L'appello di un marmista per le condizioni in cui versano molte tombe monumentali
“Sono un marmista e opero all’interno del Gran Camposanto di Messina. Da oltre 20 anni, quindi, ho il privilegio di lavorare tra le firme di scultori del calibro di Zappalà, Scarfì, Buemi, Gangeri, tanto per citarne alcuni. Passo dinnanzi ai monumenti di Boner, Cannizzaro, Bisazza, Natoli, la Farina, Castronovo, Martino, tra gli struggenti epitaffi che ricordano le vittime dei nostri concittadini in quel devastante 1908… tra eroi di ieri, di oggi, tra i canti di Leopardi e gli amici del Pascoli… potrei non finire più”.
E’ una lettera scritta da Rosario Soraci al sindaco Cateno De Luca.
Arte, storia e bellezza
Grande la storia tra quei muri perimetrali e immensa arte conservano quei viali, tesori che ho visto e rivisto migliaia di volte ma mai mi abituerò alla bellezza. La bellezza di un silenzio assordante che parla di vita tra la morte, di pezzi di storia illustre della nostra città. Come lei sicuramente saprà, si tratta del secondo cimitero monumentale d’Italia, dopo quello di Staglieno a Genova.
I danni del tempo
Tuttavia il passar del tempo comporta che sculture e muri di un certo pregio vadano giù come un uomo claudicante, ormai stanco che si accascia in una viuzza nascosta, in silenzio, senza disturbare. Mi si spezza il cuore. Non è colpa di nessuno, credo necessitino somme di denaro non indifferenti per sistemare tutto. Le invio qualche foto… magari mi onorerà della sua presenza per poter farle vedere di persona le bellezze di questo museo a cielo aperto”.