Il consigliere di Forza Italia dovrà presentare le sue osservazioni. Poi si deciderà. A votare sì sono stati 16 colleghi su 31 presenti
MESSINA – Il caso Croce torna in Consiglio e arriva quella che rischia di essere una vera e propria svolta. Dopo il rinvio di gennaio e l’arrivo del parere del dipartimento delle Autonomie locali, i consiglieri hanno votato la delibera per avviare l’iter sull’incompatibilità e quindi sulla eventuale decadenza. Su 31 presenti, in 16 hanno votato favorevolmente (la maggioranza e i due membri del Pd), contro 15 “no” (il centrodestra e la capogruppo del misto, Cettina Buonocuore). Adesso il consigliere Maurizio Croce avrà dieci giorni per presentare le sue controdeduzioni con cui dimostrare ai colleghi di essere compatibile, come detto dall’Anac nel parere dello scorso anno (ma non dall’Avvocatura di Stato).
Pergolizzi: “Il parere delle Autonomie locali non interferisce”
Il presidente del Consiglio Nello Pergolizzi ha ripercorso in premessa la vicenda e poi ha chiarito: “A mio sommesso avviso, ma è un parere personale, seppure suffragato da colloqui con vari soggetti istituzionali, il recente pronuncianento del Dipartimento delle autonomie locali entra nel merito del ruolo del soggetto attuatore, non di quello di consigliere comunale. Con questa interpretazione le Autonomie locali propendono a dare ragione al parere dell’Anac più che a quello dell’avvocatura, sostenendo che il dottor Croce è compatibile nel ruolo del soggetto attuatore. Ma nulla dice sul ruolo di consigliere comunale. Tra l’altro, la competenza non è delle Autonomie locali ma del Consiglio comunale. Per questo, siamo qui a discutere di questa proposta di delibera sulla legge regionale 31/86, articoli 9 e 10. Questo parere delle Autonomie locali non interferisce con la proposta di delibera di oggi”.
Calabrò: “I consiglieri si assumano la responsabilità”
Felice Calabrò (Pd) è stato il primo a parlare: “L’8 gennaio scorso questo Consiglio ha ritenuto di rinviare la seduta ad altra data per avere contezza dei pareri che erano stati rilasciati dall’Avvocatura, al fine di risolvere la questione relativa a un componente del Consiglio comunale. Nessuno di noi, ne sono certo, ha voglia di dibattere o fare delibere sul tema. L’oggetto della questione è la delibera con cui si contesta l’ineleggibilità sopravvenuta e quindi l’incompatibilità. Ma questa è una vicenda pirandelliana. Camilleri ne trarrebbe spunto per un ulteriore romanzo. Ci sono scambi di lettere tra varie amministrazioni che non affrontano mai la discussione ma danno ad altri la responsabilità di decidere. Ora questa responsabilità ce la dobbiamo assumere noi”.
Ora dieci giorni di tempo
E proprio su questa responsabilità si è articolato un lungo dibattito che ha avuto protagonisti Cettina Buonocuore e il capogruppo di Con De Luca per Basile Pippo Trischitta, uno dei più battaglieri già da mesi sul tema. Alla fine ha prevalso il sì. Pergolizzi ha poi spiegato che la delibera dispone che “entro i dieci giorni successivi alla notifica della presente deliberazione, il consigliere comunale dovrà presentare rilievi o osservazioni ovvero eliminare la causa di ineleggibilità sopravvenuta contestata”.
Poi la nuova discussione sulle controdeduzione del consigliere, soggetto attuatore delegato del commissario di governo per il contrasto del dissesto idrogeologico nella Regione siciliana. Soltanto dopo si capirà se Croce sarà dichiarato incompatibile e se dovrà lasciare o meno uno dei due incarichi.
La signora consigliera di cui non ricordo il nome, ultima transfuga del gruppo di De Luca, approdata alle sponde leghiste del Po de “noartri”, come ha votato?
Come avrebbe votato se fosse rimasta irreggimentata presso le originarie milizie?
Giusto per capire il senso tutto da ridere che oggi viene dato alla autonomia decisionale dei singoli consiglieri.
Provate a chiederglielo.