Caso Castelli, il Pd: "La nomina? Un esempio di cattiva politica"

Caso Castelli, il Pd: “La nomina? Un esempio di cattiva politica”

Redazione

Caso Castelli, il Pd: “La nomina? Un esempio di cattiva politica”

martedì 28 Gennaio 2025 - 09:22

Sulla scelta del sindaco di rimodulare l'incarico della presidente di ScN, per la Città metropolitana di Messina, arrivano le critiche dei consiglieri Dem

MESSINA – Il Pd interviene sul caso Castelli. Ecco che cosa sostengono i consiglieri comunali del Partito democratico Felice Calabrò, Antonella Russo e Alessandro Russo: “Le ultime novità relative alla rimodulazione dell’incarico di Laura Castelli al Gabinetto della Città metropolitana sono occasione per noi per esprimere una indignazione politica alla luce di ciò che a Messina appare ormai una vera e propria prassi di gestione del potere. La vicenda che ci occupa, invero, denota approssimazione amministrativa, superficialità gestionale, e certamente può essere assunta – a contrario – come esempio da non seguire sotto il profilo politico. Ebbene, a distanza di poche settimane, il sindaco Federico Basile modifica il suo precedente decreto di nomina solo perché la dottoressa Castelli, come era facilmente prevedibile – visto che la stessa non abita a Messina – “non può assicurare una presenza giornaliera in servizio con i connessi obblighi propri di un pubblico dipendente”, essendo la medesima presidente nazionale di un movimento politico, e conseguentemente deve recarsi frequentemente a Roma per impegni di natura politica e non certo istituzionale”.


E ancora: “Alla luce di queste considerazioni, che pure dovevano essere note al sindaco all’atto della nomina (facendo entrambi parte del medesimo movimento), Basile, venendo incontro alle esigenze del tutto personali della sua presidente, modifica l’incarico, confermandolo nella sostanza, e mutandolo nel-
la forma. Infatti, la nostra, non più capo di gabinetto, assume la veste di esperta con contratto di collaborazione a tempo determinato e di consulenza con un rapporto fiduciario, con la corresponsione di 47.000 euro annuali, pari allo stipendio tabellare dei dirigenti. Paradosso dei paradossi”.

“Le nostre domande al sindaco Basile, ha ancora bisogno di un capo di gabinetto?”

Di conseguenza, affermano i tre consiglieri Dem: “Allo stato, appare lecito chiedersi e chiedere al sindaco: 1) Attesa la modifica intervenuta, dobbiamo ritenere che la città metropolitana non avesse bisogno di un capo di gabinetto? Se così è, allora perché è stata nominata illo tempore Laura Castelli? E ancora, se invece la Città metropolitana ha ancora bisogno di un capo di gabinetto, perché è intervenuta la modifica? In tale ultimo caso, cosa intende fare il sindaco? Forse intende procedere ad un’ulteriore nomina? Con conseguente aggravio di costi in capo all’ente? In verità, alla luce delle motivazioni sottese alla modifica ed esternate al pubblico, sembrerebbe che nel caso in esame non sia stato garantito il perseguimento dell’interesse pubblico. Infatti, per come è stata rappresentata l’intera vicenda, sembrerebbe essere stato tutelato l’interesse dell’incaricata, la quale, per motivi strettamente personali, non può assolvere al primo incarico conferitole. Sotto questo profilo riteniamo doveroso che il sindaco chiarisca qual è l’interesse precipuo dell’ente rappresentato, e come ne sia stato garantito il perseguimento. Ma davvero in questa città si può ritenere di conferire incarichi apicali con queste modalità, con questa disinvoltura, e se volete con questa facilità?”.

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Un commento

  1. Potevate mandarli a casa cento volte, avete perso credibilità anche quando dite cose giuste.

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