Le questioni poste dalla FP CGIL per salvaguardare il CAS e i suoi lavoratori passano dal nuovo Prefetto che dovrà essere messa a conoscenza dei fatti
Si è tenuto ieri mattina, in modalità video, l’incontro, richiesto dalla FP CGIL di Messina per affrontare, presso la sede del Centro per l’impiego, la vertenza che interessa 27 lavoratori dei centri Cas e Hotspot Gasparro, dove dall’ormai lontano mese di agosto, a seguito dello scontro tra Comune e Prefettura, non accolgono più migranti, con tutte le conseguenze occupazionali che ciò sta comportando.
Le questioni poste dalla FP CGIL riguardano il mancato arrivo di migranti presso la struttura, dato che comunque in questi mesi ci sono stati degli sbarchi e il Centro di Accoglienza Straordinario avrebbe potuto ospitarli; inoltre viene contestato che la struttura anche senza ospiti continua a essere vigilata dalle forze dell’ordine mentre gli operatori non sono stati più richiesti e spostati presso altre sedi in altre province della Sicilia.
Francesco Fucile: “Chiediamo un intervento del nuovo Prefetto”
«Avremmo ritenuto opportuno – ha affermato il segretario generale della FP CGIL di Messina, Francesco Fucile –, che all’incontro di oggi, come d’altra parte avevamo chiesto, fosse stato presente, oltre la cooperativa Badia Grande, anche un rappresentante della Prefettura, che in questa specifica occasione “gioca” il ruolo di stazione appaltante. Riteniamo necessario che la nuova Prefetta, la dott.ssa Cosima Di Stani, sia ben presto messa a conoscenza della situazione».
Sulle questioni poste il segretario provinciale ha altresì dichiarato: «Al netto dei lavori di rifunzionalizzazione che stanno interessando la parte del Centro di Accoglienza Straordinario (CAS), la cui convenzione d’appalto tra la cooperativa Badia Grande e la Prefettura è scaduta lo scorso dicembre, all’interno dell’Hotspot non ci sia stato nessun arrivo di migranti. Nonostante gli sbarchi, nell’ultimo periodo, si sono verificati, e ci sarebbero quindi ampi margini di accoglienza».
Per i lavoratori invece chiede la continuità occupazionale: «Unica strada per garantire a questi operatori di non perdere il lavoro da un giorno all’altro», sottolineando come in questo momento pur di non perdere il lavoro abbiamo accettato di essere spostati a centinaia di km da casa. «Questi lavoratori – ha proseguito Fucile – devono riacquisire un diritto di cui di fatto sono stati privati senza una ragionevole spiegazione».