Pomeriggio al Pronto Soccorso per uno dei lavoratori in sciopero della fame

Pomeriggio al Pronto Soccorso per uno dei lavoratori in sciopero della fame

Francesca Stornante

Pomeriggio al Pronto Soccorso per uno dei lavoratori in sciopero della fame

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sabato 23 Febbraio 2013 - 18:39

Giuseppe Gugliandolo, uno dei quattro lavoratori della coop. Azione Sociale che da martedì sono in sciopero della fame, è stato colto da un malore causato dalla tensione di questi giorni. In ambulanza è stato portato in ospedale ma sta bene, solidarietà è arrivata dal sindacato Orsa.

Cinque giorni trascorsi in sciopero della fame, la stanchezza dopo settimane di protesta e la tensione inevitabile figlia di una situazione ormai insostenibile hanno creato preoccupazione e scompiglio oggi pomeriggio a Casa Serena. Giuseppe Gugliandolo, uno dei quattro lavoratori che da martedì non tocca cibo, non è riuscito a reggere il peso di un dramma che stanno vivendo questi dipendenti ed è stato colto da un malore improvviso proprio mentre si trovava con i colleghi sotto il gazebo allestito nel giardino della struttura di Montepiselli. E’ stato necessario l’intervento del personale del 118 che ha accompagnato l’uomo al Pronto Soccorso dell’Ospedale Piemonte dove Gugliandolo è stato sottoposto per tutto il pomeriggio a diversi controlli. Per fortuna sta bene, stasera stesso tornerà a casa, il malore è stato causato dalla tensione e dal fatto che da martedì mattina Gugliandolo era in sciopero della fame. Gli altri lavoratori della cooperativa Azione Sociale sono rimasti ad attendere notizie dal presidio, avuta la certezza che il collega sta bene sono decisi a non mollare la presa. Andranno avanti con lo sciopero nonostante abbiano toccato con mano che stanno anche mettendo a rischio la loro stessa salute. Perchè, come avevano già detto il giorno in cui hanno scelto questa forma estrema di protesta, non hanno alternativa per farsi sentire da chi però sembra non essersi finora accorto di loro. Sono lì da cinque giorni ma nessun rappresentante delle Istituzioni è andato a trovarli anche solo per portar loro una parola di conforto e vicinanza.

Solidarietà invece è arrivata dal sindacato Orsa. Per i segretari Mariano Massaro e Francesca Fusco il malore che oggi ha colpito Gugliandolo si pone a triste esempio dell’altissimo livello di tensione che vige fra i lavoratori messinesi continuamente sottoposti a sacrifici inenarrabili per l’assenza di reddito e costantemente minacciati dall’ombra della disoccupazione. Quanto accaduto oggi, continuano a sindacalisti, è solo la punta dell’iceberg di quanto potrebbe verificarsi se le Istituzioni competenti non intervengono immediatamente. “L’assenza di stipendi e l’incertezza del futuro che procura legittima ansia ai lavoratori di Casa Serena è una sorta di “pandemia” che ormai ha contagiato tutto il tessuto sociale cittadino, al grido di allarme dei lavoratori la classe politica risponde con proposte o slogan da campagna elettorale ma nei fatti continuiamo a registrare il classico pannicello caldo sul malato terminale”. L’Orsa si rivolge ancora una volta al Commissario Croce, al Dirigente del Dipartimento dei Servizi Sociali De Francesco e al Presidente della Regione Crocetta per chiedere definitiva chiarezza sul futuro dei lavoratori e degli ospiti di Casa Serena e rivendicare un’inversione di rotta sulla gestione dei servizi sociali che non possono più essere affidati alle cooperative visti i deprecabili risultati fin qui ottenuti. Il sindacato è pronto a dare battaglia. I lavoratori hanno già dimostrato di esserne capaci e di non aver paura di lottare. (Francesca Stornante)

3 commenti

  1. Salvatore Vernaci 23 Febbraio 2013 20:25

    LA DISPERAZIONE DEGLI OPERATORI DI CASA SERENA è dovuta alla mancanza di chiarezza di quello che potrà essere il loro futuro. Bisogna prendere di petto la situazione ed affrontarla con calma e determinazione, cercando soluzioni condivise. Casa Serena è, purtroppo, sovradimensionata di personale. Non è un caso di oggi, ma è il retaggio di decenni. Già nell’anno 1988 la Procura Generale della Corte dei Conti aveva indagato, proprio per Casa Serena, i Consiglieri e gli Amministratori del Comune di Messina “per danno erariale” dovuto a “ comportamenti e scelte d’amministrazione non giustificate, né fondate su un’attività d’istruzione preliminare circa la misura di congruità dei costi proporzionati agli standard obbligatori per l’organizzazione del sistema di prestazioni pubbliche. Infatti il servizio è stato gestito in situazione permanente di grave difformità per eccesso di personale e di costi, dai criteri dati con gli standards regionali di efficacia obbligatoria e vincolata”.
    Gli standard organizzativi previsti dai Decreti Presidenziali della Regione Siciliana del 29 giugno 1988 e del 4 giugno 1996, per la gestione delle case di riposo per anziani (Casa Serena) e per le case protette (Don Orione) sono i seguenti:un direttore-coordinatore; un segretario amministrativo-economo, munito di diploma istruzione secondaria di secondo grado; un assistente sociale (anche in convenzione); ausiliari servizi tutelari: 1) casa di riposo: 1 per 15 utenti per due turni contrattuali, 2) casa protetta: 1 per 12 utenti per due turni contrattuali.- Il rapporto operatore/utente è mantenuto anche nelle festività e deve essere garantita la presenza di 1 unità nelle ore notturne (all’interno del turno contrattuale); ausiliari servizi generali: 1 per 20 utenti. Il rapporto operatore/utente è mantenuto anche nelle festività e deve essere garantita la presenza di 1 unità nelle ore notturne (all’interno del turno contrattuale);infermiere professionale: una unità, anche in convenzione, con reperibilità nell’arco delle 24 ore; un addetto lavanderia – stireria – guardaroba: 1 per 50 ospiti; un cuoco, un aiuto cuoco sino a 40 ospiti, più un ausiliario fino a 80 ospiti; oltre gli 80, un altro ausiliario.; un addetto manutenzione ordinaria – operaio; un portinaio – custode – centralinista, un medico in convenzione; un animatore in convenzione; Un terapista della riabilitazione in convenzione; eventuali altri operatori per unità e profili professionali, in relazione alle specifiche attività, anche integrative (specificare : psicologo, dietista, barbiere, ecc…). Ora è impensabile che il Commissario Straordinario oggi, il Sindaco domani, possano continuare a mantenere i rapporti in atto esistenti tra ospiti ed operatori; anche a volere stirare e giustificare la deroga a questi rapporti, ci sarà sempre personale in soprannumero. Allora è necessario ed indispensabile che il Comune, che ha delle scuole ed altre strutture nel programma delle alienazioni, renda idonee, una o più di queste strutture, adeguandole a dormitorio pubblico, a mensa del povero, a centri diurni per anziani, dove oltre a creare dei servizi indispensabili per una Città civile, potranno e dovranno trovare, e continuare ad avere, occupazione le unità di operatori che dovessero essere in soprannumero a Casa Serena e/o al Don Orione. A mio parere, non c’è altra via d’uscita.

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  2. Anche quando si fa la dieta si digiuna e ci si può sentire male, si digiuna anche per motivi religiosi. Almeno in questo caso con un minimo di recitazione può servire per un nobile scopo. Se foste stati almeno in due a sentirvi male faceva molta più notizia perché la gente è abituata. Ma scusate gli altri che fanno lo sciopero della fame sono tutti in ottima forma? Ma non potevate convincere anche altri anziani a piangere in diretta tv come avete fatto prima? Non si poteva scegliere prima o dopo le elezioni per iniziare lo sciopero della fame? Così la politica non era troppo occupata e vi avrebbe aiutato! Quando avete iniziato lo sciopero della fame forse pensavate che il governo si arrendeva subito ma poi avete dovuto continuare per orgoglio e per non perdere quanto era già stato fatto. Non rischiate danni irreparabili non mollate ma non esponetevi troppo il tempo gioca a vostro favore e prima o poi qualcuno che può aiutarvi si commuoverà abbastanza e si farà avanti. So già che a molti potrei sembrare ironico ma se anche un solo suggerimento può esservi stato utile ne sarò contento.

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  3. La penso come Lei. E questo vale anche per altri lavoratori, in altri settori:ad esempio ci sono tanti lavoratori “socialmente utili” e il verde continua ad essere lasciato nel degrado e le strade si allagano quando piove perchè i tombini sono “murati” da terra e asfalto. E i muri sono imbrattati,e i beni culturali non sorvegliati……

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