Secondo l'esperto Mangano, a Messina deve migliorare la comunicazione tra chi governa e i cittadini, in una gradualità d'interventi per la pedonalizzazione
Mentre l’‘isola pedonale contina a far discutere in periodo natalizio, pubblichiamo il terzo intervento di Marco Mangano sui temi di una città sostenibile con al centro pedoni e ciclisti. Dottore magistrale in Ingegneria edile per il recupero e studente del master di II livello in Rigenerazione urbana (Università di Parma), Mangano si è laureato alla magistrale sul tema “Ciclovie per la rigenerazione urbana: come una bici può creare economia anche a Messina”.
Due priorità: comunicazione tra chi amministra e i cittadini e mobilità dolce
Qualunque scelta sia compiuta, occorre migliorare la comunicazione tra cittadini e amministrazione comunale. Relativamente al metodo, in tutta la vicenda relativa a Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile), Pgtu (Piano generale traffico urbano), Pup (Piano urbanistico operativo provinciale) e ai due progetti appaltati, si sono verificati e si stanno verificando due gravi problemi: la già citata carenza di comunicazione e la mancanza di gradualità negli interventi.
Non a caso, tra le proposte del nostro documento condiviso (presentato da nove associazioni messinesi all’amministrazione nel 2021, n.d.r) c’era l’istituzione di una “Consulta della mobilità dolce” che potesse avere poteri consultivi, coinvolgere associazioni e comitati cittadini, avanzare idee e proposte, valutare in maniera prioritaria gli interventi delle amministrazioni nel campo della mobilità in generale. E così potere correggere l’eventuale interferenza con la mobilità dolce e monitorare l’efficacia dei provvedimenti assunti.
La Consulta avrebbe anche un ruolo nell’organizzazione di convegni e giornate di sensibilizzazione alla cittadinanza, al fine di far crescere la cultura della bicicletta e, più in generale, della mobilità dolce e sostenibile. Non si può pensare che il cittadino cambi le proprie abitudini dall’oggi al domani: chi per anni o per tutta la vita ha utilizzato l’automobile anche per gli spostamenti più brevi e frequenti (ossia i più convenienti da fare a piedi, bici o autobus in funzione della distanza), farà estremamente fatica ad adattarsi.
In più non sono stati adeguatamente spiegati i piani redatti e in corso di redazione, il loro significato, il loro obiettivo, come si legano tra loro e con i due progetti appaltati. Un giorno viene fuori il restyling del tram, contraddicendo le iniziali dichiarazioni, poi la pista ciclabile in Via Consolare Pompea. Partono i cantieri sul Viale Europa e arriva notizia di un Pgtu che chiude strade e pedonalizza aree, inserisce ciclabili e Ztl, Zona a traffico limitato. Nonostante i buoni propositi, ha comunque regnato la confusione.
Ecco perché è fondamentale parlare con le persone, a partire dai residenti, spiegare cosa si vuole fare, capire quali siano le loro esigenze e come poterle accogliere senza andare contro il bene comune (Più volte l’assessore Mondello ha precisato di aver sempre dialogato con i cittadini e i commercianti, n.d.r). In più la sensibilizzazione a certe tematiche deve partire dalle scuole, come fanno e hanno fatto in Olanda e Inghilterra, destinando un budget a queste campagne importantissime.
Si proceda con gradualità e si faccia chiarezza su tutti i punti da programmare
La gradualità deve tradursi anche nei tempi di realizzazione: bisogna procedere per step e test, con un processo iterativo continuo fin quando si sarà trovata la quadra. Mentre attualmente questi tempi risultano estremamente confusi. Dopo l’approvazione del Pgtu da parte del Consiglio comunale, l’assessore Mondello ha parlato di 10 anni per costruire la Messina del futuro ma la quasi totalità degli interventi è prevista nei primi due. Sarebbero invece coerenti con i tempi strategici del Pums ma questo è ancora in fase di redazione. Continua a non quadrare qualcosa.
In più, la spesa totale prevista dal Pgtu è di circa 23milioni di euro. Penso che prima di spendere una tale cifra sia opportuno attuare dei passaggi intermedi per evitare in futuro di dover porre rimedio con altre spese a qualcosa che poteva essere gestito meglio sin dall’inizio. Messina è piena di questi esempi (dalla pista ciclabile sulla Litoranea al nuovo mercato Zaera) e oggi non possiamo più permettercelo.
L’anello ciclabile in centro, ad esempio, è stato un flop per tanti motivi, tra cui l’essere una “semplice” linea tracciata a terra (che non vieta all’incivile di sostare lì con l’auto); ma proprio perché è una linea di vernice è facilmente correggibile. Adesso sappiamo, ma era immaginabile anche prima, che i tratti ciclabili devono essere contigui tra loro e protetti per garantire efficienza, sicurezza e attrazione nel loro utilizzo.
Cosa si poteva fare allora per testare l’anello senza attuare una soluzione “definitiva”? Per esempio utilizzare le barriere New Jersey che permettono di avere un percorso chiuso e protetto, ma che allo stesso tempo sono rimovibili per poter modificare o eliminare il percorso stesso. Ecco un altro motivo per cui i due progetti appaltati non mi convincono.
Sempre in fase di test, vanno fatti dei rilevamenti di traffico sia automobilistico (per capire se e come cambia qualcosa alla circolazione) sia ciclabile (per capire se e come viene utilizzata). E occorre controllare i fatturati degli esercizi economici prima e durante. Non un semplice confronto, che sarebbe fallace in partenza, ma un’analisi statistica di più ampio raggio che tenga conto di inflazione, pandemia, crisi economica e della situazione lavorativa della città.
L’isola pedonale innalza la qualità della vita
L’isola pedonale: su questo punto, il più dibattuto, dobbiamo intenderci. In merito a qualità della vita ed economia i dati parlano chiaro: il miglioramento è netto. Solo a Messina i commercianti chiudono per un’isola pedonale o una pista ciclabile? Che poi, a oggi, locali e negozi chiusi si trovano ovunque, eppure le aree pedonali sono sostanzialmente piazza Cairoli e piazza Duomo. E se come modello citi i buoni esempi partono le obiezioni: quel Comune è troppo piccolo, quello è troppo grande, quella è una città turistica, quella è una città del nord, quella è una città estera. Tutti falsi miti.
L’idea di questi commercianti quale sarebbe? Eliminare marciapiedi e ciclovie, realizzare strade a 3 corsie e parcheggi dentro il negozio? Quali sono le loro proposte? Ecco che il dialogo è fondamentale.
Serve un cambio di mentalità da parte di ognuno: i cittadini devono capire che questa è la strada giusta, che lì dove da anni si investe in questa direzione la qualità della vita è migliorata notevolmente. I politici devono capire che la comunicazione con il cittadino è fondamentale e non deve essere basata su slogan elettorali, promesse disattese e dichiarazioni contrastanti.
Bisogna parlare col cuore al cuore dei messinesi attuando una programmazione per test e step, anche in piccoli lotti purché contigui, aggiustando costantemente il tiro e dialogando innanzitutto con i residenti. Poi, se dopo mesi e mesi di test, non dovesse funzionare, almeno non avremo inutilmente speso soldi pubblici. Ma se dovesse funzionare…
Condivido appieno questo articolo, anche perchè il sindaco passa , dura 5 anni massimo 10, ma il cittadino ci vive da sempre, chi da 20 anni chi da 40 anni o 60 anni , anima il quartiere o il locale o la propria casa e li personalizza o comunque lo vive da una vita e chiunque spunta improvviso e con il proprio potere stravolge ogni etica e comportamento personalizandolo al quinquennio è devastante. Tra 5 anni verrà un altro Sindaco, altra Giunta forse o anche di diverso colore politico e ricambierà le cose? E’ Mai concepibile simile politica? Cosi come il Ponte!!! Non interessa a nessuno il parere dei MESSINESI? Invece sarebbe l’unico vincolante in maniera ferma e decisa, fuori da ogni interesse privato, da ogni lobby affaristica o politica .
In ogni città civile si instaura UN REFERENDUM , anche per far passare un Tram a piazza della Signoria a Firenze, o per abbattere un Muro caro a quei cittadini ( Napoli) o per fare spazio per costruire una funivia o uno stadio di calcio.
Bisogna ricordarsi che i Padroni della città sono i cittadini, sempre se si comportano Civilmente, onestamente e correttamente, ma per questo c’è l’istituzione della magistratura. Non non chi li governa a turno saltellante : Uno fascia, uno sfascia, l’altro rifascia, l’ennesimo risfascia e cosi via all’infinito, secondo le proprie personalissime opinioni, secondo il proprio tornaconto soggettivo, anche senza lucro, anche senza alcun abuso di ufficio o peculato.