La Fim Cisl e la Fisascat Cisl hanno deciso, quindi, di sollecitare un nuovo incontro con il Prefetto di Messina per capire quale potrebbe essere il futuro occupazionale dei lavoratori alla luce della nuova assegnazione dei marchi Fiat su Messina e provincia
Capodanno da disoccupati per i lavoratori delle concessionarie Fiat della Qmotors. L’azienda con punti vendita su Messina e provincia ha inviato le prime lettere di licenziamento con decorrenza 29 dicembre. Nei giorni scorsi si era chiusa, infatti, negativamente la procedura presso l’Ufficio Provinciale del Lavoro.
La Fim Cisl e la Fisascat Cisl hanno deciso, quindi, di sollecitare un nuovo incontro con il Prefetto di Messina per capire quale potrebbe essere il futuro occupazionale dei lavoratori alla luce della nuova assegnazione dei marchi Fiat su Messina e provincia.
“Chiederemo al Prefetto – spiegano Nino Alibrandi e Alessio Gennaro – di convocare i rappresentanti in Sicilia della Fiat per studiare una soluzione che porti al riassorbimento dei lavoratori nelle nuove concessionarie per non perdere il patrimonio professionale acquisito negli anni sui mezzi del marchio Fiat. Si tratta anche di evitare un grave problema sociale in città e in provincia visto che rimangono a casa 40 persone, quasi tutti con monoreddito”.
Il conto salato delle riorganizzazioni,pubbliche o private che siano,lo pagano sempre i lavoratori.Succede anche nella Sanità Siciliana,dove si costringe i LABORATORI DI ANALISI con prestazioni annue inferiori a 200.000 ad aggregarsi con un CENTRALIZZATO,diventando di fatto un PUNTO di ACCESSO del prelievo del sangue. Quasi tutti i laboratori a Messina, tranne uno o forse due eccezioni non raggiungono questo limite, per cui dovranno aggregarsi ai CONSORZI esistenti in provincia o addirittura a Catania. Il personale previsto nei PUNTI DI ACCESSO è inferiore rispetto al laboratorio di analisi esistente, quindi licenziamenti inevitabili. C’è un aspetto grave della vicenda, i siciliani non sanno nulla che quel laboratorio di fiducia sparisce.
Il conto salato delle riorganizzazioni,pubbliche o private che siano,lo pagano sempre i lavoratori.Succede anche nella Sanità Siciliana,dove si costringe i LABORATORI DI ANALISI con prestazioni annue inferiori a 200.000 ad aggregarsi con un CENTRALIZZATO,diventando di fatto un PUNTO di ACCESSO del prelievo del sangue. Quasi tutti i laboratori a Messina, tranne uno o forse due eccezioni non raggiungono questo limite, per cui dovranno aggregarsi ai CONSORZI esistenti in provincia o addirittura a Catania. Il personale previsto nei PUNTI DI ACCESSO è inferiore rispetto al laboratorio di analisi esistente, quindi licenziamenti inevitabili. C’è un aspetto grave della vicenda, i siciliani non sanno nulla che quel laboratorio di fiducia sparisce.