Il deputato regionale del Pd chiede al Presidente Crocetta di commissariare l'Ente che ormai non riesce più a garantire alcuna attività. Nel frattempo il fronte sindacale della vertenza si spacca sempre più, la Fistel Cisl in disaccordo con le strategie degli altri sindacati.
Commissariare subito il Teatro Vittorio Emanuele. Lo chiede senza mezzi termini al Presidente della Regione Crocetta il deputato del Pd Franco Rinaldi. “Commissariare per tentare di arginare quello che, ai più, appare come un inevitabile tracollo e per dare un segnale forte ad una città, già priva di amministrazione, e sempre più abbandonata a se stessa”. Questa la motivazione che il deputato regionale ha messo nero su bianco in una lettera inviata al governatore. Già da diversi anni l’Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina versa in una situazione economica e gestionale che non solo ne impedisce la normale programmazione, ma ostacola qualunque tipo di progetto per il rilancio di un teatro rimasto ormai, se non l’unica, la più significativa realtà artistica cittadina. Rinaldi ricorda al Presidente che tutte le maestranze sono in stato di agitazione da mesi per il ritardo del pagamento degli stipendi e la mancanza di prospettive, sono pronti allo sciopero e non sono intenzionati a fermarsi. “E’ evidente, ormai, l’assoluta distanza tra maestranze e Consiglio d’Amministrazione, accusato non aver saputo porre rimedio alle storiche criticità che affliggono l’Ente”. Ecco dunque il duro affondo di Rinaldi che scrive che “la decisione non è più procrastinabile, già in passato io stesso avevo sollecitato l’invio di un Commissario che prendesse in mano la situazione”. A Crocetta ricorda che era stato lui in primis a parlare di questa ipotesi come dell’unica scelta possibile per provare a restituire un futuro al teatro. Adesso non c’è più tempo da perdere.
Intanto gli screzi non mancano anche tra i vari sindacati. Che ormai i fronti sindacali si fossero spaccati era chiaro da qualche mese. Nel frattempo non sono mancati duri botta e risposta a suon di comunicati stampa e forti prese di posizione con proteste e manifestazioni che ultimamente hanno visto in campo tutte le organizzazioni tranne la Cisl. In questi giorni i riflettori sul teatro messinese si sono prepotentemente riaccesi. Slc Cgil, Uilcom-Uil, Fials-Cisal e S.A.Di.R.S. hanno proclamato lo sciopero per domani, giorno in cui dovrebbe andare in scena la prima del Rigoletto che rischia ovviamente di non veder alzare il sipario, dal Cda dell’Ente di via Garibaldi è arrivato un disperato appello alla collaborazione e all’unità, ma i sindacati non hanno intenzione di mollare la presa. Ancora una volta tutti tranne uno. Totalmente diversa la posizione della Fistel Cisl che dice la sua sia sulla protesta indetta per domani, sia su quale dovrebbe essere la strada da percorrere per porre fine a questo stato di assoluta incertezza.
Il sindacato è consapevole che le problematiche del Vittorio Emanuele non siano risolvibili dentro le mura del Teatro e che è necessario coinvolgere le Istituzioni e la deputazione messinese che finora ha brillato per il suo assordante silenzio. A parlare è la segretaria provinciale della Fistel Cisl di Messina Cettina Pizzo che ricorda invece la via battuta dal suo sindacato.
“Abbiamo più volte invitato il Presidente Crocetta a organizzare un percorso finalizzato a definire una volta per tutte le questioni del Teatro che devono essere valutate nel complesso e non per singoli argomenti. I finanziamenti regionali, l’Orchestra, la Pianta Organica, i lavoratori precari, l’equiparazione ai livelli regionali sono temi che non possono essere trattati in maniera disgiunta poiché parti integranti gli uni degli altri. Abbiamo ribadito più volte come, secondo noi, le proteste sono utili e necessarie per rendere evidente la difficile condizione del Teatro ma non possono essere alternative e disgiunte dalla concreta azione di tavoli tecnici e da chiare e coerenti relazioni sindacali”.
Poco velate le critiche mosse alle altre organizzazioni coinvolte nella vertenza del Vittorio. “Le posizioni intransigenti e pretestuose non sono compatibili con il ruolo sindacale che è fondato sulla mediazione e sul confronto anche con un Consiglio d’Amministrazione che è stato da noi più volte criticato nei mesi scorsi sino a chiederne, per primi, le dimissioni”.
E poi la spiegazione del disaccordo sullo sciopero di domani. “Rispettiamo di altri sindacati, ne condividiamo le motivazioni, ma pensiamo sia sbagliato far pagare le difficoltà del Vittorio Emanuele ai cittadini costretti a rinunciare alla possibilità di assistere a uno spettacolo unico, un’opera lirica messa in scena faticosamente da tutte le maestranze del Teatro, contribuendo per altro a disperdere le esigue risorse utilizzabili. Riteniamo sbagliato ignorare il fatto che almeno il 50% dei dipendenti del Teatro non condivida i percorsi sindacali attuati, in ultimo, con la scelta dello sciopero. Invitiamo quindi il Presidente della Regione, l’Assessore Regionale al Turismo, il Commissario del Comune e il Presidente della Provincia di Messina e tutta la deputazione messinese ad attivare un tavolo tecnico che possa, dopo 27 anni, affrontare e definire le questioni in essere”.(Francesca Stornante)
E VA BE CARO ONOR, LI TEATRO LO POSSIAMO SPOSTARE SULLA LUNA CHE NE DICE CHISSA LA SI TROVA QUALCHE EURO X QUESTI LAVORATORI DAI PROVIAMOCI DITELO A CROCETTA NON SI SA MAI
Rinaldi chi? volevate dire il cognato di Francantonio Genovese?pure pensa?