Carceri. Il 2024 horribilis, Messina abbandonata

Carceri. Il 2024 horribilis, Messina abbandonata

Alessandra Serio

Carceri. Il 2024 horribilis, Messina abbandonata

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martedì 28 Gennaio 2025 - 08:00

Carceri sovraffollati mentre i Tribunali arrancano tra le richieste di chi dietro le sbarre non dovrebbe più starci. L'analisi della Garante sui temi sfiorati all'apertura dell'Anno giudiziario

Messina – I problemi relativi al Tribunale di Sorveglianza, segnalati all’apertura dell’anno giudiziario 2025 dal Presidente della Corte d’Appello di Messina, sono dovuti ad una situazione sempre più critica delle carceri. Lo spiega la Garante dei Detenuti del Comune di Messina, che illustra il quadro di una emergenza ogni giorno più drammatica e indica i principali nodi.

La professoressa Risicato parte dai dati nazionali che indicano come il 2024 sia stato un annus horribilis per le carceri italiane. “Più di 90 suicidi e 244 morti totali, secondo l’osservatorio di Antigone (e i suicidi proseguono in queste prime settimane del 2025). La relazione del Garante nazionale parla più cautamente di 83 suicidi e venti morti sospette al 20 dicembre 2024 , come se la più contenuta cifra complessiva fosse accettabile. Si è registrato un caso ogni 3 giorni e mezzo, nella sostanziale indifferenza di Parlamento e Governo. I tentati suicidi sono stati 2.035 (179 in più rispetto al 2023), gli atti di autolesionismo 12.544 (483 in più rispetto al 2023). I suicidi sono la prima causa di morte in carcere, e la fascia di età in cui si registra il maggior numero di atti autolesivi va dai 18 ai 30 anni”.

Dove ha fallito il Decreto Carceri

Tra gli 87 istituti monitorati dall’osservatorio Antigone negli ultimi 12 mesi, ben 28 non garantiscono tre metri quadri calpestabili per persona detenuta. Al sovraffollamento si aggiungono i problemi strutturali di edifici fatiscenti: il 35,6 per cento delle carceri visitate da Antigone è stato costruito prima del 1959 e il 23 per cento del totale prima del 1930. Nel 10, 3 per cento dei casi il riscaldamento non funziona, nel 48, 3 per cento non è garantita l’acqua calda. Il vertiginoso aumento, anche in sede locale, delle richieste di liberazione anticipata nasce dal fatto che in Italia ci sono più di 80 persone con meno di un anno di pena da scontare: una situazione che avrebbe già dovuto essere presa in considerazione dal così detto Decreto Carceri e per la quale sono stati invece predisposti rimedi omeopatici”

Il Carcere di Messina

Quindi il caso Gazzi. “il carcere di Messina – spiega la Garante – sconta carenze strutturali che implicano l’assenza di spazi per attività trattamentali in alcuni circuiti, l’inagibilità di alcune parti dell’edificio, l’obsolescenza inesorabile del plesso operatorio e di apparecchiature (tra cui una Tac) per cui un tempo il centro clinico menzionato nella relazione era all’avanguardia. Mancano specialisti, mancano soprattutto un’interazione con i servizi sociali e la creazione di strutture residenziali che possano accogliere i non pochi detenuti non più autosufficienti o affetti da patologie croniche o irreversibili: questi soggetti non possono essere ricoverati né in RSA, né nei centri per tossicodipendenti o per pazienti psichiatrici.

A ciò si aggiunge l’atteggiamento autistico del Provveditorato all’amministrazione penitenziaria della Regione Sicilia, che non dialoga con i garanti territoriali e con i soggetti istituzionali di riferimento. Una situazione drammatica, che merita la massima attenzione da parte di tutti”

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