Anche all'Atm è finito il carburante, bus fermi in deposito

Anche all’Atm è finito il carburante, bus fermi in deposito

Francesca Stornante

Anche all’Atm è finito il carburante, bus fermi in deposito

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lunedì 20 Maggio 2013 - 14:38

Questa mattina 4 mezzi non sono usciti, nel pomeriggio altri 7 hanno dovuto fermare le corse. Per il Direttore d'esercizio La Cava il problema non è economico, ma c'è un documento che direbbe il contrario. Durissimo Michele Barresi dell'Orsa:"L'azienda è fallita".

Problemi su problemi, una campagna elettorale che forse ha distratto un po’ l’attenzione da quelle che sono le emergenze irrisolte della città e una matassa che si ingarbuglia sempre più. Atm, nuova puntata della saga. Perché se a Messinambiente i problemi con il carburante sono all’ordine del giorno, oggi è toccato all’azienda di via La Farina. Questa mattina quattro mezzi sono rimasti fermi in deposito. In strada ne sono usciti circa una ventina. Il Direttore d’Esercizio Guglielmo La Cava ha spiegato che lo stop è stato causato da un ritardo dei fornitori del carburante e che già nel pomeriggio tutto sarebbe tornato alla normalità. Dunque, secondo La Cava, nessun problema finanziario alla base del mancato rifornimento dei mezzi. Solo un “contrattempo” che ha ritardato la consegna del carburante. Ma già nelle prime ore del pomeriggio altri sette mezzi hanno dovuto fermare le loro corse e rientrare in deposito perché con i serbatoi quasi a secco. Bus rimasti in strada: non più di quindici.

In azienda la versione del ritardo dei fornitori aveva convinto poco già da questa mattina e il timore, quasi certezza, è che nelle casse dell’Atm non ci sia più neanche un centesimo. C’è, tra l’altro, un documento che non fa sperare nulla di buono. E’ datato 14 maggio, le firme in calce sono quelle del Direttore Generale Claudio Conte e del Direttore Amministrativo Ferdinando Garufi e la lettera è indirizzata al Commissario Croce, al Commissario Atm Spicuzza, al Ragioniere Generale Coglitore, al Dirigente alle Partecipate Cama. Una la richiesta che i vertici dell’Atm hanno messo nero su bianco in quel documento: il pagamento immediato di 1.416.000 euro relativi al dodicesimo del mese di maggio. Pagamento immediato per far fronte “parzialmente al pagamento del saldo della retribuzione ai dipendenti del mese di febbraio, delle retribuzioni relative alle mensilità di Marzo e Aprile, nonché per il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali che ammontano a 4.300.000” si legge testualmente. Dunque si chiedevano urgentemente i soldi per riuscire a pagare parte degli stipendi ai dipendenti che non percepiscono soldi ormai da febbraio. Ma c’è di più. Facendo presente una situazione finanziaria gravissima, i due Direttori scrivevano che “questa azienda non sarà a breve nelle condizioni di poter assicurare il servizio se non attraverso un intervento straordinario del Comune non avendo risorse indispensabili per l’approvvigionamento dei beni dai fornitori strategici (gasolio e ricambi)”. E’ trascorsa una settimana da quel documento, il Comune non ha versato alcuna somma nelle casse dell’Atm, facile immaginare che quanto accaduto oggi sia naturale conseguenza di una situazione difficilissima.

Legittimi naturalmente i timori dei lavoratori che si sono visti anche bloccare la possibilità di ricevere acconti in sostituzione degli stipendi, soluzione tampone che l’azienda aveva individuato nelle scorse settimane per provare a dare un po’ di respiro ai dipendenti ormai al collasso.

Durissimo il segretario Orsa Michele Barresi che ricorda gli innumerevoli allarmi lanciati soprattutto negli ultimi mesi. L’ultimo, in ordine di tempo, risale proprio a quello stesso 14 maggio in cui si segnalava proprio l’aggravarsi della cronica vertenza Atm con un serio rischio sia per l’occupazione che per il servizio reso all’utenza. Oggi il sindacalista rincara la dose. “Si è trascurato per troppo tempo un problema che adesso sta esplodendo in tutta la sua gravità. L’azienda è fallita e bisogna prenderne atto. Siamo arrivati al punto che si sta decidendo se pagare il gasolio o gli stipendi. Che prima pensino al pane dei lavoratori. E magari si svegli anche la città che forse non ha ancora capito che il servizio di trasporto pubblico è finito”.

(Francesca Stornante)

5 commenti

  1. 600 dipendenti per 20 vetture (tram inclusi, quando va bene). Il rapporto personale-mezzi è 30:1. Non male, direi.

    Alla faccia del principio di buon andamento, congruità, logicità, efficacia, efficienza ed economicità.

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  2. Quale è la differenza tra tutti fermi e 20 marcianti per coprire oltre 50 km di tragitto?
    Gli amministratori, i consulenti ed i dirigenti hanno percepito le loro spettanze?
    Se sì, hanno ragione di dire che nell’ATM non esiste problema finanziario, in caso contrario debbono dire di sì per coprire i loro padrini politici.
    Prima di invocare l’intervento della città è necessario dire cosa fanno i dipendenti (circa 700) e perchè le vetture disponibili sono soltanto 20.
    Gli autobus che permangono guasti nei piazzali chi li dovrebbe riparare il Padre Eterno?

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  3. non è così devi togliere quelli della sosta e quelli dedicati alla pulizia (non applatata fuori) sono più di 140.

    Dal totale di 560 devi togliere 140 fa 420.

    Il 420, compresa officina ed uffici, diviso 40 mezzi (non 20) fa 10 ma la soluzione non è licenziare i dipendenti ma comprare gli autobus e farli guidare dal personale. Ma loro (chi governa la città e l’atm) pensano ad altro: COMPRATE GLI AUTOBUS!!!!!

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  4. caprafrank o come ti chiami. ma ci credi veramente a quello che scrivi? qua ci siamo fatti matte risate!

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  5. E’ stupendo, la matematica non dovrebbe essere un’opinione, ma nella mia città lo diventa !!!!

    Di seguito un piccolo stralcio del Bilancio 2011 di ATM Milano ( ironia della sorte, stesso nome) quello che mi fa impazzire, a parte i 5 milioni di utile, sono i quasi 3 milioni di ricavi da rimozione d’auto e per il resto è chiaro che i dipendenti lavorano seriamente e l’utente paga il biglietto!!!

    Tornando alla matematica Atm Milano nel 2011 gestiva un’area metropolitana di 7.000.000 di abitanti con 9.379 dipendenti quindi un rapporto di 1 dipendente ogni 749 abitanti, Atm Messina nello stesso periodo aveva 240.000 abitanti con 600 dipendenti, quindi un dipendente ogni 400 abitanti.

    Anche riducendo la differenza, per le economie di scala che si hanno aumentando il numero di dipendenti, è chiara l’enormità degli esuberi.

    Andate a lamentarvi con i vostri padrini politici.
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    Il gruppo ATM nel 2011 ha fatturato 913,974 milioni di euro[14]:

    Bilancio 2011 707,445 milioni dal trasporto pubblico locale, di cui
    39,850 milioni realizzati in Danimarca (gestione Metropolitana di Copenaghen)
    5,861 milioni realizzati in Arabia Saudita (gestione Metropolitana di Riyadh)
    664,734 milioni realizzati in Italia
    23,311 milioni dai parcheggi e dalle soste
    2,979 milioni per rimozione auto
    1,400 milioni da car sharing
    48,491 milioni da contributi CCNL
    130,348 milioni da altri ricavi e proventi

    817,038 milioni di valore della produzione, margine operativo lordo di 96,936 milioni, utili per 5,136 milioni. Patrimonio netto di 1,78 miliardi, 504,95 milioni di debiti, media occupazionale di 9.379 dipendenti.

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