Alla Casa dello studente occupata, il collettivo Unime ha inaugurato le aule studio. I membri del Collettivo si appellano a tutto gli studenti messinesi affinché si mobilitino a loro volta per difendere il diritto allo studio
Giulia, Gabriele, Luca, Valeria, Elena, Filippo e Giovanni, insieme agli altri membri del Collettivo Unime, sono soddisfatti perché l’inaugurazione delle aule studio alla Casa dello Studente occupata da venerdì 14 è andata più che bene: gli studenti sono arrivati molto prima dell’ora segnata nell’evento.
Il collettivo Unime è soggetto critico composto da studenti messinesi, solitamente più restii ad esporsi rispetto ai colleghi degli altri atenei d’Italia.
Affannato dietro i tempi spietati imposti dalla “raccolta crediti” che, per dirla con la definizione ormai celebre della Professoressa Caterina Resta, ha trasformato il frequentare l’università in un “esamificio”, disperso nei diversi poli geograficamente spalmanti sul territorio urbano e afflitto dalla mancanza di luoghi di confronto e socializzazione, lo studente messinese, fuori sede e no, è spesso il grande non classificato del panorama politico-sociale cittadino. a difesa della Casa dello Studente – per quanto riguarda l’ipotesi di cambiarne la destinazione d’uso trasformandola nel nuovo Palazzo di Giustizia – scendono in campo proprio gli studenti organizzati nel Collettivo Unime. L’ultimo movimento studentesco in città risale ai tempi delle proteste contro la riforma Gelmini e all’occupazione del Rettorato da parte del Collettivo Unime In ProTesta tra il 2010 ed il 2011.
Il 22 ottobre 2013 la prima azione del neonato collettivo ancora senza un nome preciso, che rappresenta il nucleo originario di quello Unime sorto in seguito. Allora il cortile dell’ex facoltà di Scienze politiche venne ripulito su iniziativa di un gruppo di studenti del dipartimento di Scienze Umane e Sociali – SUS – adesso il collettivo si è ampliato fino ad accogliere al suo interno rappresentanti di tutti i dipartimenti.
Hanno operato in sinergia con gli attivisti del Teatro Pinelli quando è stata organizzata l’ennesima ZTL- Zona temporaneamente liberata – proprio alla Casa dello Studente di Via Cesare Battisti, un luogo storico che svolge la funzione di baricentro della vita studentesca messinese fin dal lontano 1933. Il giorno stesso, nel corso di un’assemblea, gli studenti hanno deciso di mantenere stabilmente l’occupazione dello stabile, fino a quando da parte delle istituzioni non verranno date risposte certe sul futuro che lo aspetta.
“Circa la casa dello studente e le ipotesi sul suo futuro siamo intervenuti alle sedute congiunte di IV e V circoscrizione – spiegano i membri del Collettivo – Non vogliamo abbandonare questo stabile fino a quando non avremo da parte della Giunta una rassicurazione formale, ovvero nero su bianco, che alla fine dei lavori di cui si è già indetto il bando per l’adeguamento sismico dell’edificio la struttura ritornerà agli studenti”.
Lo stabile, già in precedenza ristrutturato dall’Ersu, l’ente regionale per il diritto allo studio che lo gestisce, non ha superato le verifiche imposte a tutti gli edifici pubblici in materia di normative antisismiche dopo il terremoto dell’Aquila e il tragico crollo dello studentato del capoluogo abruzzese. Da allora l’edificio è rimasto chiuso ed attivi sono rimasti solo gli uffici amministrativi e la mensa posta nel retro dell’edificio. Il bando per gli ultimi lavori necessari alla messa a norma dello stabile è già partito e dall’Ersu rassicurano che in poco più di un anno lo studentato potrebbe riaprire, ma in tutto questo si è fatta strada l’ipotesi che proprio nella struttura di via Cesare Battisti sarebbe comodo realizzare il nuovo palazzo di giustizia. Ipotesi sostenuta soprattutto dall’Ordine degli Avvocati. In questo caso agli studenti verrebbe riservato l’ex Margherita, dove potrebbe sorgere un campus universitario, ma questa soluzione non convince gli studenti dal momento che in zona esiste già quello del Polo Annunziata, mentre il centro rimarrebbe così sguarnito di qualsiasi punto di riferimento. Questo il parere anche di diverse associazioni studentesche.
“Riconosciamo l’impegno dell’Ersu– precisano gli studenti – che ha lavorato finora a favore degli studenti in un contesto spesso di grande isolamento. Chiediamo a questo proposito al presidente Crocetta di dare seguito alle nomine alla dirigenza dell’Ersu per dare continuità alle politiche di quest’ente, favorendo così il diritto allo studio. Continueremo a dormire qui e a tenere aperto questo posto affinchè svolga la sua funzione originale di studentato fino a quando non avremmo garanzie che lo stabile verrà destinato esclusivamente a fini universitari. A quel punto, sapendo che verrà comunque mantenuto il residence universitario, non impediremo certo i lavori necessari per la sua definitiva apertura. Abbiamo comunque l’obiettivo di creare, altrove, in qualsiasi altro luogo concordato con i vari soggetti cittadini preposti, uno studentato autogestito, come avviene in tutte le città universitarie d’Italia”.
Le stanze della Casa dello Studente non sono ancora attrezzate, per questo i membri del collettivo hanno indetto una “raccolta mobili”. Nel frattempo, seppur interagire con i colleghi ammettano non sia una cosa facile, il collettivo è soddisfatto della risposta avuta dal corpo studentesco universitario: “La realizzazione di questo studentato è già un grande segnale al quale si dal primo giorno c’è stata una risposta inaspettata da parte degli studenti messinesi. Le aule studio sono state inaugurate da tre ragazzi palestinesi che studiano medicina. Molti, in generale, sono anche gli studenti fuorisede”.
Insomma, il Collettivo Unime ambisce ad un ruolo di primo piano nel panorama dell’attivismo cittadini, a tal proposito i suoi membri aspirano ad un ruolo attivo sul territorio, non solo per quanto riguarda i temi universitari. Per questo hanno inoltrato la richiesta di partecipare al forum del Laboratorio per i Beni Comuni. (Eleonora Corace)