di soggiorno ha permesso di raccogliere più di 255mila euro, spesso destinati però ad eventi e iniziative di dubbia valenza culturale che non contribuiscono di fatto alla crescita della città».