Processo riaperto, in secondo grado, e nuovo dossier medico, per chiarire la responsabilità dei 10 sanitari indagati
MESSINA – Slitta al febbraio prossimo il processo d’appello sul caso di Lavinia Marano, morta poco dopo il parto, nel 2016, a soli 44 anni. I giudici di secondo grado, dopo aver riaperto l’istruttoria dibattimentale, hanno dato il via alla nuova perizia, chiesta per stabilire le effettive responsabilità, nella tragedia della cantante scomparsa dopo aver dato alla luce il primo figlio.
Nuove consulenze
I periti sono stati incaricati formalmente ieri mattina in udienza. Si tratta del professor Stefano De Pasquale Ceratti, specialista in medicina legale, e il dottor Paolo Scollo, direttore di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Ad entrambi i giudici hanno chiesto in sostanza una nuova perizia medico legale, per stabilire effettivamente cosa ha portato alla morte di Lavinia e se il trattamento che ha ricevuto è corretto o se da parte di qualche sanitario c’è stata negligenza. Le operazioni peritali cominceranno a Roma, appena qualche giorno dopo Natale. Si sono riservati qualche settimana per depositare le proprie conclusioni, che saranno agli atti entro fine gennaio 2024.
La sentenza da ridiscutere
Il processo di primo grado si è chiuso il 22 dicembre 2022 con la condanna di 4 medici e l’assoluzione di altri 6 camici bianchi. La Procura ha però fatto appello chiedendo la condanna anche per i sei scagionati.
La morte di una neo mamma
Lavinia Marano era molto nota in città per la sua attività di cantante. Aveva dato alla luce Francesco al Policlinico. Inizialmente tutto sembrava essere andato per il meglio: piccolo e mamma erano in ottime condizioni. Lei aveva scelto il parto naturale ma in corso d’opera si è optato per il cesareo. In poche ore però tutto è precipitato e Lavinia ha esalato l’ultimo respiro all’alba del giorno dopo. La sua famiglia si è costituita parte civile, assistita dagli avvocati Giovanni Caroè e Nunzio Rosso e Franco Rosso.