Dopo la richiesta di risarcimento danni avanzata da Sindoni, l'assessore provinciale alla viabilità ribalta la situazione: “I geometri della Provincia, a suo tempo, hanno dichiarato in giudizio che la strada è comunale. Se sono stati ugualmente svolti degli interventi è perché era la via dei benefici di nome e di fatto. Ma a questo punto, se ci saranno i presupposti, saremo noi a rivalerci per l’esecuzione di lavori non dovuti”.
“Via Benefizio è di proprietà del Comune di Capo d’Orlando. In merito ai lavori già effettuati dalla Provincia regionale, non sotto la mia gestione, stiamo valutando se ci sono i presupposti per rivalerci sul Comune”: a dare un responso definitivo, dopo le richieste del sindaco Enzo Sindoni alla Provincia regionale, affinché provvedesse alla manutenzione della strada che collega la Consolare Antica alla Statale 113, è l’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Dario La Fauci, dopo avere effettuato gli accertamenti del caso all’ufficio Patrimonio di Palazzo dei Leoni.
La Fauci ribalta così la situazione, dopo le pretese del primo cittadino e la sua decisione di chiedere il risarcimento dei danni all’ente provinciale: “I geometri della Provincia, a suo tempo, hanno dichiarato in giudizio che la strada è comunale. Se sono stati ugualmente svolti degli interventi è perché, evidentemente, era la via dei benefici di nome e di fatto. Ma a questo punto, se ci saranno i presupposti, saremo noi a rivalerci per l’esecuzione di lavori non dovuti”.
“Gli approfondimenti fatti dall’assessore La Fauci” – aggiunge il presidente, on. Nanni Ricevuto, – “sono stati utili per ribadire l’estraneità della Provincia rispetto alla titolarità della via Benefizio. Se benefizi si sono potuti arrecare in passato, ciò è stato fatto per una condizione finanziaria dell’Ente certamente diversa rispetto a quella odierna e, ovviamente, in ossequio al principio di sussidiarietà, per risolvere, comunque, problemi della comunità orlandina”.
“Oggi, ahimè” – conclude il presidente – “le condizioni delle casse provinciali sono del tutto diverse e, pertanto, allo stato, non ci resta che manifestare il nostro più vivo rammarico per non potere intervenire opportunamente”.