Fondazione Taormina Arte, j'accuse di Raneri: "E' una imposizione della Regione non negoziabile"

Fondazione Taormina Arte, j’accuse di Raneri: “E’ una imposizione della Regione non negoziabile”

Fondazione Taormina Arte, j’accuse di Raneri: “E’ una imposizione della Regione non negoziabile”

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martedì 15 Marzo 2016 - 23:20

A dire dell'ex presidente del Consiglio appare dubbia la legittimità di commissariamento dell'attuale Comitato, ma ancora più dubbie sarebbero le clausole imposte nello Statuto dalla Regione nei confronti degli altri membri, in primis al Comune di Taormina. Una sorta di "patto leonino"

L’ex presidente del Consiglio comunale ed attuale consigliere, Egenio Raneri, punta l’indice verso lo statuto, “imposto” dalla Regione, della neo Fondazione di Taormina Arte, che dovrà sostituire l’attuale Comitato del quale fanno parte Comune (il cui sindaco è il presidente), Regione ed ex Provincia. L’ente è commissariato. Vi è inoltre il segretario generale, ruolo ricoperto in tutti questi anni da Ninni Panzera, che di fatto è il responsabile operativo. Raneri ha chiesto con una missiva inviata al presidente del Consiglio comunale, Antonio D’Aveni ed al sindaco, Eligio Giardina, una convocazione urgente straordinaria del civico consesso con all'ordine del giorno la vicenda della creazione della Fondazione. A dire di Raneri appare dubbia la legittimità di commissariamento dell'attuale comitato, ma ancora più dubbie sarebbero le clausole imposte nello Statuto dalla Regione nei confronti degli altri membri, in primis al Comune di Taormina. Una sorta di "patto leonino", non negoziabile, tant'è che Raneri lo definisce un "editto".

Nella sua articolata lettera Raneri, citando vari aspetti di natura giuridica, sottolinea le incongruenze ed in particolare il fatto che il Comune di Taormina dovrebbe conferire alla futura Fondazione un immobile (la scelta dovrebbe ricadere fra il Palacongressi di piazza Vittorio Emanuele, l'ex Pretura sita sul corso Umberto o la scuola convitto albergo di Contrada Sant'Antonio) e rischiare comunque di essere esclusa qualora non vengano ratificati entro 30 giorni i dettami enucleati nella bozza proposta dal commissario straordinario di Tao Arte (nominato dalla Regione) Pietro Di Miceli. La redazione dello statuto ha creato un terremoto politico a Taormina e tutte le forze politiche cittadine ne hanno preso le distanze, ad eccezione del primo cittadino Eligio Giardina, rimasto l'unico a difenderne l'impostazione: "Se la proposta non verrà firmata – ha dichiarato – me ne vado". Parole che stanno facendo discutere parecchio. Un altro punto che suscita parecchie perplessità è il debito pregresso del Comitato Tao Arte, che secondo indiscrezioni sembra essere lievitato a circa sette milioni di euro e di cui nessuno parla e di cui nessuno vuole assumersi la paternità. Così come nessuno ultimamente parla della sorte dei dipendenti, oramai da mesi senza stipendio.

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