Carmen Geraci e il calcio: “Passione innata”

Carmen Geraci e il calcio: “Passione innata”

Piero Genovese

Carmen Geraci e il calcio: “Passione innata”

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martedì 28 Maggio 2019 - 09:00

Carmen Geraci, allenatrice della scuola calcio e settore giovanile dello Sporting Atene Messina, cente parte dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio Messina e in possesso del patentino Uefa E, si racconta, spiegando che il calcio che una tradizione di famiglia e lei è un continuo dell’operato del nonno e del padre.

“Principalmente – spiega – ciò che mi ha spinto a praticare questo sport è la grande passione innata che mi ci ritrovo dentro. Da giocatrice vivo in modo più ”spavaldo” la vita calcistica, mi piace la competizione, amo il rischio di osare e di giocarmi tutte le energie mentali e fisiche per una vittoria. Tutto questo mi ha aiutato anche ad essere forte nella vita; il ruolo di allenatrice, invece, mi ha fatto riscoprire una parte di me già esistente, molto più equilibrata, responsabile, materna e sensibile. Allenando sin dalla giovane età ho imparato a crescere anch’io insieme ai ragazzi e a sorridere non solo per le vittorie in quanto a trofei, ma anche e soprattutto per la creazione di un gruppo che diventa un collante in campo e una lezione nella vita. Il mio motto “insieme si può”.

Carmen Geraci con i ragazzi dello Sporting atene

La giovane allenatrice deve ringraziare lo Sporting Atene per avergli concesso concesso l’opportunità di essere una calciatrice in tempi passati (non troppo lontani) ed un’allenatrice oggi. “In Sicilia – afferma – purtroppo, non è affatto semplice ancora, che una società affidi un gruppo di ragazzi ad una Donna. Ancora la lotta contro i pregiudizi esiste, anche se è in modo piu’ leggero ma si tende a dar poco spazio alle donne, specialmente in un ambiente maschile. Lo Sporting Atene mi rinnova la fiducia ormai da tanti anni ed io spero sempre di rispondere a dovere alle loro richieste, onorando la storia importante di questa società abbastanza conosciuta sul territorio messinese”.

Il calcio è comunque uno sport che la giovane consiglierebbe alle ragazze che si vogliono avvicinare all’attività fisica e agonistica poiché, come spiega la stessa, “lo sport aiuta tantissimo nell’integrazione e nella formazione del carattere. Bisogna essere più forti di chi pensa che sia uno sport prettamente maschile e abbattere queste barriere costituendo più squadre femminili e scuole calcio possibili. Ragazze niente vergogna! Esplorerete un mondo bellissimo, che vi metterà a duro confronto con voi stesse e con gli altri, formandosi come giocatrici nel rettangolo verde e come persone nel campo della vita”.

Carmen Geraci con la maglia del Real Taormina

Tante le soddisfazioni che il calcio gl ha regalato. A partire dal suo momento calcistico scolastico, con cui ha tirato i primi calci insieme ai compagni maschietti, di cui era il capitano della squadra. “Ricordo varie vittorie sul territorio Messinese, come il torneo ”Fuoriclasse cup”. Crescendo iniziai a giocare nell’Atene, ed anche lì sono stata il capitano per cinque lunghi ed intensi anni. Tante soddisfazioni, tanti momenti di squadra e una promozione indimenticabile dalla serie D alla serie C. Quell’anno imparai tanto dalle ragazze più grandi presenti in rosa. Quattro anni dopo avvenne il mio trasferimento alle Isole Eolie, nella regine delle Isole : Lipari. Lì col calore della gente le gambe andavano da sole, ho amato l’isola quasi come la mia città. Ci piazzammo seconde, facendo un campionato di vertice con una serie D che non aveva nulla a che vedere col dilettantismo, tutte le squadre erano di altissimo livello. Dopo il Lipari, passai al Real Taormina, e quell’anno raggiungemmo i play off. Oggi, non ho staccato la spina dal calcio giocato, corro, sudo e mi sbuccio ancora insieme alle mie compagne del Lipari (da cui sono rientrata dal prestito) ma sto prestando più attenzione al mio ruolo di allenatrice. In queste vesti sono riuscita a togliermi già parecchie soddisfazioni. Quando alleni l’attività di base – scuola calcio (dai primi calci agli esordienti) ritengo che le vittorie in quanto classifiche non vadano menzionate, poiché l’unico obiettivo di un formatore deve essere insegnare divertendo e facendo capire cos’è il gioco del calcio. Lavorare sugli schemi motori di base, lavorare facendo comprendere ad ognuno le proprie posizioni, alternandoli in tutti i ruoli. Col settore giovanile, invece, in cui inizia a subentrare il lato agonistico ho tolto già delle belle soddisfazioni. Tre anni fa, col gruppo ”Giovanissimi” (rifatto quasi da zero) nel campionato Figc, centrammo i play off, uscendo solo nella finale. Due anni fa e quest’anno, sempre coi ”Giovanissimi”, nell’ente di promozione giovanile calcistica CSI, siamo arrivati alle fasi regionali e proprio Domenica, dopo aver vinto il campionato locale Provinciale, ci siamo qualificati per la Final 4 che si terrà Domenica 2 Giugno in orario e luogo ancora in via di definizione”.

“Questo sport – conclude – ti insegna davvero a vivere. Ai valori che già mi appartengono se ne sono aggiunti alcuni e rafforzati altri. Ho capito che nella vita come nel calcio, l’umiltà nel lungo cammino alla fine paga sempre, che a lavorare da persone leali e pulite si conquista la stima degli altri e l’autostima per se stessi. Ho superato grandi sfide con un pallone fra i piedi o un fischietto in bocca, la forza motivazionale che ti dà questo sport non ha eguali”.

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