La Regione va verso la rescissione della convenzione tra il Sirina di Taormina e il Bambin Gesù. L'intesa in 5 anni è costata salata alle nostre casse e l'idea è quella di trasferire la cardiochirurgia pediatrica a Palermo. Il manager dell'Asp Sirna sta però studiando una soluzione meno costosa. "Evitiamo il danno e la beffa " suggerisce Picciolo.
Il rischio è quello, come si dice di “gettare via il bambino con l’acqua sporca” e di togliere opportunità ad un territorio, Messina, a vantaggio di un altro, Palermo.
Il caso della convenzione tra il Bambin Gesù di Roma e il Sirina di Taormina, dopo lo stop dell’assessore regionale alla sanità Baldo Gucciardi, rischia di diventare l’ennesima occasione perduta, una sorta di scippo che può ancora essere evitato.
La convenzione tra i due presidi sanitari nasce per due motivi: porre le basi per un’eccellenza pediatrica e nel contempo frenare quei viaggi della speranza che alle casse della Regione Sicilia costano ogni anno oltre 200 milioni di euro in rimborsi ad altre Regioni. Siglata in era Lombardo, nel 2010, doveva essere decennale, ma con la clausola di una verifica dopo 5 anni, appunto nel 2015. Purtroppo stando alla verifica attuata dall’ex assessore Borsellino l’intesa con il Bambin Gesù è costata in 5 anni la bellezza di 50 milioni di euro cifra che ha spinto anche il neo assessore Gucciardi a riflettere sulla possibilità, prevista dall’accordo siglato nel 2010, di interrompere il rapporto con i privati. L’investimento alla fine non ha portato i risultati sperati, alla luce degli oltre 9 milioni di euro spesi annualmente più i 10 iniziali necessari per consentire al presidio di Taormina di ospitare il Bambin Gesù. Nel contempo però non c’è stato il risparmio sperato sul fronte dei viaggi per la cardiochirurgia pediatrica, che si è attestato sui 200 mila euro l’anno.
Da qui la decisione della Borsellino prima e di Gucciardi poi di rescindere la convenzione e di predisporre ogni cosa per trasferire cardiochirurgia pediatrica a Palermo. Nel frattempo però il direttore generale dell’Asp di Messina Gateano Sirna, che ha risposto picche su alcuni dei conti presentati da Roma, ha già in itinere una soluzione meno costosa grazie ad una nuova convenzione che prevede cifre dimezzate da corrispondere al Bambin Gesù e minori costi per la Regione, nonché il blocco di ogni rimborso per quei siciliani che vogliono ricorrere alla struttura romana invece di utilizzare quella di Taormina. Si eviterebbe così il trasferimento da Taormina a Palermo e verrebbe finalmente valorizzato quanto nel frattempo costruito al Sirina, sia sotto il profilo della prestazione sanitaria che della professionalità. Ad invitare l’assessore Gucciardi ad un’attenta riflessione prima di depauperare il territorio messinese è il presidente del gruppo regionale Pdr Beppe Picciolo che sottolinea come il servizio di cardiochirurgia pediatrica al Sirina “verrebbe adesso interrotto proprio quando la Direzione dell'Azienda 5 di Messina ha effettuato una proposta operativa a bassissimo impatto economico per le casse regionali ! Di fatto verrebbe riconosciuto a Roma solo il 7% rispetto alla produzione chirurgica e garantite solo 3 figure professionali di altissimo profilo (tutto per meno di 1 milione e mezzo di euro). Ciò consentirebbe il perfezionamento del know- how avviato sino ad oggi, la definitiva attivazione del reparto cardio chirurgico compreso il lancio di un prezioso ed unico Servizio di radiologia pediatrica ad esso collegato e solo marginalmente operativo. Smantellare un sistema collaudato e profumatamente pagato da noi tutti, perdendo quanto già costruito e speso per ricominciare tutto a Palermo senza una collocazione definitiva della struttura di eccellenza di riferimento regionale per la Pediatria non ha alcun senso clinico e politico. Sarebbe come sperperare, oltre a quanto già speso, ulteriori 5/6 milioni di euro per allestire un "mezzo reparto" di transizione in cui mancherebbero attrezzature e soprattutto le professionalità da riformare nuovamente. Oltre al danno ci sarebbe davvero la beffa”.
Picciolo invita a realizzare prima il centro regionale di eccellenza pediatrica a Palermo e soltanto dopo a trasferire lì le professionalità siciliane nel frattempo formate a Taormina! Evitiamo un nuovo caso analogo a Sicilia & Servizi. Polpa agli altri e buccia ai Siciliani”.
L’Asp di Messina del resto ha già dato prova di aver operato una serie di risparmi, arrivando al paradosso tutto siciliano che ha visto l’assessore Gucciardi, di fronte ai tagli che il manager è riuscito a garantire in un anno, ridurre ulteriormente il budget a disposizione per il nostro territorio, adducendo appunto la scusa “se li avete risparmiati non vi servono” e spostare, guarda caso, le risorse in altre zone….
Insomma si toglie a Messina per dare ad altre realtà siciliane. Il danno e la beffa.
Rosaria Brancato