Continua la mobilitazione del Collettivo Unime. Accorinti: "Fare il Palagiustizia allo studentato è follia"

Continua la mobilitazione del Collettivo Unime. Accorinti: “Fare il Palagiustizia allo studentato è follia”

Eleonora Corace

Continua la mobilitazione del Collettivo Unime. Accorinti: “Fare il Palagiustizia allo studentato è follia”

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giovedì 06 Marzo 2014 - 09:56

I membri del Collettivo Unime hanno discusso con il Sindaco Renato Accorinti il futuro della Casa dello Studente - occupata dal collettivo e dal teatro Pinelli il 14 Febbraio scorso. Il Sindaco ha accolto le richieste degli studenti che vogliono garanzie affinché non venga cambiata la destinazione d'uso dello stabile.

“Fare il Palazzo di Giustizia alla Casa dello Studente è un’ipotesi fuori dalla realtà”. Così il Sindaco, Renato Accorinti, parlando con i membri del collettivo Unime – occupanti dello studentato dal 14 Febbraio – che l’hanno fermato per un confronto pubblico, dopo la proiezione della puntata della trasmissione di Gad Lerner “Fischia il Vento” dedicata a Messina. il Sindaco – dopo la premessa di rito “L’amministrazione deve mettere sul tavolo tutte le possibilità e valutarle per il bene della città”- ha spiegato i motivi che lo rendono scettico sulla creazione del Palagiustizia nello stabile di Via Cesare Battisti: “Volere il palazzo della giustizia alla Casa dello Studente è fuori dalla realtà, perché significherebbe portare tutta la gente al centro e non è la cosa migliore dal punto di vista della mobilità. Ai tempi della giunta Provvidenti era stato proposto il mercato ittico, poi scartato proprio per motivi di viabilità. Oggi che si aggiungono anche i giudici di pace, il traffico sarebbe insostenibile. È una follia pensare di intasare il centro ed è una follia smantellare tutto alla Casa dello Studente”. Agli studenti che chiedevano rassicurazioni scritte e ufficiali riguardo al fatto che la destinazione d’uso dell’edificio – finalizzato ad alloggi per studenti da oltre mezzo secolo- Accorinti ha risposto:” Stare qui significa dover sapere aspettare, ma si arriva, siamo più forti se abbiamo pazienza”. I membri del Collettivo Unime, hanno colto l’occasione, però, di sottolineare come smantellare lo studentato sarebbe una speculazione economica: “Dove andranno a finire i 143 servizi nuovissimi e mai utilizzati? Inoltre ci vogliono 17 milioni per fare il palazzo satellite,ma per il campus al margherita chi li mette? Allo studente non importa avere la grande struttura in stile americano dove essere ghettizzato e rimanere estraneo al tessuto urbano e sociale della città che lo ospita”.

Dopo venti giorni di occupazione, dunque, e le identificazioni svolte dal corpo dei vigili urbani una settimana fa, gli studenti del Collettivo Unime – entrati nello studentato insieme agli attivisti del Teatro Pinelli in occasione di un’iniziativa, per poi rimanere stabilmente nell’edificio – non sono intenzionati a fare marcia indietro. Per questo hanno deciso di focalizzare le loro iniziative su quelli che definiscono “luoghi cardine del degrado dell'Università” : la mensa dell’Ersu – “ultimo baluardo funzionante in un mare di mala gestione in cui l'Ente Regionale sta affogando, privo di un presidente e di adeguati finanziamenti, ignorato dal Presidente Crocetta” – e il Rettorato – “covo di interessi massonici e finanziari che nulla hanno a che vedere con un percorso di cultura”. Qui, hanno provato ad attaccare uno striscione – subito rimosso – e si sono autoinvitati al conferimento del Premio Kafka nell’aula Cannizzaro, sperando di trovare il Rettore Pietro Navarra. Navarra, però, non c’era, quindi il premio pronto dai ragazzi del Collettivo Unime è stato consegnato simbolicamente al suo sostituto. Di certo non si pongono problemi di proprietà ed appartenenza essendo un premio che “non esiste” e non per motivi d’economia – vista la crisi – ma per analogia con quella che il Collettivo giudica “invisibilità”. “Abbiamo anche noi voluto premiare il Rettore con un premio invisibile vista la sua invisibilità e la sua indifferenza alla situazione della casa dello studente – spiega Elena Zanghi del Collettivo – che ci fa rabbrividire se messa a confronto con la prontezza che ha avuto quando il Prefetto ha chiesto di distruggere il campo da baseball più grande del sud d'Italia per fare una tendopoli a cielo aperto”.

Questo ieri, oggi pomeriggio il dibattito dal titolo: “Terremoto permanente: Messina laboratorio di speculazione dal 1908. Per un'inversione di rotta". A cui parteciperanno come relatori l’ architetto Celona, il professore Pietro Saitta – autore del libro di recente edizione “Quota Zero” – l’ingegnere Sciacca, Pierpaolo Zampieri, Alessandro Turchi, videomaker, Rino Baeli, editore e i docenti Pier Luca Marzo e Maurizio Gribaudi. “Continueremo la protesta – dichiara il Collettivo Unime – tenendoci lontani dalle schermaglie di facciata prive di sostanza concreta gettate come fumo negli occhi degli studenti messinesi da alcuni ambienti associazionistici. Per questo non ci rassegneremo a vedere di nuovo chiusa la Casa dello Studente, che nelle ultime settimane è tornate a vivere concretamente e si avvia, nelle nostre intenzioni ed azioni, a diventare centro vissuto di formazione culturale e aggregazione studentesca”. Nel corso del confronto con il Primo Cittadino è emersa, inoltre, l’esigenza avvertita da diversi studenti di uno studentato autogestito, sul modello di quello che avviene in tutte le città universitarie d’Italia. Accorinti ha promesso di parlare con il Rettore Navarra di questo e anche dell’utilizzo del residence all’Annunziata, una struttura che lo stesso sinaco definisce “eccezionale”, nuova e attrezzata, esclusa per l’accoglienza ai migranti per meri motivi securitari.

I membri del Collettivo Unime dichiarano, comunque, che l’intento della loro mobilitazione è: “La sicurezza sulla destinazione d'uso della Casa dello Studente, garantita da opere concrete di riapertura, e l'istituzione di uno Studentato Autogestito.Lo studente è un individuo attivo che può e deve mettersi in gioco in primo piano, prendendo in mano la responsabilità ed i diritti che gli spettano, non svilendosi in un inconsapevole prodotto di un' Università ridotta ormai ad impersonale fabbrica di lauree ed esamificio”. (Eleonora Corace)

4 commenti

  1. Riconfermo quanto scritto in precedenza.
    Per me la soluzione migliore è l’area di bisconte, abbandonata dall’Esercito, dove allocare TUTTI gli uffici giudiziari, dotata di parcheggi e coillegamenti viari.
    Si dovrebbe costruire in tale sito anche il nuovo carcere, collegato da sotterranei, in maniera da evitare trasferte sempre pericolose (la vicenda dell’ergastolano fuggito a Milano è illuminante).
    La lobby degli avvocati vuole la casa dello studente perchè vogliono fare ancora “casa e bottega”, visto che gli studi sono tutti vicino il tribunale.
    Gli interessi della città vengono prima della casta degli avvocati.
    Non bisogna fare la stupidaggine fatta a Milano, con la nuova sede della regione in pieno centro.
    Tutti gli uffici pubblici vanno portati in periferia, .
    Solo così la città potrà respirare.
    George

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  2. pietro anzalone 6 Marzo 2014 11:56

    Solo l’arroganza potrebbe superare le ragioni del NO del Palagiustizia alla casa dello studente

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  3. E come mi piace tantissimo l’imparzialità di quest’uomo…

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  4. ancora non ho capito se lei è “pinello” o “accorinto”…anche se la differenza è iniqua..

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