Capo d'Orlando: per salvare la stagione puntiamo sul turismo sicuro

Capo d’Orlando: per salvare la stagione puntiamo sul turismo sicuro

Alessandra Serio

Capo d’Orlando: per salvare la stagione puntiamo sul turismo sicuro

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giovedì 14 Maggio 2020 - 07:30

Salvare le spiagge libere e varare un cartellone di richiamo con attività "in sicurezza". Ecco la ricetta di Capo d'Orlando per salvare la stagione turistica dopo lo tzunami coronavirus

In attesa di leggere le disposizioni governative in forma ufficiale, a Capo d’Orlando si lavora alla stagione turistica. “Stiamo programmando un cartellone di attività che sia di richiamo, valorizzeremo le attività che possono essere svolte in sicurezza, cercando di trasformare in opportunità tutte quelle che appaiono oggi restrizioni alle nostre libertà“.

Franco Ingrillì non perde tempo. Il sindaco della cittadina tirrenica, dirimpettaia delle Eolie e secondo centro turistico della provincia dopo Taormina, è a lavoro per le riaperture di lunedì ma anche e soprattutto in vista dell’estate. E annuncia un cartellone di attività che mirano a sostenere il turismo. Una impresa, con le restrizioni di sicurezza? “Non è semplice, ma si può fare. Ma è ancora tutto in via di organizzazione, non posso dire di più”, spiega il primo cittadino di Capo d’Orlando.

LE RIAPERTURE DEL 18 – Nel centro tirrenico gli esercizi commerciali in senso stretto sono circa 500. La cittadina costiera nebroidea è il punto di riferimento commerciale dell’intera zona tirrenica a cavallo tra Patti e la provincia palermitana. Ad esclusione delle attività di ristorazione e similiari – quasi tutti hanno proseguito l’attività in queste settimane tramite il domicilio e l’asporto – il grosso dei negozianti si prepara alla ripartenza del 18. Quasi tutti pronti per alzare le saracinesche in regola con tutti i requisiti di sicurezza richiesta.

Discorso diverso per gli altri circa 150 operatori delle attività turistiche in senso lato, dai gestori dei lidi agli alberghi e strutture ricettive varie. e per la gestione degli oltre 13 chilometri di spiaggia, quasi tutta libera.

SALVARE IL TURISMO – “Aspettiamo di leggere le disposizioni nel dettaglio. Ma non si può pensare che i comuni medio piccoli possano gestire spiagge contingentate senza incontrare grosse difficoltà organizzative, con le risorse economiche oggi a disposizione dei municipi – dice il primo cittadino di Capo d’Orlando – né l’unica scelta può essere privatizzare le spiagge libere, che tali devono restare.”

L’altro nodo sono gli affitti privati, una buona fetta dell’accoglienza extra alberghiera orlandina. “Abbiamo chiesto tempo agli operatori in vista di disposizioni governative chiare – spiega Ingrillì – e anche per poter dettare regole altrettanto chiare a loro. Si pensa alle riduzioni degli affitti per attirare presenze, ma anche agli sgravi per i proprietari degli immobili, che saranno inseriti nei sostegni a tutte le attività economiche ricadenti nel comune”.

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