Un’edizione particolare, quella del 2017, incentrata sui “Simboli dell’Arma” e accompagnata dall’Agenda dedicata alla “Musica nell’Arma”. A presentarla, stamattina, è stato il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Messina, Iacopo Mannucci Benincasa.
“E’ ormai diventato un oggetto di culto, presente in tantissime case italiane, con una tiratura di 1milione e 300mila copie, di cui quasi 10mila in altre lingue quali inglese, francese, spagnolo, tedesco e arabo”. E’ stato il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Messina, Iacopo Mannucci Benincasa, a presentare stamattina il nuovo Calendario Storico dell’Arma. Un’edizione particolare, quella del 2017, incentrata sui “Simboli dell’Arma” e accompagnata dall’Agenda dedicata alla “Musica nell’Arma”. “Il successo di questo prodotto – ha continuato Mannucci – è indice dell’ dell’affetto di cui gode la Benemerita, sia del valore dei suoi contenuti, che ne fanno un pezzo editoriale apprezzato, ambito e presente nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro, a testimonianza del fatto che in ogni famiglia c’è un Carabiniere”.
LA STORIA. Nato nel 1928, dopo l’interruzione post-bellica dal 1945 al 1949, il Calendario tornò a vivere nel 1950 e da allora è stato puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dei Carabinieri e della stessa Storia d’Italia. La pubblicazione ha una rilevanza particolare per la famiglia dell’Arma, poiché rappresenta motivo di coesione attorno a un oggetto semplice eppure significativo, ispirato ai valori nei quali si riconosce ogni carabiniere, da un capo all’altro d’Italia. Le tavole del Calendario, per l’edizione 2017, sono state ideate e realizzate sotto la direzione artistica di Silvia di Paolo. Il filo conduttore che lega i 12 mesi è quello dei simboli. “I nostri simboli sono rappresentati attraverso i diversi stili con cui l’arte grafica si è manifestata nel tempo, a partire dal 1814, l’anno di nostra Fondazione”, ha spiegato il Maggiore Emanuela Rocca, Comandante della Compagnia Messina Centro.
I MESI. “I due Carabinieri in copertina, inseriti nell’aura rossoblu dell’Arma, l’uno con l’uniforme bisecolare e l’altro con quella attuale, ambedue espressione di presenza attiva, vicina e amica, garanzia di sicurezza e tangibile segno di fedeltà, vegliano alla tutela della nostra gente e dei nostri agglomerati urbani”, ha continuato il Colonnello Mauro Izzo, nuovo comandante del Reparto Operativo. Nel classico carattere Bodoni di inizio ‘800, l’abbreviazione “CC” della parola “Carabinieri” anticipa il primo mese di gennaio. Su suggerimento del grafico Armando Milani, essa apre tutto il percorso artistico: una C racchiude al suo interno sia il contributo dell’ultracentenario, raffinato intellettuale e artista, Gillo Dorfles, che il giudizio critico, dotto, arguto e avvincente, di Philippe Daverio; l’altra C invece contiene la presentazione del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Generale Tullio Del Sette.
Le successive tavole mensili sono tutte sviluppate con lo stesso criterio: a destra la tavola che riprende il simbolo dell’Arma prescelto e, a sinistra, nella stessa grafica, la pagina correlata contenente notizie storiche sul simbolo e sul segno d’arte che lo raffigura. “La tavola di Gennaio non poteva che essere dedicata alla Carabina – ha spiegato il Maggiore Rocca – dalla quale l’Arma prende il nome, realizzata in una grafica ottocentesca; fa da scenario la città di Torino dove i Carabinieri sono nati con le Regie Patenti del 13 luglio 1814”. In quella di Febbraio, nello stile Vittoriano, tipico della seconda metà dell’800, campeggia, altero e maestoso, l’Elmo dei Corazzieri con, sullo sfondo, la Firenze capitale d’Italia che, nel 1868, li tenne a battesimo. A Marzo è l’Art Nouveau, raffinata espressione artistica e culturale di fine ‘800, a rievocare, con le sue forme sinuose ed eleganti, la Daga del Carabiniere. Per Aprile, il tratto sobrio e raffinato del Wiener Werkstätte, in voga ai primi del ‘900 in una Vienna cuore pulsante della cultura europea, esalta l’Alamaro dei colletti. Il Futurismo, pressoché coevo e più italiano, fa da cornice, nel mese di Maggio, alla Bandoliera e alla inscindibile Giberna, segni inconfondibili del Carabiniere in servizio. La Banda Rossa dei pantaloni, ulteriore arcinoto e antichissimo segno, viene proposta nel mese di Giugno nello stile Bauhaus degli anni ’20 del secolo scorso, in uno scenario originalissimo ed evocativo. Nella doppia pagina centrale la Fiamma, con un segno grafico contemporaneo, è proposta in un’elaborazione geometrica nitidissima, cristallina come l’Arma, che filtra la luce chiara e intensa della passione e della dedizione del Carabiniere, trasformandola nei colori della Bandiera, a testimonianza del quotidiano e generoso impegno per l’Italia e gli Italiani. La narrazione prosegue nei mesi di Luglio e Agosto con due elementi uniformologici: il Pennacchio rosso-blu della Grande Uniforme Speciale, a simboleggiare con i suoi colori il coraggio e la fedeltà, e il Mantello, foderato di saglia rossa. A rappresentarli, rispettivamente, sono gli stili Art Déco e Razionalista, espressioni della grafica degli anni ‘30 e ’40 del ‘900. Le rotonde forme dell’Optical Art degli anni ‘60 disegnano, per Settembre, la Lucerna, emblematico copricapo del Carabiniere dalle origini. La tavola in stile Hippie degli anni ’70 del mese di Ottobre è dedicata al Basco: le sue diverse colorazioni richiamano i reparti che lo indossano, dal blu tradizionale, al rosso dei Cacciatori, all’amaranto dei Paracadutisti, al nero della Linea Mobile, al celeste dei Carabinieri delle missioni ONU e al verde di quelli Forestali. La Saetta e il numero di emergenza 112, espressioni visive del Pronto Intervento, vengono illustrati nell’inconfondibile stile Pop degli anni ’80 nella tavola di Novembre; sono segni di efficienza che, rapidi e incisivi, si dirigono verso l’abitato per garantirne la sicurezza. La grafica contemporanea del mese di Dicembre propone il polso di un Carabiniere il cui orologio rivela cos’è l’Arma: l’insieme armonico, di tutti i suoi Carabinieri – richiamati dai gradi in cerchio della pagina a fianco – che animano, compatti, le sue componenti, evidenziate cronologicamente dai Simboli che le contraddistinguono, dall’ultrabicentenaria Territoriale, alla nuova Forestale. Nella tavola finale, l’omaggio è ai caduti e agli eroi della Benemerita. In carattere “Helvetica”, il più diffuso al mondo, compaiono a partire dalla base le parole Etica, Onore, Integrità, Rispetto, Competenza, Impegno, Efficienza, Coesione, Serenità, Tradizione, Fedeltà e Fede. Tutte sono accomunate delle “E” che costituiscono i pioli di quella scala, ideata ancora da Milani, che conduce alla Fiamma del Berretto rigido nero. “E’ questo il faro che illumina lo sguardo – ha continuato il Colonnello Rizzo – dove appare il volto assorto, impegnato e sereno, dello stesso giovane commilitone che, in copertina, si affianca a quello più anziano”
L’AGENDA. L’Agenda dell’Arma dei Carabinieri 2017 si rinnova e si aggiorna nel trentottesimo anno della sua pubblicazione (risale infatti al 1979 la prima edizione) cambiando formato e copertina nelle dimensioni, nel colore e nella grafica. Il diario è su base settimanale, con possibilità di rinvio a un‘ampia parte destinata alle note. Le informazioni sui Comandi dei Carabinieri e sui reclutamenti sono rese attraverso codici QR, leggibili con smartphone e tablet che rimandano alle pagine del sito www.carabinieri.it e dei social network istituzionali. Altri codici QR consentono l’accesso ad altre notizie sull’Arma, sulla sua storia e sui periodici: il nuovo “Notiziario Storico” e i tradizionali “Il Carabiniere” e “Rassegna dell’Arma”. Inoltre si arricchisce la rubrica sulle date importanti dell’Arma e viene riproposto un ampio inserto storico, introdotto come novità lo scorso anno con le cronache sul centenario della Grande Guerra e il settantennale della liberazione. Quest’anno esso è dedicato alla Musica nell’Arma e rendo omaggio alla Banda musicale e alle Fanfare dei carabinieri. E’ un dettagliato excursus sulla storia dei complessi musicali dell’Arma, impreziosito da curiosità e tante immagini, per lo più inedite, curato dal Gen. B. Claudio Domizi e dal Maestro Ten. Col. Massimo Martinelli. (Veronica Crocitti)