Stabili ma ancora gravi le condizioni del trentenne trovato riverso in una pozza di sangue in un capannone. I militari sono a lavoro per individuare il responsabile e stanno imterrogando diverse persone. Si indaga anche su possibili correlazioni col suicidio di un anno fa.

E' ancora in gravi condizioni il marocchino trentenne trovato in fin di vita stanotte in un capannone del rione Taormina. L'uomo, dopo il primo soccorso al Policlinico è stato trasferito al Papardo dove è sotto stretta osservazione. A lavoro sul caso ci sono i carabinieri della Compagnia Messina Sud, ai comandi del maggiore Paolo Leoncini, che stamane stanno già interrogando diverse persone e contano di chiarire l'episodio in fretta.

Chi ha usato la lama sulla vittima per tagliargli la gola, perô, ha provato a dileguarsi. Gli investigatori al momento puntano ad un regolamento di conti tra connazionali, ma i fatti sono recentissimi e nessuna pista è esclusa. Ancora in corso i rilievi della Scientifica sul capannone di Maregrosso dove il trentenne è stato trovato riverso in una pozza di sangue. Si cerca di capire, anche, se ci sono collegamenti con la morte di Michele Bettini, il quarantaseienne trovato impiccato nell'aprile dello scorso anno. Si tratta infatti dello stesso edificio abbandonato di via Avellino.

Soltanto il tempestivo allarme, dato da un'abitante della zona svegliata intorno all'una dalle grida, ha permesso l'intervento immediato dei soccorsi, salvandogli la vita. Alessandra Serio